Cambiamenti epocali per l’uomo globale del terzo millennio

Giuseppe Lembo

Cambiamenti epocali, dalla forza dirompente di uno tsunami, stanno per abbattersi sul mondo, mettendo fortemente in forse gli assetti che, per abbastanza lungo tempo, ne hanno garantito la pace, la convivenza pacifica e, per tanti, le attese di un nuovo possibile futuro. Oggi niente è più come prima. Prima di tutto è sempre più diverso il ruolo dell’America nei confronti del resto del mondo; tanto sia nelle attese che nelle azioni fatte o da fare, evidenziandone la crescente difficoltà nel porre in essere le sue politiche protezionistiche, dal punto di vista economico ed oltre, in quanto considerate sempre meno adeguate, soprattutto per i Paesi emergenti, dall’India al Brasile. È cambiato il ruolo dell’America; è sostanzialmente cambiato anche il ruolo dell’Europa e dell’intero Occidente, che vede crescere le sue difficoltà, il suo disagio.

Dal G 8 si è passati al ruolo di rappresentanza allargata a più parti del mondo.

Questa nuova condizione ha oggi per protagonista il G 20, su cui si scaricano tutte le tensioni, tutte le attese del mondo, senza purtroppo, trovare le soluzioni giuste ai tanti problemi umani che si accavallano gli uni agli altri, mettendo a rischio la pacifica convivenza umana su questa sempre più maltrattata e sofferente madre Terra.

Per molto tempo l’America gendarme, al posto di comando ha funzionato nell’interesse di tutti; oggi questo ruolo americano nei confronti del mondo è in forte crisi; tanto, per le crescenti difficoltà a trovare soluzioni comuni e comunemente condivise, continuando a garantire quella stabilità e quella pace in allarmante crisi, con emergenti paesi canaglia che si accaniscono innaturalmente contro l’uomo usandogli la violenza ad un punto tale da causargli con armi proibite la morte (la Siria con l’uso dei gas nervini, causa di morte per tanti cittadini inermi, è l’ultima macelleria del mondo che ha fatto disumanamente strage di tante vite umane).

Non è assolutamente possibile che Assad usi nuovamente le armi chimiche per mettere a tacere il dissenso al suo potere, sempre più spesso dal volto disumano.

In questa situazione di crescenti difficoltà di convivenza umana sullo scacchiere mondiale, l’America non può essere definitivamente svuotata di credibilità in quanto potenza militare interventista, sempre pronta in ogni occasione di crisi ad intervenire per difendere l’ordine internazionale, la promozione della democrazia ed i diritti delle genti, pensando, tra l’altro, ad esportare il modello americano ovunque nel mondo.

Il gendarme USA ha certamente fatto il suo tempo; ma non lo si può assolutamente mettere da parte, dall’oggi al domani, lasciando un profondo ed incolmabile vuoto che renderebbe e non poco più insicuro un mondo da tempo abituato a spegnere gli incendi affidandosi all’america pompiere.

Se avessimo un mondo incontrollato ed incontrollabile, senza il ruolo vigile dell’America guardiano dei popoli, crescerebbero in modo pericoloso, le grandi sfide del mondo odierno che si prepara a diventare ed in fretta sempre più post-occidentale.

L’augurio è che si tratti di un cambiamento possibile utile al progetto di dignità umana per tutti del mondo, capace come si conviene, di recuperare i rapporti degli uomini della Terra in senso fortemente globale; tanto, nel senso di una nuova umanità, universalmente intesa.

Se queste attese diventano, come è augurabile, magnifica realtà, allora non si dovrà rimpiangere la scomparsa dell’America e del suo ruolo di lungo corso di sceriffo del mondo.

Ma deve trattarsi di certezze e non solo di un sogno, passato il quale ci troveremmo con la sola pericolosa realtà della solitudine umana globale e di un confuso e fanatico conflitto che vede gli uni contro gli altri, senza soluzioni possibili e giuste per un insieme umano di pace di cui ha tanto bisogno la martoriata Terra e l’uomo del mondo ormai sempre più solo, sempre più debole, dato il diffuso venir meno delle sue certezze, un grave e non sopportabile rischio per l’ordine globale, a cui tutti, per il bene dell’uomo della Terra, dobbiamo necessariamente contribuire, mettendo a disposizione di questo fine, tutto di noi stessi.

