Il crescente disagio umano alimenta la violenza

Giuseppe Lembo

Il 14 novembre in Italia e non solo in Italia si è celebrata una giornata di protesta contro la disumanità diffusa. Alla base, il disagio umano che va infiammando gli animi di chi soffre per le sempre più crescenti difficoltà a vivere e/o più semplicemente a sopravvivere. Il clima di violenza non solo giovanile è il frutto proibito dovuto al disagio umano in Italia ed in gran parte d’Europa. C’è una condizione di malcontento diffuso che anima il dissenso e produce quell’insieme rabbioso che, sempre più spesso, diventa violenza per i tradimenti dei forti sui deboli. Alla base della giornata europea di lotta e di protesta c’era la crisi, la grande crisi, in cui si trova oggi l’Italia e gran parte dell’Europa dei 27 Paesi dell’Unione. Una crisi sempre più rabbiosa a causa di quel diffuso disagio umano in cui sono in tanti a vivere nel nostro Paese e non solo nel nostro Paese, ma in gran parte d’Europa e dell’Occidente; tanto, per il tradimento dei ladri di futuro che sempre più egoisticamente pensano solo a se stessi, indifferenti al malessere sociale che produce la loro indifferenza per l’umanità che soffre. La grave crisi italiana, la crisi europea e più in generale dell’intero Occidente e una crisi ormai sistemica dovuta al fatto che i ricchi pretendono d’essere sempre più ricchi, del tutto indifferenti per quello che accade ai poveri sempre più poveri, sempre più spinti nelle condizioni tristi di ultimi della Terra, a cui è del tutto naturale che i padri-padroni del mondo possano negare tutto, anche se non si tratta assolutamente di privilegi ma di soli diritti umani per la vita che dovrebbero essere garantiti a tutti gli uomini della Terra in quanto uomini, mentre invece sono sistematicamente violati e negati, perché così vogliono i potenti; perché così decidono le oligarchie ed i poteri forti del mondo. Purtroppo il mondo non sceglie la strada giusta, perché non vuole sceglierla; sempre più spesso ci si incammina su strade assolutamente sbagliate che portano solo a situazioni di pericolo estremo e sempre più senza ritorno. Ma a scegliere ed a decidere non è l’umanità come insieme; a scegliere ed a decidere le sorti del mondo, è solo una piccola parte che decide per tutti e decide pensando egoisticamente solo al proprio bene, assolutamente in contrasto con quello che è il bene di tutti. Di fronte a tutto questo, non basta più il grido di dolore; non basta più il solo arrabbiarsi; non basta più gridare a squarciagola il proprio dissenso. Occorrono atteggiamenti forti; atteggiamenti responsabilmente condivisi, come voce ed espressione di quell’umanità dimenticata che, stanca di non esistere, rifiuta di essere dimenticata e non vuole più vivere del NULLA esistenziale in cui sono stati spinti e sprofondati da tempo, senza possibilità alcuna di risorgere a nuova vita. Io ottimisticamente vado pensando al miracolo possibile di un mondo nuovo, con protagonisti nel mondo globale le “diversità umane del mondo”, una ricchezza per tutti i popoli della Terra, in cammino per rivendicare anche per sé quei diritti da sempre negati; quei diritti da sempre violati, partendo dal primo dei diritti umani che è quello del diritto alla vita. Io, gandhiano convinto, credo nella nonviolenza; credo nel cammino umano della pace, così come mi è stato insegnato da Danilo Dolci, un grande uomo di pace che ha vissuto lottando in modo non violento per un mondo nuovo, per un mondo di pace, oggi più che mai necessario per evitare all’uomo di autodistruggersi, combattendosi gli uni contro gli altri, con il solo risultato finale di un olocausto senza appello. Il mondo responsabilmente deve saper fare tesoro degli insegnamenti che ci vengono dagli apostoli di pace, i soli che possono ancora poter garantire il futuro del mondo, sempre più ostinatamente contro e sempre più fortemente squilibrato nel suo rapporto con la natura violentata, tradita e prossima a “morire di uomo” che l’ha contaminata con le sue disumane negatività. Il mondo in cui viviamo è, purtroppo, ammalato di uomo che crea tanti gravi problemi senza poi saperli risolvere; così facendo, l’uomo si fa male e fa tanto male da non saper più ritrovare la via giusta e tornando dalle tenebre alla luce, riprendere a vedere e camminare sicuro per le vie del mondo, sempre più lastricate di tanta diversità umana, una grande ricchezza per tutti i popoli della Terra. Il mondo in cui ho fortemente creduto ed in cui credo sempre di più in questo inizio del Terzo