Testimonianze: Padre Pio sempre accanto ai figli spirituali!

Rita Occidente Lupo

Su Padre Pio da Pietrelcina, non si finisce di scrivere e commentare, per  la Sua vita, fervida d’apostolato e di carismi. “Conobbi Padre Pio nel ’49-riferisce il diacono Matteo, come vuol esser chiamato semplicemente, continuando, nonostante numerosi acciacchi dell’età, a servire l’Eucarestia e ad amministrare i Sacramenti in piena lucidità mentale. –Novantunenne, i suoi ricordi sono vividi, quando parla del Santo, come se il tempo non avesse cancellato la memoria anche dei particolari. – Mi recai a San Giovanni Rotondo, in quanto avevo mia madre allettata, nel 1949, per chiedere a Padre Pio, la cui eco di Santità già nota in città, una speciale benedizione. Giovane universitario, non ancora sposato, mi prenotai anche per la confessione, come usanza e privilegio. L’impressione che riportai, fu coinvolgente. Cattolico praticante, ebbi il privilegio di poter dialogare con Lui e di poterLo avvicinare: eravamo in pochi allora e fummo tra i primi a formare anche sotto la Sua guida, i Gruppi di Preghiera. Col tempo, mi sposai e mia moglie, piuttosto scettica, cattolica tiepida. Poi, per quei casi della vita, che Dio permette per accrescere la nostra fede, ne divenne particolarmente devota. Sposati, le fu diagnosticato un brutto male all’utero e quindi senz’appello di gravidanze. Corsi da Padre Pio  disperato. Temevo quasi che il Santo potesse darmi brutte notizie, invece, quando gli aprii il cuore, mi tranquillizzò. Gonfio di gioia rientrai in città. Dopo qualche mese, mia moglie, incinta! La gravidanza, senza grossi intoppi, fino alla nascita della bambina, 1955, che presentò difficoltà. Da parto naturale, la neonata presa col forcipe: dopo qualche giorno, una violenta meningite la portò al cielo.  Indicibile il dolore di mia moglie! Spaventato dall’accaduto, riandai da Padre Pio, per capire cosa mi riservava il futuro e chiedergli d’assistere mia moglie, ch’era caduta in una tristezza infinita. Ancora una volta mi tranquillizzò. Non osavo credere che si riaccendessero le nostre speranze. Ed invece, dopo qualche mese, mia moglie di nuovo gravida.  A termine, nacque la primogenita, in occasione dell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale dello Stigmatizzato 10 agosto 1910, il 10 agosto 1957! Come se Padre Pio avesse voluto lanciarmi un segnale o lasciare un sigillo a questa nascita, che in seguito Gli affidammo nelle nostre continue visite a San Giovanni Rotondo. Allora le strade poco asfaltate: si partiva il sabato pomeriggio, per pernottare e partecipare alla celebrazione eucaristica l’indomani alle prime luci dell’alba. D’inverno era buio ed era l’albergatore a darci la sveglia in hotel. Nel 1959 nacque mio figlio Pio! Al Santo chiesi di potergli conferire la Prima Comunione ad 8 anni e Lui accettò. Con gli stretti familiari ci recammo il giorno stabilito a San Giovanni e, come sempre, giungemmo il sabato sera. Purtroppo, la stanchezza del viaggio e la dimenticanza dell’albergatore, ci crearono una brutta sorpresa: la domenica mattina ci svegliammo in ritardo e correndo, giungemmo al Convento in piena celebrazione eucaristica. Entrati nella chiesa gremita, assorta ed in religioso silenzio, Padre Pio s’accingeva a celebrare i riti d’offertorio. Non era consentito giungere a Messa iniziata ed occorreva che le donne avessero il capo coperto e che gli uomini si presentassero con un abbigliamento decoroso, anche in piena estate, senza pantaloni corti. San Pio, che sulla sedia a rotelle, aveva terminato da poco le letture bibliche, ci guardò con quel Suo sguardo profondo, che a volte incuteva timore. Mia moglie ebbe paura d’esser rimproverata in pubblico. Cercai di mantenere la calma, attendendo il peggio. Il silenzio della Chiesa, malgrado fosse stracolma, tombale. Inaspettatamente il Santo ci fece cenno con la mano d’avvicinarci all’altare.  Increduli, ci chiedemmo se il gesto fosse rivolto proprio a noi, per cui ci guardammo intorno. Ed invece Padre Pio additava proprio noi, indicando d’avvicinarci nella navata centrale, ai piedi dell’altare. Poi chiamò il sacerdote che  l’assisteva, disponendo che Gli riportasse la particola ed il calice, per consacrare l’ostia per mio figlio. La nostra emozione, alle stelle! Padre Pio, che leggeva nei cuori, capì che non era stata nostra mancanza voluta arrivare proprio quel giorno in ritardo all’Eucarestia! Dopo la Prima Comunione, mio figlio venne ricevuto con me in Sagrestia, allora Padre Pio s’intratteneva con gli uomini dopo la Messa e scambiavamo qualche parola. Ero solito dare al piccolo delle caramelle a menta, che puntualmente, offriva al Santo, che volentieri  le accettava. Tanti episodi nella mia vita, fino alla Sua morte, potrei raccontare ed ai quali ho assistito, come delle numerose conversioni, di gente che se ne stava lì in chiesa, raggomitolata davanti ai confessionali, attendendo di poter ricevere l’assoluzione. Come di tanti oggi Suoi figli spirituali, convinti della Sua promessa: “Attenderò sulla porta del Paradiso che sia entrato l’ultimo dei miei figli spirituali!”

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