L’Italia e’ ancora la terra di un principe?

Giuseppe Lembo

La XVII legislatura repubblicana, non è partita né all’insegna dell’ottimismo, né delle buone maniere per un corso duraturo e convincente. È partita, purtroppo, all’insegna di una grande confusione; le camere aprono i battenti di una legislatura che, non ha assolutamente prospettive di lungo corso. Sarà una legislatura assolutamente di breve durata e non si sa minimamente se vengano restituite agli italiani almeno alcune certezze vitali, democratiche e costituzionali, in un Paese ormai senza certezze, fortemente allo sbando e politicamente nelle mani deliranti di chi non sa essere credibile, in quanto non sa parlare a se stesso ed ancor meno agli altri. C’è confusione; c’è un clima diffuso di incertezze; ci sono tante macerie fumanti di una partitocrazia in agonia che, è fortemente pressata dal nuovo che avanza (il nuovo della politica italiana è quello dei grillini, del movimento 5 stelle che, forte di un risultato assolutamente inaspettato, è deciso di andare fino in fondo, facendo pulizia e cacciando tutti gli indesiderati di lungo corso, responsabili di un sistema Italia, ormai alla deriva, ormai prossimo al collasso e senza alcuna prospettiva possibile di futuro politico). Il PD, in una forte fase confusionale, cerca senza alcun risultato di allearsi con il Movimento di Grillo, ma non c’è giorno che non gli viene il gran rifiuto ed un atteggiamento di derisione per quello che si è ridotto a rappresentare come uomini (un mondo di vecchi, con i volti tutti da cancellare), come ruolo (un ruolo assolutamente inadatto a risolvere ed a tirare fuori l’Italia dalle gravi condizioni in cui è stata portata da una classe politica, capace di farsi male e di fare male agli italiani, oggi travolti dall’onda lunga della mala politica) e come prospettive di futuro (trattandosi di prospettive in se senza futuro, in quanto con un forte radicamento in un passato tutto da cancellare, per essere stato terra di conquista di un maledetto feudalismo politico che ha imposto lo strapotere dei soli poteri politicamente forti, il frutto della volontà di una falsa dignità del popolo sovrano ed il suo ruolo di protagonista così come è da tempi lontani scritto nel DNA della democrazia della partecipazione . Che sta succedendo nella politica ed alla politica italiana?

Dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 niente è assolutamente come prima. Il PD è uscito dalle urne fortemente malmesso rispetto alle attese della vigilia (tanto può dirsi anche di fronte al voto che per pochi elettori lo vede vincitore); le speranze di governare il Paese per l’intera legislatura sono ormai speranze da vero e proprio libro dei sogni. Non c’è possibilità di dialogo e tanto meno ci sono possibilità di alleanze che rendono concretamente il sognatore Bersani in un capo carismatico, credibile per il governo del Paese.

Già i primi passi dopo il responso delle urne (le elezioni della Camera e del Senato di sabato 16 marzo sono un segnale forte della politica senza futuro per un governo di questa nascente legislatura). È assolutamente impossibile formare un Governo e se formato sarà di corto respiro, mancando del necessario sostegno numerico, soprattutto al senato, per andare avanti.

Siamo ad una condizione assolutamente nuova; ad una condizione definita da Galli Della Loggia (editoriale del Corriere della Sera di domenica 17 marzo 2013) di non politica che porta dritta dritta e senza altre vie d’uscita, a nuove elezioni. Perché questo? Perché non ci sono i numeri per governare; perché non ci sono alleanze possibili da realizzare in un quadro parlamentare dove non c’è una maggioranza certa. L’unica alternativa il governo delle larghe intese; gli inciuci di sempre non servono e soprattutto non servono al Paese. È meglio, da subito, trasformare la non politica in politica certa, attraverso un nuovo voto, il solo che può ristabilire ordine, eliminando le cause del disordine attuale. Con le elezioni di Laura Boldrini a Presidente della Camera e di Pietro Grasso a Presidente del Senato, siamo assolutamente alla non politica. Il PD, comprendente  tra l’altro, i tanti cattolici della vecchia democrazia cristiana,  ha fatto ben capire al Paese che non gioca più in proprio; intende utilizzare al meglio i propri uomini.

Gioca ormai di riflesso, con altri volti ed altri nomi anche se, come nel caso di Grasso e Boldrini, trattasi di nomi e di volti dalla appartenenza polticamente poco definita e per niente radicata in chi, come alternativa ad un fallimento annunciato, è stato costretto a dare la propria paternità e la propria appartenenza, mettendo in atto una rispettabile vittoria di Pirro, con un vincitore unico che è la non politica e l’inevitabile ritorno alle urne, data l’assoluta impossibilità a governare questo nostro Paese, che giorno dopo giorno, si lecca le ferite di un malessere infinito, con responsabili unici quelli della politica che oggi, abusano ancora degli italiani mettendo ancora in piedi atti e fatti della politica potere assolutamente inopportuni, in quanto il frutto avvelenato della non politica.

