Lo scapolare del Carmine ed il messaggio di Fatima

 don Marcello Stanzione

Alcune persone, purtroppo anche dei sacerdoti, hanno obiettato contro la devozione dello scapolare della Madonna del Carmine, per il suo carattere “superstizioso” e per il fatto che la salvezza del portatore di quest’abitino atterrebbe ad un’osservanza puramente esteriore, indipendente dalle disposizioni interiori dell’anima (Stato di grazia, virtù, ecc.).Ad esse rispondiamo con San Luigi Maria Grignion di Monfort: “Le pratiche esteriori ben fatte aiutano le interiori, sia perché esse fanno ricordare all’uomo, che si guida sempre coi sensi, di quello che ha fatto e di quello che deve fare; sia perché esse sono proprie per edificare il prossimo che li vede, cosa che non fanno quelle che sono puramente interiori. Nessun uomo del mondo dunque critichi né metta qui il naso per dire che la vera devozione è nel cuore, che occorre evitare quello che è esteriore, che può esservi della vanità, che occorre nascondere la propria devozione, ecc. … io rispondo loro col mio maestro: “Gli uomini vedano le vostre buone opere, affinché essi glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt. 5, 16), non già, come dice San Gregorio, che si devono fare le proprie azioni e devozioni esteriori per compiacere gli uomini e trarne delle lodi, questo sarebbe vanità; ma le si fanno talvolta davanti agli uomini, nella veduta di compiacere a Dio e di farlo glorificare per questo, senza farsi scrupolo dei disprezzi e delle lodi degli uomini”. Più avanti, lo stesso santo annota: “Una delle ragioni per le quali così pochi cristiani pensano alle loro promesse nel santo battesimo e vivono con tanta superficialità, è che essi non portano nessun segno esteriore che glielo faccia ricordare”.Ma, si insiste: lo scapolare (…) è una “assicurazione-salvezza” ben meschina che dispensa dal santificarsi e dall’obbedire ai Comandamenti di Dio. Diversamente detto, il peccatore, dopo aver ricevuto lo scapolare, potrebbe darsi in perfetta sicurezza a tutti i peccati dicendosi: “Poiché porto lo scapolare, sono certo di non essere dannato”. Occorre rispondere che colui che abuserebbe così della devozione alla Santa Vergine, sarebbe indegno dei suoi favori. E’ per questo che sarebbe bene a torto ch’egli conterebbe sul suo scapolare per peccare più liberamente, poiché non si prende in giro Iddio (Galati 6, 7). Lo Scapolare della Madonna del Carmine non è soltanto uno strumento che ci garantisce l’indulgenza divina nell’istante dell’ultimo respiro affinché se andiamo in Purgatorio possiamo al più presto andare in Paradiso. Esso è anche “un sacramentale” che attrae le benedizioni divine, anche materiali, su chi lo usa con pietà sincera e devozione ardente nei riguardi della Madonna. Lungo i secoli innumerevoli miracoli e conversioni hanno dimostrato la sua enorme efficacia spirituale tra i fedeli cattolici. Nelle “Cronache del Carmelo” ne troviamo innumerevoli esempi. Vediamone appena qualcuno: “Nello stesso giorno in cui San Simone Stock, generale dei frati carmelitani, ricevette dalla Madre di Dio lo Scapolare e la promessa, fu chiamato ad assistere un moribondo, che era disperato a causa dei suoi molti e gravi peccati. Quando arrivò, mise sul pover’uomo che era assai tentato dal demonio, lo Scapolare del Carmine che aveva appena ricevuto, chiedendo alla Madonna che mantenesse la promessa che gli aveva appena fatto. Immediatamente l’impenitente si pentì di tutte le sue colpe, si confessò sacramentalmente e morì nella grazia di Dio”. – “Sant’Alfonso de’ Liguori, fondatore dei Redentoristi, morì nel 1787 con lo Scapolare del Carmelo addosso. Quando venne avviato il processo di beatificazione del santo vescovo,  fondatore dei Redentoristi e patrono dei teologi moralisti, all’aprirsi del suo tumulo, si constatò che il corpo era ridotto in cenere, così come il suo abito: soltanto il suo Scapolare era completamente intatto. Questa preziosa reliquia si conserva nel Monastero di sant’Alfonso a Roma. Lo stesso fenomeno  di conservazione dello scapolare si verificò quando venne aperto il tumulo di San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, quasi un secolo dopo.”. “Nell’ospedale di Belleview, di Nuova Yorka, fu   ricoverato un anziano. L’infermeria che lo assistette, vedendo sopra le sue vesti uno Scapolare colore castagno scuro, pensò subito di chiamare un sacerdote cattolico. Mentre questi recitava la preghiera degli agonizzanti, il malato apri gli occhi e disse: “Padre io, non sono cattolico”. “Allora, perché usa questo Scapolare?” “Ho promesso ad un amico che l’avrei usato sempre e di pregare tutti i giorni un’Ave Maria”. “Ma sei in punto di morte. Non vuoi diventare cattolico?”. “Si, Padre, lo voglio. L’ho desiderato tutta la mia vita”. Il sacerdote lo preparò rapidamente, lo battezzò e gli somministrò gli ultimi sacramenti. Poco tempo dopo l’anziano moriva serenamente. La Santissima Vergine aveva preso sotto la sua protezione quella povera anima che indossava il suo scudo” (Lo Scapolare del Monte Carmelo – Edizioni Segno, Udine, 1971).  L’Ordine dei frati della Madonna del Carmelo si installò in Portogallo quando lo spirito cristiano della nazione era ancora diffuso anche con la spada da santi ed eroi. Il suo maggior protettore fu il Beato Nun’Alvares Pereira, chiamato Nuno di Santa Maria perché il tenero amore per Maria santissima fu il più elevato e sublime ideale della sua vita. Da giovane, Nuno si era dedicato interamente a Lei e tutto ciò che faceva era in nome e onore di Maria. Dopo essere stato armato cavaliere, incise sulla sua spada il nome di Maria e nel suo stendardo la sua immagine. Nelle sue grandi lotte, riponeva sempre la speranza nella Madre di Dio e da Lei attendeva la vittoria. Come ringraziamento per i grandi benefici ricevuti ordinò di costruire chiese e conventi, come il Monastero della Battaglia e il Convento del Carmelo a Lisbona, dove, a 70 anni, entrò come fratello converso unitamente ad altri compagni d’arme. Si può persino considerare il Beato Nuno come fondatore dell’Ordine in Portogallo, poiché fu grazie a lui, per la sua influenza, che si stabilì in questo paese una Provincia Carmelitana nel 1423. Nel 1250, i Cavalieri di S. Giovanni avevano donato ai carmelitani un convento a Moura, ma fu la fondazione di Lisbona che diede loro slancio. A partire da allora, lo Scapolare fu molto diffuso in Portogallo, come in tutta l’Europa. Ma, il tempo e l’incostanza di tanti cattolici lo fece gradualmente relegare nell’oblio. Nel 1917, a Fatima a conclusione delle apparizioni, durante le quali la Madonna proclamò la verità della sua sovranità e profetizzò il trionfo del Suo Cuore Immacolato. Ella apparve rivestita dell’abito della sua più antica devozione – quello del Carmelo. E, in questo modo, mostrò come una sintesi tra lo storicamente più remoto (il Monte Carmelo), il più recente (la devozione al Cuore Immacolato di Maria) ed il futuro glorioso, che è il trionfo di questo stesso Cuore (Fatima e la Madonna del Carmelo, P. Higino di santa Teresa , Coimbra, 1951). Lo Scapolare è un segno inequivocabile che il cattolico zelante nell’adempimento delle richieste della Madre di Dio troverà in questa devozione una fonte abbondante di grazie per la sua conversione personale e per il suo apostolato, specialmente della nostra società che oggi è estremamente secolarizzata e rozzamente materialista e chiusa ai valori dello spirito. Questo “Vestito di Grazia” fortificherà la sua certezza che, quando per lui arriverà la morte nel chiudere gli occhi a questa vita e all’aprirsi all’al di là , troverà il suo fine ultimo, Gesù Cristo, nella Gloria Eterna insieme alla Beata Vergine Maria.

