Cava de’Tirreni: sgombero casa Di Domenico-Forillo

Anna Maria  Noia

Nella cittadina metelliana tiene banco da giorni, sui media locali, l’affaire “casa abusiva da sgomberare”: una questione che (dovrebbe) interpella senz’altro il cuore, interroga i sentimenti al di là del “mero” dato del reato – che pure esiste e insiste! Di recente si è acuito – sui quotidiani e in video – il “caso” di una umile e modesta famiglia: i Di Domenico-Fiorillo, al centro (loro malgrado) di una vicenda molto delicata e particolare; il nucleo familiare, che consta di sette persone anche gravemente ammalate, si è di fatto asserragliato in un immobile della località S. Anna (in via Breccelle). Casus belli della precaria situazione, l’imminente sgombero dell’abitazione – costituita unicamente da un primo piano e da un garage, per il resto allo stato grezzo. La dignitosa famiglia, pure se ha commesso il succitato “reato”, è comprensibilmente ferita dal voler far applicare la legge (dura) calpestando però i diritti umani, come pare stia succedendo: proprio per questo motivo il simpatico Alfonso Senatore, legale dei Di Domenico, annuncia battaglia! Prima ancora di convocare – in questi giorni, forse il 24 maggio – una apposita conferenza stampa, ha voluto incontrare noi nel suo studio nei pressi della stazione ferroviaria. Ci siamo recati lì, e subito è iniziato un “profluvio” di parole semplici e concetti meno intuitivi. Un fiume in piena, l’avvocato!  Ma non è stato certo l’unico a mobilitarsi – come egli stesso tiene a precisare – e soprattutto non è stata una mera manovra elettorale e/o politica utile ad ingraziarsi i cittadini – nella fattispecie i Cavesi! È un’ipotesi che egli ricaccia e non intende avvalorare. Anche perché in favore della famiglia si sono mobilitate tante associazioni del territorio, nonché esponenti politici “trasversali”: tra questi Matteo Monetta (consigliere Ncd – Nuovo centro destra) e Enzo Rivellini di Forza Italia (Fi), definito da Senatore “un combattente, un leone”. Sostegno e solidarietà provengono anche dall’assessore alle Politiche Sociali Vincenzo Lamberti, che ha parlato con la gente. In campo anche il parroco di S. Anna, don Alfonso. Circa tremila le case abusive a Cava; settecento solo in questa zona. Pungolato – anche, ma non solo – da alcune nostre domande, Senatore ha puntualizzato ed affermato: “La questione si è acutizzata da quando il tribunale è stato trasferito a Nocera. Si è infatti parlato, riguardo gli sgomberi, di un rischio idrogeologico in località S. Anna, non soltanto quindi avverso gli occupanti “illegittimi”.” “Il mio mettermi in gioco – dichiara Alfonso Senatore – riguarda prima di tutto il mio essere uomo, più che avvocato, e certamente non quale politico.” “Per questo – dice – ho impugnato il provvedimento di Giovanni Francesco Izzo, procuratore del tribunale di Nocera, il quale certamente non fa altro che svolgere solo il proprio dovere. Tuttavia intendo vincere la causa per un fatto umano.” “Gli abusivi – asserisce ancora il legale – non sono delinquenti, camorristi – anche se hanno sbagliato: sono povera gente, senza contributi per accedere all’assegnazione di case popolari. Inoltre il reato dovrebbe essere già prescritto, in quanto il fatto risale al 2006.” Dopo tutto questo tempo, dunque, la famiglia dovrebbe essere sloggiata da un’abitazione comunque “sicura”! “Anche il giudice Scermino – dice ancora l’avvocato – è super partes e intende applicare la legge, ma non si può fissare la data della causa dopo lo sgombero! La causa deve tenersi necessariamente prima!” Nella giornata in cui si sarebbe dovuto tenere lo sfratto c’erano molti curiosi, insieme ovviamente alle forze dell’ordine; tuttavia è giunto tempestivamente e contestualmente un contrordine che ha prorogato l’azione di sgombero a martedì prossimo 27 maggio.