Pontecagnano-Faiano: Sconza presenta associazione politica culturale “Don Sturzo”

La nostra è un’associazione Politica Culturale  indipendente, che si propone di approfondire e divulgare  la conoscenza organica della dottrina sociale cristiana, obbligato punto di riferimento per una buona gestione della società civile. Questa attività viene integrata dall’approfondimento e dalla diffusione dei principi etico politici, filosofici, sociologici ed economici elaborati da Don Luigi Sturzo. Dottrina  sociale  della  Chiesa  e  popolarismo  Sturziano  rappresentano  pertanto  il  prezioso  patrimonio culturale intorno a cui ruota tutta l’attività della nostra nascente associazione, nella convinzione che l’Italia potrà  riprendere  la  strada dello  sviluppo morale,  sociale ed economico,  solo  se questo patrimonio  verrà fatto riconoscere e messo finalmente a frutto. La nostra associazione, fondata da giovani, di cui io mi onoro di essere stato eletto Presidente, promuove e gestisce tutte  le iniziative che ritiene necessarie per il conseguimento dei suoi obiettivi: l’organizzazione di conferenze, dibattiti, seminari, gruppi di studio e di ricerca, con particolare riferimento a temi economici e sociologici connessi a problemi della società moderna, disoccupazione, mobilità del  lavoro e superamento del precariato, questioni  che possono essere  vissute per  affermare  il diritto  a  crescere  all’interno di una comunità, o come un problema da risolvere attraverso  la forza creativa della  legge, soprattutto se manca una sufficiente visione sociale capace di cogliere le complessità del Paese. Cerchiamo di mettere al centro la dignità e il valore della persona, della famiglia, della cultura, della formazione, e dell’economia civile, realtà che la norma non può creare e neppure distruggere. Troppo spesso si chiede ai giovani di essere responsabili, ma si nega loro uno spazio fisico per elaborare le relazioni  umane.  Sappiamo  che  le  istituzioni  pubbliche  e  private  italiane  hanno  una  grande  quantità  di superfici  inutilizzate,  o  scarsamente  utilizzate,  che  potrebbero  servire  a  quest’affermazione  di  crescita responsabile  dei  nostri  giovani,  al  loro  modo  di  prendere  il  rischio  nella  gestione  di  una  realtà  socio economica, di affermare la loro personalità in modo utile per la comunità locale. Sappiamo come i musei chiudano per mancanza di personale, le nostre ville comunali abbiano orari da sala da  tè,  le  ex  fabbriche e  gli  ex  edifici militari  siano  tenuti  vuoti  per  finalità  speculative,  la  gran  parte  dei nostri  beni  culturali  sia  nei  depositi,  eppure  non  riusciamo  a mettere  in moto  questi  bacini  di  ricchezza attraverso  il volontariato organizzato dei nostri ragazzi  inserito  in un ambito di azione profit per no profit. Non riusciamo a immaginare associazioni e cooperative giovanili capaci di gestire in modo economicamente valido  questi  beni. Preferiamo  che  superino  i  limiti della  legalità ed  entrino  nella  zona  buia del  conflitto permanente,  invece  che  praticare  la  via  della  collaborazione  con  i  corpi  intermedi  (associazionismo, volontariato,  economia  del  terzo  settore),  liberando  le  capacità  creative  delle  nuove  generazioni  in  un processo di crescita civile ed economica che porterebbe nuovi impulsi alla vita nazionale. Favole  ideologiche,  consumismo, mercatismo  dai  facili  costumi,  ci  hanno  portato  all’incapacità  di  saper cogliere  il nuovo utilizzando  i grandi  temi della  cultura  civile  italiana. Dobbiamo  rivendicare  l’essenzialità della  lezione  salesiana  degli  oratori,  che  per mezzo  dell’accompagnamento  alla  responsabilità  costruisce persone  all’interno  del  contesto  delle  regole  e  attraverso  l’amore  caritatevole,  e  renderla  sinergica  alle spinte centrifughe dei centri sociali che sollecitano la crescita giovanile, attraverso una relazione di massa e la contestazione sociale, ad andare oltre i limiti di ogni regola. Questa sintesi sociale, assumendo la voglia di nuovo  della  propulsione  giovanile  nella  forma  del  confronto  e  del  rispetto  amorevole  con  il  prossimo, depotenzierebbe il pericolo di distruzione di “tanta bella gioventù”. In sostanza, dare un ruolo istituzionale alla forma di crescita dei giovani, attraverso un processo di responsabilizzazione che sia utile allo sviluppo legale ed economico della comunità locale. Giovani capaci in modo associato di prendersi cura di qualcosa (un bene monumentale) e di qualcuno (una persona marginale), provando a essere soggetti impegnati a esercitare diritti e doveri in modo democratico e  legale.  Se  volete  una  nuova  via  alla  globalizzazione  fondata  sul  lavoro,  giovani  e  sulla  partecipazione sussidiaria tra corpi intermedi e istituzioni pubbliche. Si tratta di cambiare rotta nelle politiche per  famiglia,  scuola  – università, e nel  rapporto con  l’economia civile. Dobbiamo avere nella mente e nel cuore  un  nuovo  progetto  sociale  che metta  questi  beni  comuni  al  centro  dello  sviluppo  della  comunità nazionale, proprio per liberare tutte le sane energie che sono all’interno dei nostri ragazzi e che una vecchia classe  dirigente  osteggia  per  paura  del  cambiamento, mentre  una  nuova  leva  finanziaria  vuole  bloccare nella  veste  di  consumatori  sfruttabili. Dal Big  State  senza  volto  democratico,  alla  grande  società  italiana fondata sul valore solidale e sussidiario dei corpi intermedi. Con questo spirito, vogliamo iniziare un percorso associativo vero, per Pontecagnano Faiano e oltre.

Il Presidente

Dr. Nicola Sconza