Salerno: Italia Nostra-comitato No Crescent dossier Crescent a Franceschini

Italia Nostra e il comitato poche settimane fa avevano portato all’attenzione dell’allora ministro Bray la vicenda del Crescent, recapitando al responsabile del Dicastero un appello col quale si chiedeva l’abbattimento dell’ecomostro di Santa Teresa. Il pubblico appello ripercorreva i passaggi fondamentali della vicenda urbanistica, fino a pervenire alle ultime tappe conclusesi con il sequestro penale del cantiere e con la sentenza definitiva del Consiglio di Stato la quale ha certificato l’illegittimità delle autorizzazioni paesaggistiche e quindi l’abusività dell’opera. Dal Ministero non sono mancati segnali. Pochi giorni orsono il Capo di Gabinetto ha preso posizione sulla procedura adottata dalla commissione comunale che ha rilasciato la nuova autorizzazione paesaggistica, sostenendo, in una nota trasmessa alla locale Soprintendenza, che non è applicabile il regime transitorio. In conseguenza, della questione va investita – come sostengono le associazioni- esclusivamente il locale ente di tutela.  Nella lettera al neo ministro, accompagnata dal dossier “Mala Gestio”, le associazioni che contrastano il condominio d’autore ribadiscono la necessità di avviare le pratiche per la demolizione dell’opera perché la legge non consente sanatorie postume per fabbricati già realizzati in aree vincolate.  “E’ ora giunto il tempo – si legge nell’appello del movimento No Crescent – di una risposta dell’Istituzione che lei rappresenta, nel rispetto di valori costituzionali (articolo 9 Carta Fondamentale), nel nome della legalità”. La campagna per la demolizione, dopo le adesioni del comitato No Grandi Navi di Venezia, del forum Salviamo il Paesaggio, di Opzione zero di Riviera del Brenta e di molte altre associazioni nazionali, ha trovato l’appoggio di nuove organizzazioni, quali la livornese “Alba” e “Terra” con sede nella capitale, e di gruppi locali come i “Figli delle chiancarelle” e “Articolo 9”.

comitato nocrescent