A te che leggi entro mezzanotte…”Ancora…”

Giuliana Rocci

Non sapeva se l’avrebbe visto in quella serata tra tanti volti. Altre volte, sbadato d’impegni, dribblato. Stavolta, appuntato, la fugace penna della segretaria tuttofare. I loro sguardi, tra una mezza parete in legno, senza spiegazioni. Loquaci occhi, nell’afferrarla continuamente. Divorante il volerla sfiorare, abbracciare…l’attrazione vistosa accendeva la sua camicia nera svolazzante: a malapena simmetriche le spalline. Scombussolata l’adrenalina euforica, sobillante da ogni poro felicità. Inumana tortura cinese, fino al prossimo incontro il mese successivo. I loro incontri, distillati nel tempo. Paziente per forza, lui a dettar legge. Tempi, biblici, a lasciarli in jeans, per ritrovarli in maglione. D’estate, atteso inutilmente una serata.  Incatenato dall’anniversario matrimoniale: l’altra, più che mai attenta, a non farsi soffiare il patrimonio. Fiction, cena family. Senza candele, ma con consorte ancillare! Infranta, notoria rottura coniugale: secolare. Reciproca autonomia, battuta dal gossip amicale. Sotto lo stesso tetto interessato: figli, patrimonio e lavoro! Lei, a marcar sue mosse, temendo il rivolo di follìa: perderlo una volta o l’altra definitivamente! Copione a zonzo, anche tra dipendenti aziendali, omertosi sul posto di lavoro. La sua volubilità, civile rapporto di schermata. Assistito dai passi felpati della pantera, transitante  a sbirciare tutto ed imporsi nel suo recinto. Lei, a dominar la scena e lui, pavido sentimentale, a ritrarsi in buon ordine, evitando scaramucce. In assenza della legittima, occhi languidi, tenerezze. Una volta, la segretaria a cercarlo. Nella sua pseudo-alcova,  qualche confidenza. Innamorato, cinta la vita, baciata la guancia. Il cuore a strapiombo: l’ancella sull’uscio semichiuso dello studio. Imbarazzo, disagio: arduo stanarsi. Più che cadaverico, guadagnato l’ingresso, imbarazzo notevole. Segretaria fulminante: inciucio alato, tra comari lavorative. Invidiose, a squadrarla, ammirandone portamento, look e ruolo. Già in altre occasioni, inerme dinanzi a lei: pera lessa e carinerie, muto sussurro… “Ancora” !