Un ventennio dura 20 anni

Angelo Cennamo

Udite udite, Vittorio Feltri e Francesca Pascale annunciano la loro iscrizione all’Arcigay. E Silvio Berlusconi cosa fa? Si adegua : la destra non può continuare ad ignorare il tema delle unioni omosessuali – fa sapere il Cav, dalla prigione dorata di Arcore. Bene. Giusto. Del resto quella delle convivenze civili tra persone dello stesso sesso è una materia già ampiamente regolamentata in tutti i Paesi europei. Manchiamo all’appello solo noi e la Grecia, se non ricordo male. Dunque, occorre rimediare e colmare al più presto la lacuna, se non altro per ragioni di utilità elettorale : perché mai gli omosessuali devono darla vinta sempre alla sinistra? Resta da capire, tuttavia, come e soprattutto quali tutele o quali diritti si vogliano accordare alle coppie omo, fermo restando che il matrimonio vero e proprio verrebbe tenuto fuori dal novero delle possibilità. Basterà introdurre qualche norma sulla reversibilità della pensione e sugli alloggi popolari, o si potrà osare di più, magari legiferando per l’adozione? Difficile rispondere : non lo sappiamo noi, ma non lo sa probabilmente neppure Berlusconi stesso, al quale dei gay non credo importi un fico secco, oltre la simpatia e il rispetto di maniera dovuto alle singole persone. Figurarsi, un uomo di mondo come il Cav di gay e di lesbiche ne conoscerà e ne frequenterà centinaia se non migliaia. Molti lavoreranno a Mediaset, qualcuno sarà impegnato anche in politica, al suo fianco. Non è questo il punto. A lasciarci perplessi e diffidenti non è tanto la clamorosa apertura, dopo anni di machismo ostentato talvolta anche con cattivo gusto, quanto l’estemporaneità della proposte, la quale sembra scaturire non già da una programmazione politica, organica e studiata, di Forza Italia, ma dagli umori e le tendenze del momento, forse da un cruccio della first lady Francesca, divenuta oramai una sorta di alter ego del presidente. La Pascale – lo abbiamo capito –  è una ragazza tosta, intelligente, caparbia, e, a differenza della sig.ra Veronica, non disdegna dire la sua fuori dalla domus aurea del fidanzato. Non è un caso che i giornali parlino così insistentemente di cerchio magico e dell’influenza che hanno poche persone come lei sulla condotta e sulle decisioni dell’ultimo Cavaliere. Ma se così stanno le cose, e cioè che Berlusconi abbia completamente esaurito il suo campionario di idee e di programmi a lunga gittata perché assillato dai processi e dalle questioni finanziarie delle sue aziende – al punto di obbedire a qualunque prospettazione di riforma avanzata da Matteo Renzi, e di cedere a campagne pubblicitarie come questa, che – c’è da scommetterci – non sarà approfondita più di tanto, cosa ne sarà di Forza Italia nei mesi che verranno? Cosa rimarrà della gioiosa macchina da guerra che l’altro Cavaliere – non la copia sbiadita degli anni recenti – seppe allestire in poco tempo contro le armate cattocomuniste della seconda Repubblica? Converrà a Berlusconi conservare con ostinazione il comando del partito mentre al suo interno si moltiplicano malumori e tensioni, e mentre i sondaggi lasciano prevedere ulteriori cali di consenso dopo la già deludente esperienza delle europee? Non sarà meglio per Berlusconi, in questo momento, defilarsi dal proscenio e fare in modo ( primarie o altro) che la leadership della ritrovata Forza Italia se la contendano forze fresche, non invischiate in conflitti di interessi e in roboanti vicende giudiziarie? Un ventennio dura 20 anni, non di più.