I nominati d’Italia, morte della democrazia della rappresentanza

Giuseppe Lembo

La democrazia della rappresentanza del nostro Paese, con la nuova ed ormai consolidata stagione dei nominati d’Italia, una casta di privilegiati, fatta di politicanti sempre più asserviti ai poteri forti, sempre pronti a difenderne gli interessi a tutto danno dei loro indifesi rappresentati, ormai esclusi da tutto, non può più oltre governare la scena. Il cosiddetto popolo sovrano che di fatto non è sovrano in niente, pur consapevole di dover combattere contro i mulini a vento di un potere assolutistico che tutto può ed a cui tutto si deve, dice basta. Si tratta di un pio e condivisibile desiderio e/o solo di una speranza disperata di tanti che, non più   Basta con la macelleria sociale ed alle tante azioni contro da parte dei poteri forti soprattutto dell’economia e della finanza che, tartassando, tartassando, rendono sempre più difficile se non impossibile la vita di tanti italiani, che ormai non ce la fanno più a campare. Oltre ad essere spogliati dei loro diritti di cittadini italiani costituzionalmente garantiti a vivere democraticamente sono, tra l’altro, sempre più spogliati della dignità di uomini, una dignità che i potenti della Terra, universalmente uniti, per i propri egoismi di potenti, cercano ovunque di cancellare, avvalendosi, tra l’altro, di ingannevoli messaggi di falsi paradisi con al centro un godimento infinito, così come propagandato dai sempre più accattivanti messaggi dei mass media che, oltre ad essere accattivanti, sono spudoratamente falsi ed assolutamente ingannevoli nei confronti di chi li subisce in silenzio, assorbendoli acriticamente, con gravi e pregiudiziali danni per le scelte anche importanti della propria vita.

Tornando ai nominati d’Italia c’è da sentirsi frastornati per un’imposizione violenta assolutamente antidemocratica ed illiberale; gli eletti del nostro Paese, un’anomalia che non ha precedenti e non ha altre realtà con cui confrontarsi, sono indecentemente espropriati da un capo branco che assolutamente decide per tutto e per tutti.

Come prima importante riflessione mi viene da chiedere rivolgendomi ai nominati d’Italia, come si sentono nella veste di nominati e cortigiani di un re sole che tutto può nei loro confronti?

Mi viene ancora da chiedere quale sarà il loro rapporto con chi li ha nominati e soprattutto quale sarà l’impegno per gli anonimi elettori che a scatola chiusa, prendere o lasciare, sono costretti a votare per una generica coalizione già posizionata per i primi posti di potere, senza possibilità alcuna di poter scegliere a chi dare con fiducia la propria preferenza, pensando che si tratta di persona meritevole di fiducia e dalle garanzie certe per la rappresentanza che eventualmente andrebbe ad esercitare  come garante ed in difesa dei suoi diritti di cittadino italiano.

Altra questione importante fortemente legata ai nominati d’Italia è quella dei primi posti dei personaggi eccellenti pluricandidati in più circoscrizioni elettorali che, una volta eletti, a piacimento di chi li gestisce dall’alto, li destina alla sede politicamente funzionale per poter lasciare il posto di nominato eletto ad altri aventi diritto per solo ordine di successione numerica.

Che guazzabuglio tutto italiano!

A questo teatrino assolutamente poco edificante, si aggiunge anche l’affollamento di simboli ed organizzazioni che hanno ormai infranto il sogno italiano del bipolarismo perfetto, a base del promesso cambiamento con cui nel 1994 del secolo e millennio scorso, era nata la Seconda Repubblica, un sogno ormai infranto, ormai del tutto naufragato nel mare magnum di partiti e partitini senza storia, proposti a titolo personale da questo o quel personaggio, per tutelare attraverso la politica, la scalata al potere-privilegi, una componente fortemente italiana ormai cara ai più che ha raggiunto il massimo dell’inflazione e dell’attenzione di tanti di tutte le diverse rappresentanze della società civile, dai magistrati ai giornalisti, dalle casalinghe al mondo dello spettacolo, dall’Università al mondo dell’economia, dalle finanze e non ultima dalle banche, con banchieri in prima persona fortemente responsabili di tanti mali d’Italia.

