Salerno: comitato No Crescent, rischio e pericolo costruzione assunti comune e società Crescent

Non si può piangere sul latte versato. Nel mese di novembre 2012 il Consiglio di Stato, con ordinanza numero 4507, aveva chiaramente ammonito il comune di Salerno e la società Crescent che “la prosecuzione dei lavori avverrà sotto la consapevole assunzione di responsabilità da parte del comune e della società Crescent”. Il comune non ha fermato i lavori, i costruttori hanno ritenuto di proseguire l’opera senza attendere la decisione dei giudici amministrativi. L’appello di Italia Nostra, come noto, è stato accolto, la sentenza del 23 dicembre scorso ha annullato le autorizzazioni paesaggistiche sul Pua e sul progetto definitivo andando ad incidere su tutti i provvedimenti urbanistici dell’intero comparto di Santa Teresa. La conseguenza è semplice: tutta l’edificazione, sia pubblica che privata, è abusiva. Il comitato continuerà a chiedere in tutte le sedi, anche giudiziarie, l’abbattimento dell’ecomostro poiché il Codice dei Beni culturali non consente sanatorie postume per i manufatti abusivamente realizzati in aree vincolate paesaggisticamente. La stessa sentenza del Consesso romano, a pagina 83, afferma che l’articolo 146 del decreto legislativo numero 42 del 2004 ha previsto che l’autorizzazione paesaggistica costituisce atto autonomo e presupposto rispetto al permesso di costruire e gli altri titoli legittimanti l’intervento urbanistico – edilizio e che essa non può essere rilasciata in sanatoria successivamente alla realizzazione, anche parziale, degli interventi. È per questo che sconcertano le parole del Soprintendente Miccio che nei giorni scorsi ha dichiarato alla stampa di voler individuare una “via d’uscita”. Ci saremmo aspettati che il Soprintendente, massimo responsabile della tutela paesaggistica, avesse detto: “si applichi il Codice dei beni e del paesaggio”. Null’altro! Del resto, soggetti alla legge, col Soprintendente, sono anche gli organi comunali e lo stesso sindaco.     

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