Eboli: ICATT I° torneo di calcio “Il Riscatto in campo”

Quale riscatto senza integrazione? La risposta sabato 16 marzo presso il campo di calcio della Casa di Reclusione – Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento dei Tossicodipendenti di Eboli dove sarà disputato  il  1° torneo di calcio  “il rIsCATTo in campo”. La squadra dei detenuti incontrerà sul campo le “avversarie” della Polizia Penitenziaria dello stesso istituto ebolitano, del Nucleo Provinciale Operativo Traduzioni e Piantonamenti e quella composta da politici e avvocati capitanata dal consigliere comunale Emiliano Torre. Non solo e non più, dunque, miopi contrapposizioni generatrici di sempre più stringenti fenomeni di esclusione, al contrario il carcere si apre sempre di più all’esterno al fine di rendere sempre più concreta la visione che della pena esprime la nostra Carta Costituzionale. E’ quanto da anni realizza l’ICATT, modello,ormai, da seguire e replicare nell’intento di riconoscere la dovuta dignità a quanti hanno deviato dai normali percorsi e per questo stanno scontando una pena che non può e non deve essere aggravata da trattamenti inumani e degradanti. E’ quanto l’Amministrazione Penitenziaria si sta impegnando concretamente a fare su tutto il territorio nazionale a partire dalla Campania, Regione pilota nell’attuazione di programmi di esecuzione penale che compendiano sicurezza e trattamento. In tale ottica la partita di sabato rappresenta una concreta risposta di quanti credono nel trattamento e nel recupero a quanti, scettici, traggono dalla manichea contrapposizione, tra bene e male,  motivo per perpetrare separazioni e disagi che non lasciano spiraglio di riscatto. La logiche sono, finalmente cambiate, perché è l’ICATT che cambia, perchè offrendo reali opportunità di inclusione sociale e “rompendo gli schemi” riesce a mettere in campo detenuti e poliziotti, persone che si trovano a condividere le medesime esperienze per forza o per dovere  richiamando sempre e comunque l’ attenzione di quell’esterno da sempre più aperto e sensibile a quelle istanze che promanano da persone che pur avendo sbagliato non possono e non devono essere abbandonate e sé stesse. E’ l’impegno da anni perseguito dal Direttore della struttura, Rita Romano, e dalla sua equipe: dare alla pena il suo giusto significato per poter restituire alla società Uomini nuovi che una giusta, equa e corretta esecuzione penale ha reso tali.