L’Italia Paese geneticamente modificato ha perso propria dignita’ nazionale

Giuseppe Lembo

L’Italia è un Paese geneticamente modificato; in una tale condizione è assolutamente necessario lottare per non morire. Siamo ogni giorno di più, di fronte a cambiamenti così profondi da dover assolutamente riconoscere che si tratta di un Paese ormai geneticamente modificato. Tutto è cambiato ad un punto tale da avere assoluta difficoltà a riconoscere il come eravamo. L’Italia ha un primato che la pone prima in Europa; è il Paese più corrotto tra tutti i Paesi d’Europa. Siamo di fronte a cambiamenti profondi che ne hanno modificato la memoria. Il territorio è abusato; la cultura è in secondordine se non del tutto cancellata; l’economia è un bene di pochi; tutto è sempre affidato al caso. La via italiana per entrare nel mondo moderno, per entrare a far parte del mondo globale, è una via assolutamente poco stimolante; assolutamente poco virtuosa. Tutto del nostro Paese è sempre più affidato al caso; anche l’economia non è, purtroppo, una economia programmata. Gli uni contro gli altri, con una politica-potere sempre più fine a se stessa; fanno del tutto per farsi male. La società civile è in grande affanno; ha poco rispetto per le professioni che contano. Non sa apprezzare l’importanza dei cervelli, utili al bene di tutti. Sempre meno tenuti in conto abbandonano in massa un Paese, il loro Paese, in cui fanno fatica a riconoscersi, per esprimersi altrove e dimostrare altrove di avere capacità non comuni; spesso si tratta di vere e proprie capacità geniali di cui la casa Italia non sa proprio cosa farsene, per cui passano inosservate e diventano così i protagonisti di gente in cammino per cercare altrove quello che il proprio Paese ha rifiutato, facendosi reciprocamente male. Il nostro Paese, in primo piano, ha il dominio della politica-potere che controlla e male, tutto di tutto, ma non riesce per niente a cambiare le cose, facendo così il bene di tutti. L’eletto dovrebbe avere, ma non lo ha, lo spessore, prima di tutto morale e poi tecnico-professionale richiesto a chi deve responsabilmente curare gli interessi del popolo sovrano. Ma, per il nostro Paese che, purtroppo, non è un Paese normale, non è proprio così; anzi è l’opposto, per cui, non sappiamo essere eticamente corretti per quanto dovuto e necessario; non sappiamo essere responsabili e protagonisti di fronte alla politica ed agli scenari della politica europea. Non sappiamo essere globali e responsabilmente capaci di pensare ad una politica che apra le porte al mondo, così come meritiamo, almeno nei settori strategici nei quali disponiamo di risorse eccellenti, purtroppo, male utilizzate. Nel nostro Paese, con danni gravi per tutti, la politica ha scelto il suicidio; ha scelto di percorrere la strada sbagliata che ne comporterà la fine. Siamo ammalati di politica che genera atti e comportamenti, il frutto di politici gravemente ammalati dentro. Così facendo siamo purtroppo giunti al bel risultato della politica del niente. Il nostro Paese, come recentemente ha dichiarato don Luigi Ciotti, è in coma etico. È un’amara realtà; siamo nel pieno disastro di una società che è ormai assolutamente difficile da salvare. Dal basso, il ruolo del popolo-massa, un ruolo sempre più plebeo è ormai circondato da un assordante silenzio. C’è diffusa indifferenza umana e sociale per tutti e per tutto; ormai non c’è collante sociale che lega gli uni agli altri. Tutti contro tutti o fanaticamente a favore di questo e/o di quello. Le istituzioni italiane sono ormai al collasso; viviamo, come va gridando in tutti gli angoli del Paese, don Luigi Ciotti, in una condizione di profondo coma etico.

