Cava de’ Tirreni: lettera aperta di Roberto Bellizia

In merito alla campagna di stampa che sta infangando il mio nome e quello della città di Cava in generale,  sento il dovere di precisare e chiarire quanto segue al fine di tutelare la mia integrità morale e professionale, gravemente lesa dalle farneticanti ed infondate affermazioni contenute nei vari articoli apparsi gravemente lesivi  della mia dignità personale e professionale, a tal punto da spingermi a richiedere al più presto tutela nelle sedi giudiziarie. Ciò che lascia letteralmente attoniti ed indifesi è il modus procedendi  e l’approccio che certa stampa da qualche mese ha adottato nei confronti dell’Amministrazione che, con orgoglio e tanta fatica, cerco di rappresentare degnamente e della città di Cava de’ Tirreni. Intendo stigmatizzare con forza ciò che alcuni giornalisti da tempo fanno e cioè mescolare subdolamente voci correnti, frammenti info-investigativi relativi alle più disparate vicende giudiziarie che riguardano anche soggetti privati e “racconti” di corridoio per costruire l’idea di una Amministrazione e, cosa ben più grave, di una città profondamente corrotte  ed immorali. Come accaduto nel caso di specie, una vicenda probabilmente penalmente rilevante che riguarda privati cittadini ed alcuni professionisti che ricoprono il ruolo di consiglieri comunali, è stata l’occasione per coinvolgere terzi, come il sottoscritto, decisamente estranei a qualsiasi fatto di natura penale. Questo comportamento, ribadisco, di miscelare fatti di diversa natura, alcuni di rilevanza politica, altri di rilevanza penale, altri ancora fondati esclusivamente sul sospetto, sta provocando nell’opinione pubblica una gravissima crisi d’identità. Leggere ormai da mesi come la mia città si sia trasformata improvvisamente da città evoluta e civilissima in una città sudamericana, ove regna la corruzione e il malaffare, è operazione decisamente iniqua ed insopportabile. Mi chiedo, infine, come sia possibile scrivere ed informare l’opinione pubblica circa il mio presunto coinvolgimento in un processo penale dichiarando pubblicamente che avrei ricevuto un’informazione di garanzia allo stato mai notificatami e una ipotetica perquisizione presso la mia abitazione, mai avvenuta? Come è possibile che impunemente si affermino fatti penalmente rilevanti, senza neppure verificare le fonti o i fatti stessi? Sarebbe bastato all’impavido giornalista investigativo di turno verificare per comprendere che le notizie sparate in prima pagina, si palesavano  infondate. Spero, con queste mie dichiarazioni, di aver, per quanto possibile, recuperato la dignità ferita ed il rispetto per me stesso e per la mia famiglia incrinato da queste false dichiarazioni, con l’auspicio che la meritoria opera investigativa posta in essere dalle forze dell’ordine e dalla Magistratura si traduca al più presto in un’efficace azione giudiziaria in grado di espungere dal sistema coloro che hanno violato regole e norme penali, restituendo alla mia città la dignità ed il decoro perdute.

 

 

Consigliere comunale

   Roberto Bellizia