Proposta istituzione memoria liturgica “Santi non nati” di Mons. Serafino Spreafico e del Prof. Giorgio Nicolini

 Istituzione di una memoria liturgica denominata dei “Santi non nati” oppure denominata dei “Bambini non nati” per bambini morti senza il battesimo sacramentale bambini morti nel grembo materno per aborto spontaneo o volontario o soppressi dopo la fecondazione artificiale

 Il Paradiso o il Purgatorio per le anime dei bambini

Poiché il Catechismo (al n.1261) “ci consente di sperare che esistano” delle “vie di salvezza” per i Bambini morti senza il Battesimo sacramentale e le argomentazioni sopra esposte lo comprovano in maniera tanto vasta, da rendere tale “speranza” una “certezza morale” (se non proprio “rivelata”), resta però da capire se tale Salvezza delle anime dei bambini non battezzati può fare riferimento al conseguimento di un immediato accesso in Paradiso (come “i Santi” canonizzati), subito dopo la loro morte, oppure se ciò può avvenire solo dopo un periodo di purificazione (come “le anime sante” del Purgatorio). La Beata Teresa di Calcutta, nell’intervista sopra citata, dichiarava: “noi non sappiamo esattamente cosa accade ai bambini che muoiono, ed in particolar modo ai bambini che muoiono senza aver ricevuto il battesimo”. Riguardo al sapere “esattamente cosa accade ai bambini che muoiono senza aver ricevuto il Battesimo”, anche se ciò non può costituire “un metodo teologico” appropriato e non può essere preso a fondamento di un pronunciamento né teologico né magisteriale, vorrei comunque qui brevemente accennare a quanto la Beata Anna Caterina Emmerich rivelò nelle sue “visioni” e “rivelazioni” che, provenienti esse sicuramente da Dio, hanno “una grande autorevolezza” nel farci sapere “esattamente” cosa accade ai bambini che muoiono o con il Battesimo sacramentale o senza aver ricevuto il Battesimo sacramentale, aiutando eventualmente a discernere meglio le motivazioni teologiche che sottostanno alle “verità” fatte conoscere da tali “rivelazioni private”.

A  Il Paradiso per i bambini che hanno ricevuto il Battesimo “sacramentale”

La Beata Anna Caterina Emmerich rivela il caso di un fanciullo che, nello splendore della Grazia Battesimale, le apparve dinanzi dicendole: “Io ti ringrazio per il Battesimo. Se tu non fossi intervenuta adesso sarei tra i pagani e i giudei”. Era avvenuto che la madre di quest’anima in pericolo di morte appena nata nel corpo, aveva supplicato Suor Emmerich nel silenzio del suo cuore. La Veggente intervenne, facendo in modo che il fanciullo ricevesse il “battesimo di emergenza” prima di morire. La Beata Anna Caterina in tale circostanza rivelò che Dio invia volentieri il suo aiuto per fare in modo che nessun bambino muoia non battezzato, ma che pochissimi pregano per l’ottenimento di questa grazia (cfr. “La vita e la passione di Suor Anna Caterina Emmerich”, ed. Segno, 1998, pag.290). Da ciò potrebbe apparire quanto mai opportuna l’istituzione di una Memoria Liturgica per i BAMBINI, con la promulgazione di una preghiera “ufficiale” e “pubblica” della Chiesa, che consenta ai bambini “già nati”- ma in pericolo di vita e non possibilitati in alcun modo a ricevere il Battesimo sacramentale – di poter ricevere “quell’aiuto” che Dio invia volentieri, per “fare in modo che nessun bambino muoia non battezzato”.

 B  Il Paradiso per i bambini che hanno ricevuto il Battesimo di “sangue”     

 Anche per il “Battesimo di sangue” si potrebbe ritenere, da quanto sopra esposto per i casi dei “bambini non nati” uccisi con l’aborto o con la fecondazione artificiale a motivo “dell’odio contro Cristo” e le sue Leggi, che esso permetta l’immediato accesso in Paradiso, avendo probabilmente “il martirio” di tali bambini fatto rimettere “la colpa” ed anche fatto espiare “la pena” del Peccato Originale (analogamente al caso dei SANTI INNOCENTI di Betlemme). Per tale motivo sarebbe giustificato denominarli e ricordarli liturgicamente come i SANTI NON NATI.

