Governo Renzi: la carica dei 44 senza De Luca

Rita Occidente Lupo

Domenica avevo anticipato quanto verificatosi ieri, nelle alte stanze romane: il sindaco Vincenzo De Luca, non lo vogliono! La squadra del nuovo governo del sindaco fiorentino, sottosegretari e viceministri, 9 donne, sembrava annoverare in prima battuta l’incarico per il primo cittadino salernitano, alla Coesione territoriale. Tutto all’insegna della Spending Review, decreto salva Roma, sorriso propositivo, ma per De Luca, solo flop!Anche se più di qualcuno si chiedeva che ruolo avrebbe avuto, dopo la lunga tiritera dei giorni scorsi, sul doppio incarico, sulle deleghe mancate, si plaudiva alla rappresentanza del Sud, nello scacchiere “grintoso” del Governo Renzi. Mentre la raffica degli auguri, copiosa nelle pagine cronachistiche, tanti un gran vergare politico augurale al Sindaco “luminoso”,  fendente inatteso: dalla nuova falange, depennato l’ex vice Ministro ai Trasporti! Il veto degli stessi compagni di coalizione, commisto a quello di Lupi dal sapore alfaniano! Addio sogni di gloria per De Luca,  nel tutelare il Meridione  in un momento particolarmente nevralgico per il Paese! Al suo ruolo precedente, avvicendamento socialista con Riccardo Nencini! Il dietro front di Renzi, dettato da un equilibrio tra le componenti del nuovo Governo e l’ascolto degli umori. Il sindaco salernitano, coriaceo nel far decollare una città artistica anche tra i vicoli, un tempo maleodoranti, della Salerno turisticamente natalizia,  duellante per il Crescent, tra ricorsi al Tar e costanti fendenti non solo grillini, fuori gioco governativo, senza poter entrare nel merito di soluzioni propositive per il futuro dello Stivale. Dopo l’aria incandescente, da mesi bora degli scanni comunali, per il doppio incarico così vessato dall’opposizione, al punto da finire dinanzi al Prefetto e le congetture possibili sul successore, dando per scontato che prima o poi le deleghe, giammai avute da Letta, avrebbero suonato la riscossa, per un’investitura a pieni poteri, il colpo di grazia. Dopo tanto clamore, con le pive nel sacco, rientrante alla base un processo politically correct: De Luca  nel suo agone autoctono, perchè in alto non amato! Per il suo pragmatismo: per il suo puntare alla realizzazione di opere, senza indietreggiare, in ossequio al suo dna? L’epilogo della vicenda sul doppio incarico, che aveva tirato in ballo anche altri politici in situazione analoga, come il sindaco di Mercato San Severino, Giovanni Romano,  assessore regionale all’ambiente. La vicenda stoppata senza che il popolo, ormai avvezzo a dover subire nominati e non eletti, a rappresentarlo, come lo stesso Renzi, votato sindaco, ma  capo del Governo senza suffragio delle urne, possa capir fino in fondo cosa sia successo veramente. Se De Luca tirata la corda dimissionaria fino allo stremo, sapendo dell’ostracismo al varco o se invece non strattonato in extremis. Ora sarà Palazzo Santa Lucia, a fargli giustizia, con una corsa che lo vedrà più agguerrito che mai o la sua città a tenerlo quieto, in una Salerno europea, che gli strizza l’occhio dai Giardini della Minerva, allo Stadio Arechi? E mentre i parlamentari locali, incassano un’altra esclusione del Mezzogiorno, perchè De Luca in ogni caso simbol del Sud che affanna, sapere che il beneventano Umberto Del Basso De Caro, balzato veementemente all’attenzione cronachistica per il caso De Girolamo, ne raccoglie il testimone, lascia perplessi. Intanto, senza batter ciglio, il “Vincenzissimo”, in una nota, stigmatizza la delicata situazione che vive il Paese economicamente, le preoccuazioni per la disoccupazione giovanile imperante,  l’impiego di fondi europei, la sburocratizzazione: lui, in attesa di risposte autorevoli da chi, vestito da Veltro, non l’ha posto a paladino della Patria!