Come ti racconto una storia (almeno ci provo)

Padre Oliviero Ferro

Ero seduto a tavola con degli amici. Quando uno, con un po’ di anni sulle spalle, comincia a raccontare le sue avventure. “Da giovane…””cominciò a dire e così, anno dopo anno, scoprivamo la sua vita. Era un tipo simpatico. Forse aggiungeva un po’ troppi particolari al suo racconto, ma rivelava che aveva vissuto pienamente e voleva continuare a vivere. Il dottore gli diceva che aveva un cuore di uno di trentacinque anni. Lui, fisicamente, ne aveva qualcuno in più. Ma non faceva niente. Non li sentiva e lo si vedeva. Da giovane, così diceva, aveva fatto il militare nel Nord Italia e là, nei tempi liberi, “andava a caccia o si lasciava cacciare”. Non si capisce bene dove cominciava la verità e dove finiva la realtà. Ma non faceva niente. L’importante era di meravigliarci, quasi per spiegare che anche ora non si tirava indietro. Ma poi, parlando seriamente, usciva tutta la sua umanità, di qualcuno che aveva dovuto soffrire nella sua giovinezza. Erano tempi duri, di contestazione, di sbandamento. Ci ricordava che il suo parroco aveva messo in palio un elicotterino per chi serviva più messe come chierichetto. E lui, naturalmente, lo aveva vinto. Poi l’arrivo della televisione (lo zecchino d’oro, il tenente Sheridan, Rin tin tin). Ricordi in bianco e nero di un tempo passato, ma ancora presente nella sua memoria. E poi, le prime esperienze di giovane che voleva vivere la vita. Piano piano, il suo racconto ci affascinava, ci faceva ritornare indietro nel tempo e pensare che anche noi, anche se in modo diverso, avevamo vissuto quegli anni. Certo, erano in bianco e nero, non c’era molto per divertirsi. Ma ci hanno resi forti, hanno messo le basi della nostra vita. E il racconto continua. Sì, perché la vita di ciascuno di noi è una storia infinita, fatta di luci e ombre. Si potrebbe scrivere un libro, ma ci sono ancora tante (o poche) pagine bianche da riempire. Qualche volta forse non ci piace scrivere, soprattutto quando la sofferenza ha bussato alla nostra porta. Ma tutto fa parte della vita. Così ci diceva il nostro amico, raccontando anche delle prime esperienze di giornalista, del suo lavoro. Lo guardavamo affascinati. Sapeva venderla bene la sua storia, con quei due occhi penetranti che andavano al di là del suo volto. Sembrava di essere in un altro mondo (ricordate “le mille e una notte”?). Certo il clima era favorevole e anche noi,a turno, aggiungevamo particolari della nostra vita, quasi che fossimo impegnati nella costruzione di un’unica storia. Qualcuno mi chiedeva cosa avrei voluto rinascere: uomo o donna? Io risposi molto semplicemente che avrei avuto piacere di rinascere come una persona umana. Nessuna era più o meno importante. Certo era una domanda da giornalista (infatti eravamo alla serata conviviale dei giornalisti!), ma la curiosità non sta mai nascosta. E così, da una semplice storia, ne sono entrate altre, mescolate con quella del nostro amico. Storie di vita, vicina e lontana. Storie di persone che hanno dovuto lottare per sentirsi vive. Storie di persone che sono andate lontano per far conoscere Qualcuno, per condividere l’umanità. E la storia continua. Il tempo passa e il nostro amico va sempre più in profondità, comunicandosi le sue cose più interiori. A volte, viene da sorridere, pensando che i sogni non finiscono mai, i progetti rimangono ancora tutti attuali. Si vorrebbero fare tante cose, ma ci si dimentica che il tempo passa per tutti e l’importante è avere vissuto bene il tempo ricevuto e di viver bene quello che ci rimane. Il nostro amico non sembra molto convinto. Vorrebbe sentirsi ancora un leone con i denti belli forti. Ma gli ricordo che, a una certa età, non si può più mangiare la bistecca, ma ci si deve accontentare della carne bollita….Mi sorride, quasi a farmi capire, che vorrebbe ancora,ma che piano piano, anche se a malincuore, mi deve dare ragione. E la serata va avanti piacevolmente. Non ci conoscevamo all’inizio. Ma poi, come per incanto, è nato un clima speciale tra persone che si sono lasciate raccontare vicendevolmente. E’ stato qualcosa di bello, un dono di Colui che fa bene tutte le cose.

Ormai è tardi. Il racconto continua, ma nella vita di tutti i giorni.