Lettera aperta alla redazione del Sindaco di Montesano – Donato Fiore Volentini
L’ultima Conferenza dei Sindaci è stata l’occasione di riflettere sulla “sicurezza stradale “ che sovente ha sconvolto la vita di molte famiglie del Vallo di Diano. Nel corso della discussione è emersa la volontà unanime di istituire un Osservatorio permanente ad hoc aperto ai rappresentanti delle istituzioni, alle associazioni e agli operatori a vario titolo interessati. In tale sede ho ritenuto opportuno, nel corso di una argomentata discussione, integrata dal contributo di dati scientifici prodotti dal validissimo rappresentante dell’associazione Life.Onlus Daniele Campanelli, avanzare delle proposte di estremo buon senso, quali: 1. Maggiore controllo da parte di tutti quanti sono preposti ad esercitarlo compreso l’autocontrollo degli operatori sulla somministrazione di alcolici e superalcolici dopo un certo orario; 2. Unificare, almeno tra le Amministrazione del Vallo di Diano sulla scorta della normativa sulla liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura del locali (Legge 214 del 22.12.2011) da concordarsi con gli operatori; 3. Monitorare le strade a maggior rischio segnalate dall’Osservatorio ed adottare ciascun comune nell’ambito del proprio territorio, invece di sollevare la solita lagna sulle deficienza di questo o di quello, un sistema di segnalazione delle criticità delle stesse idoneo a ridurre lo stato di pericolo. (segnaletiche luminose, bande rumorose, autovelox o altro). Naturalmente sulla problematica si è aperto un costruttivo dibattito nel quale ognuno ha ritenuto legittimamente apportare il proprio contributo di idee e di proposte. Non capisco la reazione del consigliere comunale di Montesano Antonio Bianculli che piuttosto che affrontare il problema nel merito ed eventualmente nelle sedi opportune visto il ruolo istituzionale che ricopre, con il tipico atteggiamento di chi si appella sempre alle regole ma non ne vuole accettare alcuna, censura l’atteggiamento dei Sindaci ed in particolare il mio strologando senza neanche conoscere i termini del problema se non attraverso esemplificazioni giornalistiche. Non credo che un linguaggio vetero-protestatario a prescindere contribuisca alla soluzione del problema. Sul punto non ci sono certezze, ci sono soltanto atti e comportamenti di tutti gli attori della problematica. Quando si scambia il contributo di idee da condividere con altri per paternalismo o peggio ancora per proibizionismo significa non solo che non si giudica sui fatti e sugli atti amministrativi emessi ma significa soprattutto che si è convinti di essere i depositari di ogni verità non riuscendo neanche a capire il senso delle proposte, del dialogo e della condivisione di un problema sul quale nessuno si può arrogare il diritto di possedere il dono della verità rivelata. E’ solo il caso di impegnarsi tutti gli interessati a vario titolo, per farsi carico di un problema che eventuali strumentazioni parapolitiche possono solo allontanarne la soluzione.