Le “ammuinate” italiane, cambiare per non morire

Giuseppe Lembo

La festa è finita.  La festa è veramente finita non solo e tanto per quel popolo italiano di “Franceschiello” da sempre vittima del fascino delle tre f (festa, farina e forca) che, dopo essersi ubriacato di falsi miti e false attese è, oggi, re nudo, solo con se stesso, pronto a vendersi come sempre, al primo offerente pur di continuare a vivere da falso furbo convinto di pensare bene solo a se stesso, anche al costo di fare male, di fare assolutamente male, a tutti gli altri. Siamo dei campioni assolutamente insuperabili; abbiamo il meraviglioso primato dell’imbattibilità e dell’unicità. In che Paese viviamo? È un Paese dalle certezze ormai cancellate; un Paese sempre più fluido; sempre più irreale; sempre più con sulla scena un popolo di invisibili, dove tutto si può, soprattutto se si è parte del potere costituito e/o di quella santa burocrazia sclerotizzata, l’indiscussa santa patrona d’Italia; una patrona che agisce per sé, a garanzia dei propri privilegi, utilizzando come braccio armato il potere della politica, un’ammucchiata di ammuinati che, avendo perduto lo ben de l’intelletto, non sapendo più garantire il Paese e quindi gli italiani, sono istrionicamente  maestri di una grande confusione italiana (a Napoli, con molto garbato affetto, si direbbe di grande ammuina). Le ammucchiate italiane sono un privilegio italiano e non di altri.  Sono un vero e proprio macigno che rischia di travolgere l’Italia dell’ammuina, dove una condizione burlesca ha preso il posto dell’Italia seria ed attenta a governare  nel rispetto della gente che democraticamente, ma in maniera poco attenta, si elegge i suoi rappresentanti che, dopo essere stati eletti, cammin facendo, si scoprono bravi giocolieri e prestigiatori, nonché insuperabili protagonisti di un mondo nuovo con alla base un inconfondibile comportamento burlesco, utile e funzionale erede del mondo di Franceschiello, per governare il popolo sovrano, un popolo di giullari scherzosi che si sente pienamente e ben realizzato solo se vive in una condizione di vita burlesca. E così l’Italia del “così è se vi pare” l’Italia del “addà passa a nuttata”, ha trovato la sua felicità nelle “giullarate italiane”.  Purtroppo non si può pensare al futuro possibile quando si vive in un presente dove regna un clima del tutti contro tutti  e dove la bassa politica italiana pensa solo a se stessa e pensando a se stessa si fa i suoi egoistici calcoli per il massimo vantaggio possibile sia in termini di consensi che di potere da cui poter lucrare, il massimo dei privilegi tutti per sé. L’Italia è ormai prigioniera di una profonda crisi sistemica che non le permette assolutamente di guardare avanti; non può, in quanto la morsa che la stritola da tutte le parti, è mortale; da questa morsa nessuno può salvarsi. Il vecchio che fa morire il Paese non è solo generazionale; il vecchio, il male oscuro che affligge l’Italia è una componente sistemica di tutti gli italiani, di tutte le condizioni e di tutte le età. Occorre, con forza, pensare a riformare il Paese imponendo a 360 gradi quella dignità morale che dovrebbe essere un bene ed una ricchezza comune; un bene ed una ricchezza comune che non c’è; purtroppo, è assente; purtroppo, sono stati cancellati da una governance italiana che ha svenduto la sua anima e che ha fatto dell’imbecillità umana il proprio credo, la propria fede per un sempre più maledetto insieme italiano, fortemente ammalato di familismo o peggio ancora di un egoismo assassino da vero e proprio io mondo, che avanza in tutte le direzioni e pretende di annullare i tanti per il solo egoistico bene dei pochi, sempre più pochi, che ovunque, fortemente insieme, si sono candidati a diventare i nuovi padroni del mondo. Costi quel che costi, bisogna evitare questo disastro planetario! Sarebbe un disastro grave; un disastro, da fine del mondo. Sarebbe un disastro umanamente distruttivo, con gravi conseguenze per l’umanità considerata scomoda anche per il solo fatto che esiste e che a buona ragione, rivendica per sé il giusto diritto alla vita che deve necessariamente andare oltre la semplice sopravvivenza umana e che ha come presupposto primario il rispetto umano; il rispetto alla libertà ed al diritto alla vita per tutti gli uomini della Terra; un diritto sacro ed inviolabile, assolutamente senza se e senza ma. Anche i cambiamenti difficili da pensare per il nostro Paese, sono alla fine, volendolo, dei cambiamenti possibili; tanto, perché, trattasi di cambiamenti sempre più necessari. Ma dalle tante tenebre italiane fa timidamente capolino, almeno si spera che sia così, un po’ di luce. L’Italia per salvarsi e smetterla di suicidarsi, così come sta facendo, deve necessariamente percorrere altre strade; deve, prima di tutto, saper rispettare la vita degli italiani, evitando le tante azioni ingannevoli ed i tradimenti della casta padrona che furbescamente  pensa di poter fottere tutti e di potersene fottere di tutti. La politica, al primo posto, deve avere il cittadino da rispettare come protagonista.