Salerno: pesca con attrezzi illegali, Guardia Costiera sanziona e sequestra rete non a norma

 Gli uomini della Capitaneria di porto di Salerno, diretti dal Capitano di Vascello Maurizio Trogu, hanno messo a segno l’ennesimo duro colpo nei confronti della pesca di frodo nel basso Cilento. L’attività di contrasto all’uso delle reti derivanti illegali, tra i principali compiti della Guardia Costiera, risponde all’esigenza di tutelare le specie ittiche a rischio di estinzione, preservando e tutelando gli ecosistemi marini e difendendo al tempo stesso la dignità di una tra le attività storicamente più nobili del territorio. Il Mediterraneo, infatti, risulta essere, per la sua ricchezza di biodiversità, tra i più importanti ecosistemi al mondo e l’esercizio di un’attività di pesca illegale non può pregiudicare la tutela delle specie marine protette. Il personale della Capitaneria di porto ha sottoposto a stretta sorveglianza, fino alle prime luci dell’alba, i movimenti di ogni unità da pesca entrante o uscente dal porto di Sapri, ultimo Comune rientrante nella giurisdizione del Compartimento marittimo, allo scopo di verificare la regolarità delle attività di pesca, nonché della conseguente commercializzazione degli esemplari pescati, molti dei quali soggetti a rigide norme di tutela da parte della Comunità Europea. L’intensa e complessa attività, accompagnata a mare con l’impiego di gommoni e motovedette, ha portato infine alla scoperta di un’attività di pesca svolta con reti derivanti da posta illegali da parte un personaggio già noto per aver commesso analoghe precedenti infrazioni. Colto nella flagranza dell’illecito, il motopeschereccio stava per essere bloccato all’atto dell’attracco in banchina quando, presumibilmente allertato da proprie vedette posizionate a terra, riprendeva immediatamente il mare allontanandosi verso il largo per tentare di affondare l’attrezzo illegalmente detenuto ed utilizzato. L’unità tuttavia veniva prontamente intercettata dalla motovedetta CP 814, già preventivamente dirottata in zona, e la rete (divenuta anche un pericolo per la navigazione) veniva senza indugio recuperata grazie all’ausilio di mezzi fatti pervenire da Marina di Camerota. Le operazioni si sono svolte in un clima concitato ed ostile, a causa dell’ostruzionismo e della resistenza opposti da parte del Comandante e del personale imbarcato sull’unità. Numerosi sono stati i provvedimenti sanzionatori inflitti al Comandante e all’armatore per la violazione della normativa comunitaria sul legittimo esercizio dell’attività di pesca in relazione alla detenzione di attrezzi da pesca illegali, nonché alla pesca non autorizzata di specie ittiche contingentate (D.lgs. n. 4/2012). È stato infine disposto il sequestro del pescato e soprattutto della rete che è stata misurata, risultando lunga 9 Km. Sono state inoltre contestate le violazioni delle norme del Codice della navigazione in tema di sicurezza (art. 1178), anche per aver illecitamente imbarcato a bordo personale non qualificato. Alcune delle persone imbarcate sono state denunciate all’Autorità giudiziaria per resistenza a pubblico ufficiale. La necessità di adottare provvedimenti come quelli elevati si fonda, come è evidente, sull’esigenza di utilizzare strumenti sanzionatori proporzionati al danno arrecato alle risorse ittiche, oltre che altamente dissuasivi, anche al fine scoraggiare e prevenire l’insorgenza di pericolosissimi comportamenti emulativi. Le operazioni di monitoraggio sulle acque dell’intero litorale compartimentale, anche in vista dell’approssimarsi della stagione estiva, proseguiranno, in esecuzione delle direttive di indirizzo e coordinamento impartite dalla Direzione Marittima di Napoli, quale centro di coordinamento regionale in materia di controlli sulla filiera della pesca e in collegamento con le attività relative all’annuale operazione “Mare sicuro” a tutela delle attività balneari stagionali.