Pontecagnano-Faiano: veglia diocesana missionaria

Padre Oliviero Ferro

Nella serata di venerdì 19 ottobre 2013, nella Cappella del Seminario diocesano a Pontecagnano Faiano, un bel gruppo di cristiani, insieme ai seminaristi, si sono riuniti per la Veglia Missionaria Diocesana. Presiedeva mons.Luigi Moretti, nostro arcivescovo, accompagnato dal Direttore del centro Missionario Diocesano don Giacomo Palo. Nell’introduzione alla medesima, preparata dai collaboratori del Centro Missionario insieme ai Missionari Saveriani, don Giacomo ci ha spiegato il perché della Veglia, inserita in questo anno della fede e a cinquant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II. Oltre alla preghiera, ci ha ricordato che è importante la testimonianza di fede di ciascuno di noi. E così la Veglia ha iniziato il suo cammino. Il primo momento “LA FEDE INTERROGA LA VITA” ci ha inserito in un contesto mondiale, con testimoni e segni(pagaia,croce,mappamondo). Ci ha ricordato che il Beato Scalabrini e s.Francesca Cabrini hanno seguito i cinque milioni di emigrati, partiti dall’Italia. Poi il ricordo dei martiri: padre Tentorio, Shahbaz Bhatti e suor Valsha, uccisi perché testimoniavano il Cristo in mezzo ai poveri, ci ha ricordato che non è sempre facile vivere la fede in Cristo in diverse parti del mondo. Infine,  non ci dobbiamo dimenticare che lo Spirito è il protagonista della missione ed è pieno di fantasia, che suscita in ogni popolo del mondo. Nel secondo momento “LA FEDE PARLA CON LA VITA” abbiamo ascoltato la testimonianza di don Antonio Romano, fidei donum in Congo Rd. Ci ha detto che “missionario vuol dire essere evangelizzatore. Le esperienze fatte nella mia vita mi hanno sempre posto di fronte a una domanda “Che ci faccio qua?Perchè proprio io?”. Ringrazio il Signore che mi ha sempre messo qualcuno vicino che mi ha accompagnato. Ora mi trovo in Congo Rd. Non è facile accettare le cose. Mi chiedo sempre come aiutare questi fratelli a camminare. Penso che sia importante ricordarsi che è il Signore che opera e quindi ci vuole un po’ di pazienza. Infine, ringrazio il Signore, perché,attraverso di me, alcune persone si sono avvicinate all’Africa. Dobbiamo fare tutto per amore di Dio, affinchè tutti conoscano Dio”. Invece Antonio, un giovane che è stato durante il mese di agosto nelle Filippine, forse era un po’ emozionato. Ma dalle sue parole abbiamo colto la sorpresa e la voglia di capire chi  era quel popolo. Ci ha ricordato la sua esperienza di incontro con gente di religioni diverse)Islam in particolare). Ha trovato in esse dei punti di contatto con il Cristianesimo, soprattutto nel dare importanza a Dio, Colui che ci guida. Ora, nel terzo momento, “LA FEDE NASCE DALL’ASCOLTO”, abbiamo interiorizzato due brani biblici: 2 Corinti 4,5-15 e Luca 5,1-11. Mons.Moretti ci ha aiutato a viverli meglio, ricordandoci che dobbiamo vivere questo ed altri momenti, non come qualcosa di ripetitivo, ma da vivere pienamente. “Siamo nell’anno della fede, in cui rinnoviamo il nostro sì a Dio. Significa anche purificare la nostra esperienza di fede. E’ l’occasione per aprire il nostro cuore all’invito che ci ha fatto il Signore. L’esperienza di fede è accogliere Gesù e deve essere rinnovata ogni giorno, mettendoci a seguirLo. Lui non è uno dei tanti, ma è la pietra angolare della nostra vita. Su di Lui noi ci appoggiamo per non vagare inutilmente. Su di Lui costruiamo e ricostruiamo la nostra vita. Lo scopriamo nell’eucarestia, nell’ascolto della Sua Parola, nel volto del fratello che ha bisogno. Non deve essere una esperienza marginale, ma l’incontro col Cristo è la cosa più importante per vivere una vita nuova, un orizzonte nuovo. Incontrando Gesù, incontriamo gli altri e quindi diventiamo fratelli. E’ un’esperienza da vivere come persone, famiglie…per aprirci agli altri(il lontano diventa vicino, attraverso Gesù). Naturalmente lo si continua come comunità parrocchiale per accogliere il Signore presente che la rigenera. Di conseguenza si diventa comunità missionaria. Come Paolo, come don Antonio e altri, inviati dallo Spirito, al loro ritorno portano nella comunità l’anelito, la voglia di annunziare e testimoniare la fede. Devo condividere. Gesù chiama, perché stessero con Lui e poi li manda in missione. L’evangelizzazione è dove Gesù non è conosciuto, non è accolto. Dobbiamo OGGI essere strumenti del Suo Amore. Dobbiamo avere il cuore grande come quello di Gesù”. Naturalmente, ed è il quarto momento, “LA FEDE SI FA TESTIMONIANZA”. E’ il momento di fare, ad alta voce, la nostra professione di fede. Insieme ci incoraggiamo a vicenda. E, per finire, proprio “perché ho creduto, ho parlato”, siamo stati mandati in missione “LA FEDE SI FA ANNUNCIO MISSIONARIO”. Non basta aver capito, riflettuto, pregato, ascoltato. Ora è il momento di “GIOCARE NELLA SQUADRA DI DIO” da protagonisti, insieme allo Spirito Santo, della missione di annunciare che LUI è VERITA’, è la RISPOSTA a tutti i problemi del mondo. Ci siamo lasciati, portandoci dentro una piccola luce che in questa sera tranquilla di ottobre vogliamo farla diventare qualcosa di grande per tutta la comunità diocesana.