Millennio, un mondo nuovo per effetto della globalizzazione umana, purtroppo continua a mancare del necessario buon senso comune. Quali soluzioni possono essere mai possibili se ci si ostina a mancare del buon senso comune? Il buon senso manca ovunque; è una mancanza grave che produce tante negatività che rendono sempre più difficile il cammino dell’insieme umano in Italia, in Europa, in Occidente e nel mondo più in generale. Purtroppo il primo grave problema dell’umanità è nella dualità umana fatta dei forti e dei deboli; una seconda grave dualità da cui vengono tutti i mali del mondo è data dai poli estremi che non si incontrano mai dei pochi ricchi sempre ostinatamente contro i tanti poveri. Il mondo duale dei ricchi e dei poveri, contrappone gli uni, accaniti nel possesso egoistico della ricchezza da una parte che pretendono sempre più ostinatamente il tutto per sé, contro gli altri, i poveri del mondo che vengono disumanamente spogliati di tutto, compreso il necessario non tanto per vivere, ma almeno per sopravvivere nella dignità di uomini della Terra. È così, in questa lotta sempre più impari, i ricchi diventano gli aguzzini spietati dei poveri, sempre più poveri per effetto di una crescente e diffusa debolezza dovuta a crisi inventate, a crisi pilotate, nelle quali si usa l’economia come il grimaldello di offesa contro i più deboli costretti sempre a cedere, diventando vittime da sacrificare all’economia, la grande anima, padrona di un mondo sempre più genuflesso e sottomesso al volere dei forti contro cui nessuno può osare, perché destinati ad essere inevitabilmente dei perdenti. Ma che fare? Fingere che tutto vada bene e continuare così ad alimentare la vita abusata fatta di rifiuti e violazioni da parte di chi ha, contro chi non ha niente tranne la propria condizione di uomo? Non è assolutamente possibile il poter far finta di niente. Occorre un attivo risveglio delle coscienze umane; occorre una consapevolezza nuova della propria condizione di uomini. Se accade questo e dovrà necessariamente accadere, allora potrà cambiare veramente il mondo. Per ottenere tanto non occorre la violenza; non occorre l’odio degli uni contro gli altri. Occorre, piuttosto, un cammino di pace lastricato di amore umano per tutti gli uomini della Terra. È con l’amore e solo con l’amore che si può costruire un mondo nuovo; con l’odio e la violenza si può solo pensare a distruggere il mondo, un bel capolavoro di negatività umana prodotto dagli egoismi del possesso e del protagonismo fine a se stesso, per effetto del quale non ci si accorge degli altri; non si riesce a riconoscere l’importanza degli altri in quanto uomini della Terra. Forte e diffuso è il disagio umano in ogni angolo della Terra; un disagio che porta al solo risultato dell’esplosione violenta dell’odio, con l’inevitabile risultato della distruzione e della fine della più grande ed insostituibile ricchezza della Terra; una ricchezza che ci appartiene come umanità, come cultura vitale dell’insieme umano del mondo. Questo grande tesoro universale si chiama UOMO. Impariamo a scoprirlo, a conoscerlo da vicino in questo momento della storia particolarmente favorevole all’umanizzazione del mondo, per effetto della globalizzazione delle diversità, una grande ricchezza per l’incontro dell’uomo con l’altro uomo della Terra, per il dialogo e per un cammino di Pace, necessario a bandire l’odio, la violenza, in quanto è amore e solo amore per l’altro. Vogliamo veramente liberarci del disagio umano? Vogliamo sentirci rinnovati dentro e pronti a cancellare il seme della violenza? Per questo obiettivo dobbiamo, prima di tutto, saper conoscere noi stessi e riprenderci quella moralità di uomo fortemente compromessa dagli attuali egoismi umani che hanno cancellato l’essere, votandosi ad un idolo falso e bugiardo che si chiama apparire e che a lungo andare porta ciascuno ad autodistruggersi, per poi distruggere l’insieme umano vittima di orizzonti di vanagloria con cui poi fare i conti da pagare a caro prezzo. Per non correre altri inutili rischi, basta volgere lo sguardo attento alla storia del mondo e sapersi guardare indietro, forgiandosi alle fonti dei saperi di un passato che è presente e che deve necessariamente diventare anche futuro, per evitare che il mondo subisca quell’oscurantismo che non permette all’uomo di rigenerarsi per uno stare insieme, prima di tutto, ricco di umanità, per poi diventare umanesimo, il nuovo umanesimo del Terzo Millennio, per l’uomo della Terra; per tutti gli uomini della Terra.