Italia: un paese allo sbando, senza futuro

Giuseppe Lembo

Tecnocrati e boiardi di Stato padre-padroni del Paese con una società sempre più fluida. Tanto succede perché il nostro Paese è ormai allo sbando; è allo sbando di rappresentanza, di visibilità, di concreta capacità del fare. Sono allarmati i sociologi, gli economisti, i demografi e non ultimi gli antropologi. L’Italia è sempre più senza figli; in Italia l’espressione di una volontà di un comune comportamento è quella di un profondo egoismo umano. Si pensa sempre più e solo a se stessi; non si pensa più e tanto neanche in senso familistico con le famiglie al centro del proprio fare, del proprio agire, confusamente avvitato su se stesso. L’Italia vive di presente; un presente che fa male,  tanto male perché non spinge alla ricerca di un futuro possibile. Questo succede perché sono sempre meno quelli che riescono a credere nel futuro; un segnale allarmante di tale comune convincimento è il rifiuto della continuità umana. Niente più figli. Un vero e proprio suicidio umano; un suicidio collettivo che porta gli antropologi ad interrogarsi, ad affrontare il fenomeno, non più e solo semplice fatto individuale, ma sempre più espressione di un comportamento comunemente diffuso. Se il nostro Paese è così ridotto e soffre terribilmente la condizione di futuro negato è perché c’è confusione; tanta confusione nella politica italiana, una politica dalla lentezza di lumaca. Lenta è l’azione politica che si caratterizza per il suo decisionismo al palo e soprattutto per il prevalente peso di altri, tecnocrati, burocrazia, magistratura, poteri forti, élite dei signori dell’economia e della finanza che condizionano le scelte non più e tanto democratiche alla base della vita del nostro Paese, con il risultato di rallentare quando va bene e come estrema ratio di cancellarle, cancellandone il futuro e nel mondo giovanile perfino la speranza. La politica del nostro Paese confusa, parolaia, indecisa, viene strattonata da tutte le parti; così facendo, si fa male, tanto male alla nostra gente abbandonata a se stessa e sempre più senza futuro, in quanto i guri del potere lo vanno scempiando con grave danno per l’Italia che verrà. La perniciosa lentezza politica rallenta il normale ritmo della vita del Paese, che influenzata dalla politica lumaca, dalla politica degli indecisi, si traduce amaramente per tutti  in vita da lumaca, in vita dal fare indeciso. La politica lumaca al servizio dell’Italia alleata di un’Europa che ci impone un rigore idiota che ha ormai bloccato il sistema Italia (l’idiotismo del pareggio di bilancio ne è una prova provata) si sta attivando e bene per arrivare al default del nostro Paese. Il patto di stabilità è un provvedimento che fa male tanto male al Paese ed al suo futuro; diminuisce il lavoro, si abbassa il potere di acquisto dei cittadini sempre più tartassati da provvedimenti studiati da quei boiardi di Stato indifferenti alle lacrime e sangue, perché riescono a garantirsi ed a consolidare per sé, potere e privilegi. Il patto di stabilità ci fa soffrire e non poco; per il patto di stabilità il sistema di governo mette sempre e comunque, le mani nelle tasche degli italiani portando via tutto, compreso i risparmi. Gli italiani così impoveriti, sono vittime, sono i tartassati di Stato di un Paese che attiva il suo sistema in crisi con passi lenti ed indecisi da lumache, per niente laboriose, in quanto assolutamente diverse dalle formiche che, con la loro parsimonia, sanno garantirsi il futuro. Il Paese è senz’anima; crescono e non poco le sofferenze; tanto, proprio per colpa della politica che ha cancellato anche la speranza per cui la gente senza un progetto di società proiettata nel futuro, brancola nel buio, vivendo disperatamente il proprio presente. Sburocratizzare l’Italia; tanto con assoluta urgenza, mettendo da parte le presenze pericolosamente ingombranti dei boiardi di Stato e dei tanti tecnocrati registi invisibili del disastro Italia. Abbiamo una situazione economica da cambiare per non morire; va cancellato l’equilibrio di bilancio per ridare agli italiani le risorse necessarie a non morire ed a dinamizzare la spesa, mettendo in movimento il lavoro ed in funzione produttiva le fabbriche, ormai sempre più prossime ad abbassare le saracinesche, facendo crescere la disperazione dei senza lavoro. Bisogna riprendersi la sovranità perduta ed invertire la rotta nelle mani assassine di un’Europa che non ci vuole bene e vuole la fine del nostro Paese, facendoci lentamente morire. Lo Stato sovrano dell’Italia, del tutto libero da lacci e lacciuoli, non deve più sottostare all’Europa che, per farci male ci ha imposto un pareggio di bilancio e un fiscal compact che ci vanno togliendo sovranità e sviluppo e vanno cancellando il futuro dei nostri giovani. Lo Stato non fa il suo dovere; non sa rispettare i suoi cittadini e tanto meno garantirli nei diritti; lo Stato italiano tradisce l’Italia per bene; tradisce gli italiani. Lo Stato italiano sempre meno virtuoso per la politica che va mettendo in atto, deve fermarsi a riflettere sui mali d’Italia, causa di un crescente ed irrisolvibile conflitto (quasi guerra quotidiana) con i cittadini; sudditi tartassati di questa malridotta Italia nostra.