Non è un privilegio…

Barbara Gentile

Dal titolo non si comprende l’argomento, quindi ti aiuto subito: prelievo del sangue. Tutti noi, disabili e non ci sottoponiamo regolarmente al prelievo del sangue per cercare di monitorare il nostro stato di salute. Per prima cosa andiamo dal medico di condotta che ci fa la richiesta,  che va portata al CUP per la prenotazione, dove solitamente c’è una gran confusione e finalmente davanti ad un addetto al prelievo. Questo è l’iter “normale”, ma per me non è stato così. La prima parte è la stessa, anche se  la richiesta non l’ho portata al CUP ma al Centro Salute di mia competenza. Perché? Sono “privilegiata”? No, sono disabile, quindi il prelievo non lo posso andare a fare autonomamente. E’ vero io “cammino” con le stampelle ma una volta tolto il sangue non ho la forza di stare in piedi. Vedere nuovamente quell’ago inserirsi nel mio braccio, rimanendo sul letto mi ha trasportato indietro di cinque anni riaprendo la profonda ferita del cuore. Il cornetto al cioccolato con cappuccino, premio dell’analisi, è un’utopia. Mi rivolgo ai “normodotati”: non vi lamentate dell’eventuale fila all’ambulatorio, quella non fa male.

Un pensiero su “Non è un privilegio…

  1. Signorina lei scrive articoli brevi ma incisivi. Spero vivamente che la sua condizione sia suscettibile di miglioramento. Spero che non sia stato un incidente a provocare le sue condizioni di salute perchè sarebbe più complicato farvi fronte. I normodotati a volte sopportano molto pur essendo sulle proprie gambeperchè afflitti da malattie terribili o perchè costretti ad assistere alle sofferenze dei loro congiunti che le malattie non le hanno certo cercate ma gli sono piovute sulla testa. Pensi a quando il prelievo del sangue lo fa un bambino piccolo, che magari non può poi mangiare il cornetto al cioccolato perchè diabetico. Lei non mi sembra persona che si commisera, ma non trovo corretto fare distinzioni tra disabili e normodotati, perchè la malattia non distingue nessuno. Salvo chi le malattie o le disabilità se le cerca assumendo comportamenti notoriamente pericolosi, tipo guidare sbronzi, fumare, drogarsi. Scusi la franchezza, ma mi sembra che a volte con queste note lei tenda a sottolineare le differenze di chi è disabile rispetto ai normodotati, più che ad avvicinare chi è in salute verso il complesso mondo della disabilità.

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