 C  Il Purgatorio per i bambini che non hanno ricevuto alcuna forma di Battesimo

 Nella stessa “rivelazione privata” sopra citata (cfr. “La vita e la passione di Suor Anna Caterina Emmerick”, ed. Segno, 1998, pag.289) la Beata Emmerich afferma che le anime dei bambini non battezzati sacramentalmente vadano invece in Purgatorio, poiché ella (è scritto letteralmente) “vide” le anime dei bambini non battezzati di genitori cristiani, le anime dei cristiani che vivevano separati dalla Chiesa, come anche le anime dei Giudei e dei pagani, le quali a motivo della loro buona condotta di vita avevano ricevuto la misericordia di Dio: tutte queste anime ella le vide raccolte in diversi luoghi e suddivise per gruppi di appartenenza come assai povere e abbandonate, perché tutte queste sentivano la mancanza di partecipazione al patrimonio delle grazie della Chiesa, specialmente alla Santa Messa (cfr. op. cit., p.289). Allora si può affermare con sicurezza che quelle “vie di salvezza per i bambini (già nati) morti senza Battesimo” che il Catechismo “ci consente di sperare che esistano”, al fine di far ottenere la grazia santificante in via extra-sacramentale, riguardano anche le anime dei “bambini non nati” e non battezzati, i quali andrebbero – se non proprio subito in Paradiso – almeno in Purgatorio, e quindi necessitino dei “suffragi” della Chiesa, perché vengano fatte partecipi del patrimonio delle grazie della Chiesa, specialmente attraverso la celebrazione della Santa Messa: così come dice espressamente la Beata Emmerich, riferendosi in modo specifico a quelle “anime povere e abbandonate”, anche dei “bambini non battezzati” di genitori cristiani, che sentivano appunto la mancanza di partecipazione al patrimonio di grazie della Chiesa, specialmente della Santa Messa. La Beata Anna Caterina Emmerich conferma tale “rivelazione” in un’altra visione da lei avuta delle anime del Purgatorio il 27 settembre 1820. Ella dichiara: “Nel Purgatorio ho visto pure e particolarmente la condizione dei fanciulli che sono stati uccisi prima e subito dopo la nascita, cosa che però non saprei come rappresentare, anche se potessi rivelarlo, e perciò tralascio…” (cfr. Emmerich, “Visioni”, Cantagalli, Siena, 1995, p.96). In quest’ultimo caso la Beata si riferisce espressamente alle anime dei bambini uccisi con l’aborto o subito dopo la loro nascita. Se le anime di questi bambini “abortiti” di cui lei parla sono andate in Purgatorio, anzittutto la Beata ci conferma espressamente che le anime di tali bambini non vanno al “Limbo” ma in Purgatorio, e nel caso specifico di questi bambini di cui la Beata parla essi forse non erano stati uccisi per la motivazione dell’“odio a Cristo e alle sue Leggi”, secondo come spiegato più sopra. In tal caso, pur avendo tali bambini ricevuto la remissione della “colpa” del Peccato Originale in via extra-sacramentale, come ogni altro “bambino non nato”, non hanno però completato l’espiazione della “pena” del Peccato Originale, da scontarsi perciò in Purgatorio.

