A volte ritornano

 Angelo Cennamo

A pochi giorni dal voto, l’Italia sembra essere ripiombata negli anni di tangentopoli per effetto di una serie di arresti eccellenti che hanno decapitato i vertici di alcune delle più grandi aziende nazionali. E non solo. Le inchieste sono così ad ampio raggio e scollegate tra di loro che è difficile immaginare una vera e propria strategia della tensione ordita dalle solite toghe politicizzate. Tuttavia la circostanza che personaggi noti, della imprenditoria e della pubblica amministrazione, come Mussari, Orsi, Baldassarre, Proto, Rizzoli, Fitto e Formigoni, in un modo o in un altro, siano finiti sotto la scure della magistratura, tutti insieme e a poche ore dalle elezioni, presta il fianco a qualche sospetto. Si tratta di una semplice casualità o il segnale che una stagione sta per concludersi, portandosi dietro, a prescindere dalla fondatezza delle accuse, i fallimenti di un’intera classe dirigente? E’ già capitato altre volte che, di fronte ad un cedimento strutturale della politica e dell’economia, la magistratura inquirente abbia mostrato il suo volto più feroce, arrogandosi il diritto di supplire ad un’assenza di leadership, etica soprattutto. Vent’anni fa, il pool di mani pulite interpretò quel ruolo con grande determinazione, ai limiti dell’ortodossia giudiziaria, facendo talvolta un uso discutibile se non improprio della carcerazione preventiva. Alcuni di quei pm hanno tratto dalla visibilità delle loro inchieste la forza elettorale per sostituire nei palazzi della politica gli inquisiti, condannati o prosciolti che fossero. Una catarsi in punta di manette che però non è servita a liberare il Paese dalla corruzione nè dalla protervia di certe istituzioni. E allora ad un fallimento se n’è aggiunto un altro. Già, perchè solo la buona politica può cancellare la cattiva politica, e chi ha sperato che un manipolo di pm potesse ridare moralità e senso civico alle istituzioni si era illuso. La corruzione e il malaffare si nutrono e prosperano negli spazi della pubblica amministrazione; le Province, le Regioni, e le loro propaggini finanziarie sono i luoghi dove attecchisce più facilmente il germe della corruttela. Soltanto cancellando o riducendo i perimetri di questi luoghi è possibile venire a capo del fenomeno e pronosticare tempi migliori. cennamo.angelo@tiscali.it

3 pensieri su “A volte ritornano

  1. interessante la tua disanima: dato che la corruzione è inevitabile, nel dna dei politici italiani, allora bisogna diminuire le coccasioni, le tentazioni.
    non ti sto ad annoiare con le differenze che ci sono tra chi ritiene, apppunto, la corruzione un dato di fatto da accettare ed in qualche modo anche regolamentare non con leggi dissuasive ma con leggi che in qualche maniera la trattino come una sorta di controllo del lobbyng, e chi invece ritiene che sia una atteggiamento, un comportamento criminoso, da condannare anche con il carcere.
    io credo che l’uomo, anche quello politico, sia migliore di come viene rappresentato e che quindi la migliore soluzione sia di mandare degli uomini migliori, nuovi, che facciano la politica per passione e per ideale. e ti dirò che se cerchi nel passato, anche recente, troverai tanti esempi (due opposti potrebbero essere almirante e berlinguer), è che oggi in Italia c’è chi è capace di vincere le elezioni ed è incapace di governare quindi siamo in un grosso cul-de-sac.
    un piccolo appunto non so le fotografia che accompagna l’articolo che ci proponi è stata scelta apposta, penso di no perchè la vedo riproposta in tutte le salse, però è veramente datata e dimostra, per caso, di come il “centro-sinistra” si è rinnovato moltissimo visto che di quel puzzle sono rimasti attivi solo 3-4 mentre se tu facessi lo stesso puzzle con il “centro-destra” scopriresti che è rimasto con le stesse identiche facce da venti anni a questa parte. e se tanto mi da tanto….

  2. Non mi pare che le facce del Pd siano cambiate. Il centro destra nell’ultimo governo ha avuto divrsi ministri di appena trent’anni. Mai accaduto prima.

    1. Guarda bene, perché nel PD se ne sono andati parecchi della “vecchia guardia” e non saranno ricandidati. Salvo clamorosi eventi, Bersani lascia la segreteria a marzo ad un giovane (Renzi? Civati?)…

      Il centrodestra italiano può avere anche gente di 18 anni, ma tanto comanda soltanto una persona e tutti gli altri non si sa bene cosa facciano, tant’è che se non si fosse candidato Silvio, il centrodestra si sarebbe disintegrato con tutti i suoi “adolescenti”.

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