Ziwa Lago

Padre Oliviero Ferro

E’ stata una delle esperienze più belle viaggiare sulle onde del lago Tanganika. Metà del territorio della missione di Baraka(Congo Rd) era sul lago (circa 130 km). E naturalmente per andare a trovare i cristiani, bisognava prendere il battellino. All’inizio non era molto maneggevole, poi ne è stato costruito uno migliore e con questo si facevano i safari, i viaggi sul lago. Si partiva presto al mattino, insieme a due giovani (Santos e Michel) che erano i nostri “capitani” e ad altre persone che chiedevano un passaggio per andare nei villaggi lungo il lago. A volte si poteva incontrare delle tempeste o il vento abbastanza forte che ci faceva ballare(stomaco compreso). Ma in un modo o in un altro, si riusciva sempre ad arrivare a riva, accolti da tante persone. I primi, naturalmente, erano i bambini che si tuffavano in acqua per darci il benvenuto. Poi piano piano si arrivava alla riva. Sulla spiaggia le persone ci guardavano con curiosità. Non capitava spesso che un bianco venisse da quelle parti. Di solito era il missionario. E il suo arrivo era un avvenimento per tutto il villaggio. Qualche volta portavamo il gruppo elettrogeno e alla sera si proiettava un film. Tutti venivano là per stare insieme e per commentare quello che vedevano. Dopo si condivideva il cibo in amicizia. Nei viaggi sul lago, la natura era meravigliosa, le spiagge da sogno. Ogni tanto si incontravano i coccodrilli che facevano finta di dormire sulla sabbia, pronti a cacciare, qualora se ne fosse presentata l’occasione. Anche gli ippopotami si avvicinavano, ma non troppo, perché il rumore del motore dava loro fastidio. Incrociavamo i grandi battelli, i boti, pieni di sacchi di pesce e di persone, Anche i pescatori, con le canoe a bilanciere, ci salutavano al ritorno dalla pesca. Il più bel viaggio era sempre quello di ritorno: tredici ore filate. Si partiva verso il pomeriggio e piano piano si seguiva il tramonto del sole. I suoi raggi scivolavano sull’acqua, lasciando il posto alla luna che la rendeva argentea. Poco dopo arrivavano le stelle e i pesci, gli ndagala(alici) venivano in superficie a vedere lo spettacolo. Si cominciava a riposare, al ritmo del motore. Più avanti ci saremmo fermati per riposare sulla spiaggia. Tutto era tranquillo e in pace. Poi dopo qualche ora, si riprendeva la rotta per l’ultimo tratto che ci riportava a casa. Qualcosa di bello lo avevamo vissuto insieme. E il vedere la chiesa della missione , mentre il battellino si avvicinava, ci dava un senso di gioia. Stavamo ritornando a casa. O meglio, continuavamo a vivere, anche se in un luogo diverso, quello che nei dieci giorni avevamo condiviso con i nostri fratelli e sorelle al di là della penisola dell’Ubwari, dall’altra parte del lago.