 D  La “non esistenza” del Limbo

Sant’Agostino insegnava che i bambini non battezzati vanno all’Inferno, anche se la loro pena è lieve, poiché non hanno commesso colpe. Più tardi, nel corso del Medio Evo, e soprattutto per effetto del Concilio Lateranense IV e del Concilio di Firenze, si sviluppò la dottrina del Limbo quale luogo della felicità naturale. Questa dottrina, in pratica, è stata ritenuta valida fino alla metà del secolo scorso. Secondo il Catechismo di San Pio X, infatti, «i bambini morti senza battesimo vanno al limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l’inferno e il purgatorio». OggiAggiungi un appuntamento per oggi abbiamo il nuovo Catechismo che ricorda come la Chiesa non può che affidare “alla misericordia di Dio” questi bambini. Infatti, è scritto testualmente nel Catechismo: “la grande misericordia di Dio che vuole salvi tutti gli uomini e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite”, ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo”. Il Concilio Vaticano II ha contribuito a far maturare una nuova prospettiva anche in relazione a questo specifico tema. La Gaudium et Spes, ad esempio, al n°22 afferma che lo Spirito Santo dà a tutti gli uomini la possibilità di essere associati al mistero pasquale. E dunque appare chiaramente come l’approfondimento della questione vada fatto alla luce degli insegnamenti che riguardano “la volontà salvifica universale di Dio, l’unicità della mediazione di Cristo e la sacramentalità della Chiesa in ordine alla salvezza”. La “rivelazione privata” della Beata Emmerich sopra riportata sembra escludere la possibilità di un Limbo “eterno” per i bambini morti senza il Battesimo. Credo che, al riguardo, tutte le valutazioni sopra riportate, ulteriormente approfondite e chiarite, possano permettere di “scoprire” che nella “realtà ontologica finale”, cioè almeno dopo il Giudizio Universale, l’esistenza di un Limbo “eterno” non appare più sostenibile.  Ciò è deducibile anche dal fatto che lo stesso Catechismo afferma che “Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col Mistero pasquale” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et Spes, 22; cfr. Id., Lumen Gentium, 16; Id., Ad Gentes, 7]. Se si deve ritenere che lo Spirito Santo dia “a tutti” questa possibilità di venire a contatto con il Mistero pasquale, e quindi tale possibilità la si intende riferita inequivocabilmente almeno agli “adulti” (che anche non hanno ricevuto alcuna forma di battesimo per la remissione della colpa del Peccato Originale) – e per i quali si deve ritenere “di fede” che (senza uno speciale privilegio, proprio e solo della Vergine Maria) in vita sono stati gravati anche da colpe personali, almeno “veniali” -, come si potrebbe non ritenerlo riferito anche alle anime dei “bambini non nati” (se fosse vero che non possono andare né in Purgatorio né in Paradiso), i quali per di più non sono gravati neppure da alcuna colpa personale, neppure “veniale”?…E’, d’altra parte, “verità di fede”, come insegna anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (n.1022), che: “Ogni uomo (quindi indiscutibilmente anche i “bambini non nati”) fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione [cfr. Concilio di Lione II: Denz.-Schönm., 857-858; Concilio di Firenze II: ibid., 1304-1306; Concilio di Trento: ibid., 1820] o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo [cfr. Benedetto XII, Cost. Benedictus Deus: Denz.-Schönm., 1000-1001; Giovanni XXII, Bolla Ne super his: ibid., 990] oppure si dannerà immediatamente per sempre [cfr. Benedetto XII, Cost. Benedictus Deus: Denz.-Schönm., 1002]. Non sembra esistere, perciò, nel dogma sopra riportato, la possibilità di una “quarta condizione”, per di più “eterna”, come quella supposta di un Limbo per i bambini non battezzati. Se esistesse un tale luogo per i bambini morti senza battesimo dovrebbe però essere necessariamente “temporaneo”, cioè sussistente al massimo solo sino alla fine del mondo, come il Purgatorio. Ma allora non ha senso chiamarlo “Limbo”, essendo possibile identificarlo con lo stesso Purgatorio, in cui vi sono già gradi diversi di pena, finalizzati a completare la purificazione di ciascuna anima prima della definitiva entrata in Paradiso. Tutto ciò – convenientemente approfondito dal punto di vista teologico – renderebbe perciò possibile di poter prendere in “favorevole” considerazione la proposta della Memoria Liturgica dei SANTI NON NATI avanzata da Mons. Spreafico o dei BAMBINI NON NATI – o un’espressione simile – da me avanzata in momentanea alternativa.

Prof. GIORGIO NICOLINI