2 pensieri su “Lo scapolare del Carmine ed il messaggio di Fatima

  1. 16 Luglio 20011 – Sabato
    Rev.Don Marcello, la ringrazio della dettagliata spiegazione dell’ importanza dello Scapolare. La vorrei pregare, però, di considerare l’ essere umano trinitario, per cui intelligente. Non so perchè, ancora oggi, Voi sacerdoti trovate difficoltà a nutrire le anime della PAROLA. Mi rendo conto che non è facile, ma se diventassimo un po’ più umili, e accettassimo i Doni meravigliosi che IL BUON PAPA’ CELESTE continua ad elargire, oggi, a persone semplici, grazie al Vostro contributo, la società non avrebbe più bisogno di carceri affollati, ospedali super sovraffollati, politi in esubero e incompetenti, operai improvvisati e non qualificati, e così via.
    Mi riferisco al preziosissimo dono ricevuto dall’ umilissimo sacerdote di Napoli: Don Dolindo Ruotolo.
    Lei saprà, credo, che è stato dettato a Don Dolindo, il Commento della Sacra Scrittura della nostra amata Chiesa Cattolica Apostolica Romana,direttamente dallo Spirito Santo.
    E’ bastato prendere in visione il Commento della Genesi dettata a Don Dolindo, per attirare la curiosità di leggere ciò che vi è divinamente descritto.
    Poichè ciò ha prodotto un effetto benefico nei giovani della mia famiglia, pensi se Lei pubblicasse su tale noto quotidiano, brani tratti da tale Commento, quanti giovani attirerebbe a prendere coscienza che ognuno possiede una propria coscienza che parla, ” sempre”. In fondo, non è forse il vero compito del santo sacerdote, quello di formare le coscienze con l’ unica VERA PAROLA?
    Grazie.
    Cordiali saluti
    Maria Luisa Cavaliere
    Via Nazionale,5
    84010 Sant’ Egidio del Monte Albino (SA)
    tel.0815152741
    cell.3397782761
    P.S.
    I miei dati li può pubblicare, in quanto il vero cristiano agisce secondo quanto è scritto in Gv 4,23: Padre, che cerchi adoratori in Spirito e Verità

  2. Don Marcello ,mi peremtta di ricordare S.Josemaria Escrivà: “Porta sul petto il santo scapolare del Carmine. —Poche devozioni —ci sono molte e bellissime devozioni mariane— sono così radicate tra i fedeli e così ricche di benedizioni dei Pontefici. —E poi, è così materno quel privilegio sabatino! “(Cammino, 500

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