Carcere di Napoli Secondigliano, aggrediti agenti di Polizia penitenziaria, protesta il SAPPE

Ancora tensione nel carcere napoletano di Secondigliano, dove ieri un detenuto italiano ha aggredito e ferito due poliziotti penitenziari. E il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il più rappresentativo della Categoria con 12mila poliziotti, “legge” con preoccupazione questo episodio, ennesimo sintomo di criticità del penitenziario napoletano.E’ la ciliegina sulla torta di una situazione ben oltre il limite della tolleranza” commentano Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “I nostri agenti sono stati colpiti con estrema violenza dal detenuto, con calci, pugni e graffi. Ai nostri Agenti di Polizia Penitenziaria va tutta la nostra solidarietà ed il nostro affettuoso saluto. Ma tutto questo non è accettabile e tollerabile. Bisogna contrastare con fermezza questa ingiustificata violenza in danno dei rappresentati dello Stato in carcere e punire con pene esemplari, anche sotto il profilo disciplinare, i detenuti che la commettono per evitare sul nascere pericolosi effetti emulativi. Pensiamo ad esempio ad un maggiore ricorso all’isolamento giudiziario fino a fine pena con esclusione delle attività in comune ai detenuti che aggrediscono gli Agenti.”Aggiunge il sindacalista del SAPPE: La situazione penitenziaria resta e rimane allarmante e le risposte dell’Amministrazione penitenziaria a questa emergenza sono favole, come quella della fantomatica quanto irrazionale e sporadica sorveglianza dinamica, che accorpa ed abolisce posti di servizio dei Baschi Azzurri mantenendo però in capo alla Polizia penitenziaria l’aggravante penale della ‘colpa del custode’ (articolo 387 del Codice penale). Il DAP favoleggia di un regime penitenziario aperto, di sezioni detentive sostanzialmente autogestite da detenuti previa sottoscrizione di un patto di responsabilità favorendo un depotenziamento del ruolo di vigilanza della Polizia Penitenziaria ma di fatto tutto ciò impedirà ai poliziotti di intervenire in tantissime situazioni critiche tra le quali proprio le aggressioni nei loro confronti. Queste frequenti e violente aggressioni mettono drammaticamente in evidenza le gravi condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari. I nostri Agenti lavorano sistematicamente sotto scorta per le gravissime carenze di Personale e devono fare fronte a carichi di lavoro particolarmente delicati e stressanti, aggravati da una popolazione detenuta, sempre più spesso aggressiva, ogni giorno in crescita esponenziale. Ma così non si può più andare avanti! Proprio le gravi carenze di organico della Polizia Penitenziaria ed il pesante sovraffollamento carcerario condizionano irrimediabilmente i livelli di sicurezza dei servizi all’interno delle sezioni detentive e delle traduzioni dei detenuti, riducendoli al minimo dei minimi. Il nostro Personale è encomiabile perché garantisce ogni giorno, nei servizi interni al carcere ed in quelli svolti all’esterno – come le traduzioni presso le aule di giustizia o in altri carceri ed i piantonamenti negli ospedali cittadini – un servizio eccellente e sicuro nonostante le mille criticità e problematiche che esistono. Ma non si può continuare ad andare avanti così. Servono tutele e garanzie”.