Laura Boldrini, eletta parlamentare nel movimento di Sel, riconosciuta protagonista di grande impegno nella difesa dei diritti umani e dei mondi dimenticati e di Piero Grassi un rappresentante della magistratura, che oggi veste la casacca del PD nelle cui file è stato eletto parlamentare, neoeletto presidente del Senato con il voto determinate di alcuni grillini, c’è da dire che, non è con questi stratagemmi di comodo della vecchia politica di pensare come possibile di poter dare una guida sicura ed illuminata al Paese, le cui condizioni socio-economiche e di credibilità istituzionali si aggravano di giorno in giorno, senza che si intraveda all’orizzonte una qualche via d’uscita.

Anche con queste nomine eccellenti l’Italia non si smentisce; nei momenti difficili si ricorre furbescamente al cilindro magico, pensando così di fottere il popolo, sovrano solo di nome.

Il Paese reale è completamente diverso da come se lo immaginano i lorsignori abituati ai privilegi di un potere monolitico, assolutamente inossidabile ed intoccabile.

Se ancora pensano questo, sono veramente ciechi e sordi e non riescono a capire il grido di dolore di un’Italia ormai maledetta e mortalmente ferita per colpa di una classe dirigente assolutamente non all’altezza che ha da lungo tempo svenduto il Paese, in cambio dei privilegi indecenti di una politica padrona ispirata al tutto per sé.

Di questa politica maledetta  gli italiani sono stanchi; con il voto del 24 e 25 febbraio 2013 hanno detto no, interrompendone il corso.

L’Italia vuole fatti e non solo cambiamenti di facciata. Vuole governabilità non guerra di false sacrestie, dannose per tutti. Il potere della rappresentanza è distribuito in più anime; nessuno può farcela a governare da sola.

Che fare? All’orizzonte ci sono o i soliti inciuci di sempre, basati sul principio dell’insieme per forza con “tu dai una cosa a me ed io dò una cosa a te”, oppure, ormai sconfessata la democrazia della rappresentanza, nel nostro Paese assolutamente anomala in quanto ha prodotto e produce non eletti ma nominati, bisogna ed in fretta ridare di nuovo la parola agli elettori che, riflettendo, possono esprimere nella piena realizzazione della democrazia partecipata, un risultato veramente utile a dare un governo che possa concretamente e senza gli inciuci di sempre, governare per la legislatura, l’Italia, preparandole, come si conviene, un futuro di vera democrazia e di cambiamento e sviluppo possibile, in risposta alle attese di sempre di una società civile con forza e oggi confusa e frastornata per i tanti che rumoreggiano in modo assordante, mentre le potenzialità di cui gode il nostro Paese, un grande Paese del mondo, purtroppo e da troppo tempo fortemente maltrattato dall’insipienza umana di chi lo malgoverna, sono confusamente espresse e/o meglio dire, assolutamente inespresse.

Che bella Italia! Un’Italia ormai alla deriva che si compiace di essere malgovernata e che, chi ormai mummificato nel potere di sempre, non vuole mollare e non le permette di alzare la testa come si conviene, recuperando, prima di tutto, la dignità perduta e quel cammino del futuro possibile, oggi in forte crisi, per effetto di una condizione di vita reale dove lentamente sta morendo anche la speranza.

Italiani, italiani nel mondo,non lasciamoci rubare la speranza!

È ora? È ora di dire basta agli inciuci ed ai governi fini a se stessi che non possono realizzare quello che, a viva voce, rivendica il Paese, attraverso la domanda diffusa di crescita sociale, di sviluppo umano, di esaltazione territoriale e di utilizzo intelligente delle tante risorse-petrolio, da cui partire, in quanto concrete risorse di un futuro possibile, in un’Italia nuova.

L’Italia deve saper camminare anche da sola, costruendo, tappa dopo tappa, un cammino dal futuro possibile che non sia pensato da altri e/o eterodiretto da chi solo apparentemente si dice amico, ma che di fatto non ci vuole bene.

L’Italia deve diffidare e svincolarsi dalle tante pedine scomode che fanno parte dell’ingranaggio dei poteri forti che si attrezzano a dominare il mondo sottomettendolo con scelte disumane, per governare sgovernando nel solo interesse dei pochi, di quei pochi potenti della Terra che, avendo per obiettivo il governo del mondo non si fermano di fronte a niente, in quanto hanno come unico obiettivo da raggiungere il potere assoluto su tutte le realtà del mondo ed il godimento senza fine di privilegi infiniti, sempre più spesso, il frutto di grandi e disumane sofferenze per l’uomo della Terra.

Chi deve governare l’Italia, deve essere, prima di tutto, alternativo a tutto questo; deve avere in sé un forte senso condiviso di italianità ed un grande rispetto per tutti gli italiani, un popolo virtuoso ed intelligente capace anche di grandi miracoli.

Oggi gli italiani, di fronte agli allarmanti mali d’Italia, con tanta rabbia dentro, a viva voce invocano una  diversa politica ed un nuovo e responsabile protagonismo politico, finalizzato al cambiamento ed allo sviluppo del Paese.

Per questo nobile obiettivo, smettendola con le barzellette della falsa politica, occorre pensare ad un progetto di insieme finalizzato ad investire nella crescita italiana, stendendo un velo pietoso sul rigore montiano scelleratamente imposto da un’Europa sempre meno Europa dei popoli, attraverso politiche di rigore da lacrime e sangue ed un maledetto pareggio di bilancio che ci metterà completamente con il culo per terra e di fronte non al pareggio, ma al definitivo azzeramento dello sviluppo italiano, uno sviluppo possibile sempre che lo vogliamo noi italiani.