Roma: Greenpeace, da Venezia a Palermo attivisti chiedono abiti senza sostanze tossiche

Prosegue la campagna di Greenpeace per chiedere ai marchi dell’Alta Moda di produrre vestiti senza sostanze chimiche pericolose. Oggi  a Napoli i volontari del Gruppo Locale di Salerno e Napoli hanno manifestato davanti alle vetrine dei negozi di Louis Vuitton per svelare all’opinione pubblica che “Il Re è nudo” e che l’Alta moda nasconde un incubo tossico dietro i proclami di esclusività dei propri vestiti. La mobilitazione principale è partita da Roma, dove tre volontari vestiti da imperatore, banditore e cortigiano hanno proclamato un editto che bandisce le sostanze tossiche dai vestiti dei marchi d’Alta Moda Gli attivisti hanno consegnato una lettera agli store manager di ciascun negozio nella quale si dettagliano le richieste di adesione all’impegno “Detox”. A Venezia i volontari hanno proseguito l’azione unendosi alla parata del Carnevale. «Ė ora che i marchi dell’Alta moda siano all’altezza della loro reputazione e inizino a produrre capi di abbigliamento che non costino la salute del nostro Pianeta e il futuro dei nostri figli. Impegnandosi a Detox, marchi come Valentino e Burberry hanno già dimostrato che si può produrre un’Alta moda che non costi nulla al Pianeta. Cosa aspettano invece Versace, Louis Vuitton e
Dolce&Gabbana?» afferma Esperanza Mora, Campaigner di Greenpeace
Italia. La mobilitazione segue la pubblicazione dell’ultimo rapporto di
Greenpeace International “Piccola storia di una bugia fuori moda” che
ha svelato la presenza di sostanze chimiche pericolose nei vestiti per
bambini prodotti da alcune delle più famose aziende d’Alta Moda, tra
cui Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana. Queste sostanze vengono
rilasciate nei corsi d’acqua non solo durante i processi produttivi,
ma anche quando li laviamo nelle nostre lavatrici, mettendo a rischio
la salute di adulti e bambini in tutto il Mondo. Alcune di queste
sostanze, una volta rilasciate nell’ambiente, possono interferire con
il sistema endocrino degli esseri viventi e accumularsi
nell’ecosistema. Al rapporto, pubblicato in concomitanza con l’apertura della Settimana della Moda di Milano, hanno fatto seguito due azioni degli attivisti
alla Galleria Vittorio Emanuele e al teatro Metropol di Milano nel
corso della sfilata di Dolce&Gabbana. In entrambe le occasioni i
giganteschi striscioni raffiguranti la top model russa Eugenia
Volodina e un giovane re hanno denunciato la presenza di sostanze
chimiche pericolose nei vestiti dei marchi d’Alta Moda proclamando
“#TheKingIsNaked” e hanno svelato al pubblico le bugie tossiche di
Versace e Dolce&Gabbana. Sono venti le aziende che finora si sono impegnate con Greenpeace ad azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.