Economia assassina

Giuseppe Lembo

L’Italia non è più un Paese libero e tantomeno libero di decidere liberamente il futuro. È un Paese “colonia” in cui altri ne decidono le sorti. Tra gli altri, che di fatto sono i veri prepotenti padroni d’Italia, c’è parte del potere europeo, Germania in testa, seguita sornionamente dall’Inghilterra con il vizietto imperialistico di sempre; ma non è solo l’influsso eterodiretto di un’Europa dove l’eurozona, tra l’altro, sempre più euroscettica, è l’unica realtà che ancora tiene uniti i 27 popoli sempre più lontani gli uni dagli altri, a dettare leggi nel nostro malcapitato Paese; ci sono, purtroppo, i poteri forti d’Italia che al momento giusto si riprendono in mano il loro ruolo e come ben sanno fare, tuonano a vista e fanno sentire la loro voce di disumana padronanza. L’Europa, l’Italia che binomio demoniaco di false speranze! Ma all’interno del nostro Paese un altrettanto binomio maledetto è quello dell’Italia e dei suoi poteri forti dell’economia e della finanza che ammorbando, ammorbando, vanno riducendo a zero assoluto le prospettive italiane, ormai caratterizzate da condizioni di povertà diffuse e di mancate speranze per un futuro diverso. Ma chi ce lo doveva dire che il ventunesimo secolo e più ancora il Terzo Millennio, apertosi al mondo, come inizio di un tempo dal futuro globale, per noi doveva significare condizione diffusa di tristi scenari di disperazione e di morte, che ormai, rotti gli argini, vanno coinvolgendo anche la società italiana nel suo insieme, regalando a piene mani sofferenze e disperazione per le crescenti difficoltà che rendono impossibile anche la semplice e nuda sopravvivenza umana. L’Italia ormai colonizzata ha perso tutte le sue autonomie sia interne che esterne. Al suo interno, a dettare legge sono i poteri forti, sono le lobbies, sono le forze della massoneria, sono, soprattutto, i mondi dorati dei mercati finanziari, della casta dei banchieri e degli economisti d’assalto che sanno attendere il momento giusto per lucrare al massimo i loro abbondanti guadagni, ricchi privilegi, sempre più grondanti del sangue della gente italica ormai ridotta in condizioni di disagio economico-sociale, sempre più vicine alla povertà. Quanti traditori illustri sono parte del gaudente sistema Italia! Partendo dal mondo della politica a quello della finanza e dei poteri forti di caste ed oligarchie eccellenti, è un variopinto fiorire di partner, espressione e simbolo forte ed aggressivo dell’altra Italia, di quell’Italia che si chiama Italia del benessere e della ricchezza, con i più sprofondati nell’Italia dei sacrifici e delle povertà. Con intelligente solerzia (si fa per dire intelligente) quest’Italia è ben cresciuta e non sfigura per niente nel gossip dei potenti del mondo che agiscono sempre più ferocemente, con l’obiettivo da chiodo fisso, di un trasferimento di beni e ricchezze dai poveri ai ricchi, rendendo i primi sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi. I mali d’Italia sono gravi e profondi; la causa prima di tutti i mali italiani è nella società che si è lasciata delegittimare, compiacendosi di assumere un ruolo di sola ed inutile comparsa; ha allargato, da troppo lungo tempo, tutto a chi ne ha poi abusato remando contro. L’Italia delle deleghe in bianco è stata il simbolo di un grave e pericoloso fallimento. Per il nostro Paese occorre un responsabile e diffuso atto di rifondazione, basato sui presupposti di un mondo nuovo, di un’umanità nuova, di un’Italia umanamente nuova con alla base, bandendo populismi e terrorismo strumentale di comodo, l’anima italiana, la saggezza italiana, i saperi italiani che non sono certamente quelli di Berlusconi e/o di Mario Monti, ma sono fortemente radicati nei lontani saperi parmenidei dell’essere, di cui purtroppo, oggi siamo indegnamente eredi distratti ed incapaci di riscoprirli per il nostro bene.