Nelle elezioni dell’ormai prossimo 24 e 25 febbraio 2013 c’è di tutto e di più; dai circa 300 simboli depositati in parlamento, ne avremo circa 30 sulle schede lenzuola da votare per eleggere i nominati d’Italia in questa confusa tornata elettorale che speriamo, da primavera italiana, da nuova liberazione, dia agli italiani e soprattutto agli italiani onesti, i risultati sperati per cambiamenti utili al Paese ed in prima persona al Paese del mondo giovanile, in modo fortemente maltrattato e dal futuro gravemente negato.

L’Italia dei nominati e delle tante piccole aggregazioni partitiche intese come veri e propri feudi di potere di tipo personalistico non è per niente l’Italia che vogliamo, l’Italia del possibile con un ruolo di rispetto e di prestigio così come si merita nel mondo.

Alternativa a quest’Italia imperfetta ed innaturale, vogliamo un’Italia della rappresentanza democratica, come libera espressione della volontà sovrana del suo popolo.

Così come è giusto che sia, così deve essere se vogliamo salvarci e salvare il Paese da un barbaro oscurantismo di un Medioevo di ritorno che ci porterebbe indietro nel tempo con gravi danni per il futuro di progresso sociale e di cambiamenti possibili soprattutto a garanzia dei giovani che vivono nell’assoluta incertezza del loro domani per gravi responsabilità dei tanti ladri di futuro che, serpenti velenosi si annidano a più non posso nel mondo della politica potere che si crede padrona di tutto, decidendo, tra l’altro, oltre alle sorti di chi deve rappresentarci anche il corso della vita di ciascuno con alti e bassi strumentalmente inventati per cercare, pilotandole, crisi che fanno dannare i più deboli, i più poveri rendendoli sempre più deboli e sempre più poveri; tanto, per il godimento infinito dei poteri forti insaziabili nella loro smania di potere.

Nel dire basta con gli inciuci della politica-potere e con le rappresentanze innaturali dei nominati, dobbiamo responsabilmente pensare a costruire insieme un nuovo percorso di politica per la gente, democraticamente intesa ed organizzata, restituendo, per questo obiettivo, al popolo sovrano il diritto di scegliersi liberamente le proprie rappresentanze che, dovendo dare conto a chi le ha elette potrebbero essere più responsabilmente attente nel fare il loro dovere e nel decidere le alleanze che, certamente non sarebbero  più sola espressione di sottomessa sudditanza nei confronti dei poteri forti, forti ed agguerriti protagonisti dei tanti mali d’Italia e del mondo in cui si gioca il nostro futuro e più in generale il futuro della democrazia rappresentativa, l’unica a poter garantire la libertà dell’uomo, lasciando la gente realmente libera e senza le violente catene di un mondo libero solo in apparenza e per niente libero nei fatti.

Purtroppo è proprio vero che la democrazia della rappresentanza appartiene più all’utopia che alla realtà della vita.

I popoli non hanno mai governato realmente; sono gli altri che li sottomettono ed esercitano il potere, mettendo in piedi in Italia e nel mondo mille ingannevoli e disumane azioni contro, ultima delle quali il terrore del debito pubblico che attraverso l’andamento ballerino dello spread e della bancarotta, una colossale truffa è agitata contro i cittadini indifesi sia in Italia che nel mondo dove i tanti della Terra, con la complicità dei potenti di ogni singolo Paese e dei loro governi attraverso uno snaturato e disumano progetto di ingannevole globalizzazione, pensano di poter costruire un nuovo ordine mondiale.