Tanto, per non fare inaridire il mondo; tanto, per evitarne l’ormai annunciata fine.

Superato il dilemma esistenziale di un nuovo ordine mondiale, bisogna saper pensare a scenari nuovi; a scenari di pace con al centro un mondo non solo post-americano, ma universalmente inteso, tale da essere capace di un protagonismo politico senza ambiguità, utile a costruire una stabile condizione umana, tenendo il più lontano possibile l’instabilità ed il caos che rischiano di prevalere e di porre la parola fine a questo povero e sconquassato mondo, dove ancora prevale l’odio sull’amore, la cultura violenta della guerra sulla necessaria cultura della pace, l’apparire sull’essere; tutto questo con l’amaro risultato di scenari sempre più tristi da veri e propri sepolcri imbiancati.

Si è ormai chiusa un’altra stagione; è la stagione dell’America, guardiano del mondo, sempre pronta ad intervenire a sostegno dei popoli amici, contro tutti i possibili nemici della Terra, al fine di assicurare la sopravvivenza della libertà umana; è una stagione che ha ormai fatto il suo corso e che forse sarà e per sempre cancellata.

Ma che ci sarà dopo? Quale le attese possibili da nuovo futuro del mondo?

Purtroppo di certo dietro l’angolo c’è sicuramente il caos; ci sono nuove e sempre più pericolose violenze che possono incendiare distruggendoli, i tanti popoli della Terra, ormai privi come sono anche della presenza dei “pompieri” americani, sempre pronti a spegnere il fare fanaticamente ed egoisticamente violento degli uni contro gli altri.

Con queste prospettive, altro che civiltà globale! Altro che pace universalmente intesa!

C’è, purtroppo, un crescente clima degli uni contro gli altri armati; c’è una crescente attesa di conflitti anche disumanamente fratricidi, con cooperazioni sperate, ma di fatto, impossibili da raggiungere.

Il mondo è sempre più ad un bivio che può portare ad una crisi umana senza ritorno; è assolutamente da scongiurare, per evitare quella catastrofe umana che è impensabile solo da immaginare.

Il mondo deve saper neutralizzare i fanatismi violenti e tutti quei guerrafondai che per affari illeciti e/o per pazzia, pensano per il futuro dell’umanità agli scenari di guerra come gli unici possibili e si adoperano attivamente, complice la buonafede dei tanti buonpensanti, per tenerli in piedi in ogni angolo della Terra, creando scenari di disperazione e di morte ed un clima di paura infinita da cui è assolutamente impossibile uscirne.

Il rischio è veramente grave; gli ambasciatori di pace sono sempre meno rispetto ai tanti crociati delle nuove guerre nel mondo che, se accese, rischiano di ridurre tutto in cenere.

Ma l’umanità non è fatta solo di chi si esalta pensando ad azioni di guerra e/o eliminando l’altro del mondo, come persona scomoda ed ingombrante, per cui non ha neppure il diritto di esistere in quanto uomo della Terra; tanto considerando, se ne pensa l’eliminazione fisica in modo lento o violento e subito ed in tutti i modi disumanamente possibili (con il piombo assassino, con le diavolerie tecnologiche, con la fame, con la cancellazione dei diritti e della dignità di uomini).

Ma se il mondo di oggi è ricco di assassini che fanaticamente si promuovono in tutti gli angoli della Terra in quanto tali, per fortuna ci sono ancora tanti uomini di pace che pensano all’altro come fratello da amare ed alla famiglia umana come insieme da rispettare e da rendere attivamente protagonista sulla via della Pace.

Il cammino della Pace è pieno di difficoltà, ma non corre assolutamente il rischio di annientamento; sono tanti nel mondo gli uomini di pace, i costruttori di pace che vigilano e sanno attivamente neutralizzare chi non ama la pace, perché si è votato alla causa della guerra violenta ed assassina, che rende purtroppo i tanti scenari umani del mondo, instabili e fragilmente protagonisti di un futuro possibile che, così facendo, può diventare tragicamente solo futuro negato.

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