Kivuli Ombra

Padre Oliviero Ferro

L’ombra fa paura a un certo momento della giornata. Sembra che ci sia qualcuno che ci segua. Poi, con un po’ di calma, riprendiamo il controllo di noi stessi e magari ci mettiamo a ridere. Ma c’è un altro tipo di ombra che fa riflettere. Quando si andava a visitare le persone nelle case in Africa, si entrava in quelle di persone anziane. Normalmente si veniva accolti da qualcuno più giovane: figlio o nipote. Ci facevano accomodare e poi si cominciava a chiacchierare. A un certo punto, parlando della persona anziana (uomo o donna), si raccontavano tante storie della sua vita. Allora veniva spontaneo chiedere come mai era ridotto così male. Gli mancavano qualche dente, camminava curvo col bastone e faceva fatica parlare correttamente. Insomma, come si dice, era diventato “l’ombra di se stesso”. La risposta era un po’ sempre la solita: tanto lavoro, abbandonato dai figli e le malattie, soprattutto la malaria. Tutto questo l’aveva ridotto male, tanto che con i suoi denti non riusciva più a sgranocchiare le ossa di pollo. Gli africani lo fanno spesso per mangiare il midollo che sta all’interno. Ma, a una certa età, anche questo diventa difficile. Insomma comincia a capire che stai invecchiando…