Roma: Fasano interrogazione industria Marzotto

Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e della salute. – Premesso che: nel 1958 è stato inaugurato a Salerno lo stabilimento Marzotto Sud, nato come filiazione della grande industria laniera Marzotto di Valdagno (Vicenza) che è rimasto operativo sino al 1985; dopo lo smantellamento della fabbrica e in seguito ad una consulenza tecnica ambientale disposta dal Tribunale di Salerno nel 2008, è stata riscontrata l’esposizione al “rischio amianto” degli operai che in qualità di addetti ai lavori di sartoria, stiratura e confezionamento abiti avevano lavorato nello stesso opificio; la situazione è già stata denunciata dall’interrogante, con precedente atto di sindacato ispettivo 4-02090, che ancor oggi non ha ricevuto risposta; a giudizio dell’interrogante la situazione attuale è ancora più grave rispetto a quella denunciata tre mesi fa poiché l’Inps, che in passato aveva riconosciuto agli operai esposti al “rischio amianto” il trattamento previdenziale particolare previsto, ha iniziato a pretendere da questi ultimi la restituzione di una sua parte attraverso la trattenuta del 20 per cento sulla pensione a partire dal mese di maggio 2014; tale decisione è stata giustificata dall’Inps affermando che vi fossero stati degli errori nel computo del trattamento previdenziale dovuto; inoltre ad alcuni operai, seppur in presenza di sentenze di primo e secondo grado favorevoli, è stato negato preventivamente dalla Corte di cassazione il trattamento previdenziale in virtù della presenza di vizi formali di carattere amministrativo; a questo proposito, come si evince dal quotidiano “Il Mattino” dell’8 luglio 2014, è stato presentato un ricorso alla Corte di giustizia europea, la quale ha imputato al Governo italiano la violazione degli articoli 6 e 13 della Convenzione dei diritti dell’uomo; sempre dal quotidiano si apprende che è stata constatata altresì la violazione di normative nazionali, europee e costituzionali, ossia degli articoli 3, 32 e 8 della Costituzione che sanciscono rispettivamente il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, il diritto alla salute e il mantenimento e l’assistenza sociale, dell’articolo 13 della legge 27 marzo 1992, n. 257, recante “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, e della direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro; la direttiva europea non è stata ancora recepita dall’Italia, verso la quale sono già state irrogate sanzioni pecuniarie, e ciò malgrado la notoria drammaticità della vicenda dell’amianto e delle numerosissime vittime provocate, si chiede di sapere: quali orientamenti il Governo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze, per porre rimedio all’annosa questione che colpisce gli ex operai dell’opificio Marzotto Sud; per quali ragioni non abbia ancora proceduto a recepire la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro; in che maniera voglia provvedere alla tutela della salute dei lavoratori esposti al “rischio amianto”.