Salerno: Cgil su trasporto pubblico extraurbano

Tra tavoli tecnici, buone intenzioni, proclami e annunci di programmazione, quel che resta delle chiacchiere è un ulteriore passo verso la marginalizzazione del territorio salernitano. Chi ha seguito attentamente le vicende sul trasporto pubblico locale degli ultimi mesi, si sarà accorto che quello che sta accadendo era stato già ampiamente da noi annunciato. La Provincia di Salerno, infatti, a partire dal mese di Agosto, ha tagliato di un ulteriore 10% le risorse economiche da destinare al settore. Inoltre, anche quest’anno, l’adeguamento dei corrispettivi di esercizio all’indice FOI spettanti alle imprese, pari al 2,2%, non sarà riconosciuto con risorse aggiuntive, ma attraverso una corrispondente diminuzione delle percorrenze chilometriche extraurbane. In buona sostanza, l’indicizzazione dei corrispettivi contrattuali provinciali dovuti alle aziende, sarà, ancora una volta, a completo carico dei viaggiatori e dei lavoratori. Tutto ciò, sta inevitabilmente comportando gravi disagi all’utenza a causa del taglio ai servizi di trasporto e un netto peggioramento delle condizioni lavorative degli addetti, con particolare riferimento ai turni di guida degli autisti sempre più costretti a ritmi di lavoro massacranti su mezzi obseleti e, in certi casi, stracarichi di viaggiatori. Tale miope politica, mortifica ulteriormente il territorio e mette a serio rischio anche la tenuta dei livelli occupazionali, tant’è che già diverse aziende velatamente preannunciano licenziamenti individuali o collettivi che, ad ogni modo, saranno fortemente contrastati dal Sindacato. A nostro giudizio, non c’è più spazio per razionalizzazioni meramente economiche, prive di un progetto complessivo per migliorare i servizi di mobilità. Se, così come dichiarato, per la Provincia di Salerno, il trasporto pubblico locale è davvero una priorità, allora si ripristinino immediatamente le risorse economiche di propria competenza, si riveda la programmazione e si ottimizzi il settore che non può più permettersi la presenza di circa 50 aziende.Tutto il resto significa fare fumo con la manovella e subire passivamente le scelte della Regione Campania che mirano ad aprire una stagione di selvaggia privatizzazione nei trasporti.