Angri: lettera aperta su don Silvio e i fotografi

Egregia sig.ra Antonietta Abete, mi dispiace dirle che le basi elementari per chi vuol fare del sano giornalismo, prima di pronunciarsi, sono sempre state quelle di ascoltare le ragioni di ogni parte e verificare con accuratezza e obiettività i fatti accaduti. Ma mi rendo conto che essendo lei la vice direttrice del giornale  “Insieme”  è comprensibile che cerca di difendere in ogni modo il suo “pane quotidiano”. E io sto qui per difendere il mio. Mi accusa di aver detto solo falsità e calunnie, quindi  dicendo ciò vuol negare che domenica scorsa don Silvio ha cacciato fuori dalla “Sua Chiesa” i fotografi professionisti di Angri davanti ad una platea di fedeli. Sta dicendo che la persona di cui si sta parlando è una fotografa professionista che lavora gratuitamente.  Sta dicendo che le foto vengono consegnate gratuitamente e che in cambio di esse non vengono chiesti  denari, al di là delle tariffe o come si vogliono chiamare “offerte libere e spontanee”. A noi dell’AFPA non risulta questo,  a noi risulta  che la persona in questione  fa tutt’altro lavoro e che per questo impegno prende regolarmente dei soldi senza rilasciare nessuna ricevuta o altro documento fiscale. Sta negando che proprio qualche mese fa abbiamo avuto un incontro alla Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno con don Pier Catello Liccardi che ha preseduto l’incontro. Il religioso,  con una disponibilità squisita,  ci ha garantito che il problema sarebbe stato risolto a breve. Nel mentre, per tutelare me e tuttal’Associazione,  ho studiato le Norme Pastorali redatte dalla Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, se le legga bene e mi faccia sapere dove è scritto quello che lei afferma o se io ho detto delle falsità. Si è vero, ho chiesto proprio io un incontro con don Silvio il 2 maggio per mediare e far comprendere le ragioni dei fotografi professionisti, e cara vice direttrice Sig.na Antonietta Abete, la sua frase è proprio “azzeccata” non c’e peggior sordo di chi non vuol sentire, ma il tutto è riferito a Don Silvio che non ha
voluto proprio ammettere ragioni, non c’è stato nulla da fare, le motivazioni dell’organizzazione sono nel suo modus operandi, quindi niente condivisioni o accoglienze di ragioni diverse. Mi ha detto che nella “SUA CHIESA” ha deciso di fare un percorso pastorale di non lucro, un po’ contraddittorio visto che alla mia domanda: “Allora le foto-ricordo le consegnate gratuitamente e
senza nessun compenso?” Mi è stato risposto: ” EH no…tutto ciò non è possibile!” Dopo questo suo comportamento è stato doveroso da parte nostra rendere pubblica la vicenda per come siamo stati trattati. Quindi assolutamente non credo di aver detto nessuna falsità o di aver  calunniato nessuno, ma semplicemente di aver ben esposto i fatti di quella domenica mattina. Gentilissima  sig.ra Abete le porto un esempio che può far capire al meglio le nostre ragioni:  é come se io  mi mettessi a fare il dentista, operando sulla gente , però tutti i soldi che prendo le do in beneficenza. Tutto ciò, secondo lei, non va a discapito di chi lavora onestamente, paga le tasse e da
sostegno alle proprie famiglie e a tutta la comunità? A questo punto suggerisco a don Silvio di fare nella Sua Chiesa anche il fioraio e perché no,  pure i servizi funebri, così con le offerte libere e spontanee,  come voi le chiamate, potete svolgere tutte le missioni umanitarie  che si vogliono. Un’ultima precisazione: è dagli anni ‘40, da quando mio padre iniziò la professione di fotografo, che lavoriamo con fatica e sacrifici quotidianamente, con rispetto, educazione e professionalità e in tutti
questi anni non siamo mai stati trattati ed umiliati in tal modo, volendo ricordare a tutti che la nostra e’ una professione con la quale diamo pane ai nostri figli e  sosteniamo l’economia del paese. Detto ciò,  voglio precisare che né io, né i miei colleghi, interverremo più su questa storia, che mi creda, a
mio giudizio, ha solo uno sconfitto , Don Silvio. Lui avrebbe potuto raccogliere le nostre dimostranze in maniera diversa, senza cacciarci fuori dalla chiesa. Si sarebbe potuto trovare un accordo. Ma noi confidiamo che il  Vescovo  questa volta accolga la nostra richiesta d’incontro e concludo dicendole che sono proprio d’accordo con lei, cara sig.ra vice direttrice, che in natura, a parte la stupidità, che è congenita, nulla si inventa da un giorno all’altro.
AFPA 
V.P. Paolo Novi