Siamo in un Paese reale completamente diverso di come superficialmente ed egoisticamente se lo immaginano i maneggioni nostrani e non della politica italiana, anche loro ormai ridotti al niente, essendo in tutto dei “re nudi” completamente distanti e distaccati dal Paese in forte crisi che ormai non sa fare le scelte necessarie e coraggiose per salvarsi e salvare l’Italia, facendola uscire dal coma profondo e così rinascere per un cammino di pace, di libertà e di progresso insieme agli altri del mondo interessati al progetto etico di umanità solidale con protagonista attivo l’uomo della Terra; tutti gli uomini della Terra. C’è da chiedersi e soprattutto a chiederselo dovranno essere i tanti ultimi del nostro Paese in che cosa consiste la democrazia italiana se abbiamo i poteri forti che fanno un corpo unico con la classe politica; se non esiste un codice etico e ben 60 miliardi di euro sono l’alto prezzo pagato dagli italiani alla corruzione. Tutto questo succede nel nostro Paese; succede in Italia, non più Paese normale, ma parte di quel mondo, dove è assolutamente difficile poter pensare al futuro. L’Italia è il Paese dei cambiamenti profondi non tanto nelle cose, quanto negli uomini. È cambiata nel linguaggio; l’Italia dei tanti dialetti è diventata il Paese dal linguaggio unico nazionale della televisione che ha unito il Paese con il suo grande palcoscenico, dove tutto è vissuto come un sogno. Il sogno del divismo mediatico ha cambiato nel profondo i costumi del nostro Paese; ha cambiato, tra l’altro, la moda, il modo di mangiare, il modo di divertirsi. L’Italia non è più la stessa in niente. È cambiata, tra l’altro, nell’apprendimento, sempre più superficialmente riconoscibile nel linguaggio mediatico; è cambiata nella conoscenza sempre più epidermica e veloce; è cambiata nel modo di immaginarsi e di immaginare, di fantastica e di sognare. L’Italia geneticamente modificata è, sempre più, il Paese della cultura negata; è il Paese del comunicare sempre meno autentico e dai livelli socio-culturali sempre più vuoti di contenuti e non più finalizzati alla persona, alle idee importanti, allo stare insieme, ma sempre più, al solo apparire e ad un modello di vita orientato al solo godimento dei piaceri proibiti. L’Italia è cambiata geneticamente soprattutto nello stare insieme; poco solidale, è sempre più fortemente familistica. Si preferiscono spazi e momenti di vita fatti di splendida solitudine; sia la famiglia che la società nel suo insieme sociale sono sempre meno socializzanti. L’Italia del Nuovo Millennio, è il Paese delle false libertà. L’Italia in cui viviamo è modificata nella famiglia e nel modo di intendere la vita, intesa in senso sempre più fortemente egoistico e sempre meno capace di pensare al futuro, suggestionato in modo crescente da un apparire che fa dimenticare sempre più l’importanza dell’essere. L’Italia è il Paese geneticamente modificato nelle sue crescenti disuguaglianze; è geneticamente modificato nella mancata differenza di genere, con distanze crescenti tra uomini e donne, tra poteri forti e cittadini-sudditi, tra chi ha e chi non ha. L’Italia senza socialità, senza il politicamente corretto, è diventata il Paese geneticamente modificato in tutto. Ma in questi mondi di umanità cambiata, con una socialità sempre più al minimo, esiste ancora lo Stato di diritto? Esiste ancora l’etica? Esistono ancora i valori propri della persona? Esiste la cultura? Esiste, soprattutto, la dignità umana? La cultura non è un optional di cui si può fare a meno e da mettere da parte a proprio piacimento. La cultura è assolutamente necessaria all’uomo ed al suo insieme sociale; può contribuire a garantire il futuro, con una insostituibile condizione genetica sempre e comunque rispettosa della persona umana. Nell’Italia così profondamente modificata che fine hanno fatto i padri fondatori di quell’insieme italiano che pensava di poter generare mondi nuovi con umanità nuove ed uomini geneticamente attenti non tanto e solo a se stessi, quanto agli altri, al bene comune ed alle tante diversità umane di cui oggi ci si accorge sempre meno? In questo nostro Paese così geneticamente modificato, purtroppo ed in modo sempre più diffuso, nei più, non c’è il prima, ma sempre e solo il dopo. Non si usa mai prevenire i mali; si pensa solo a curarli; la medicina è sempre più amara, sempre più inefficace e non riesce più a produrre guarigione. Chi può dare risposte credibili per cambiare concretamente e nel profondo l’Italia, evitando il diffondersi di condizioni geneticamente modificate che producono diffusamente danni e niente di utilmente positivo per il futuro possibile con le radici nel passato? Che fare per salvare l’Italia e la sua gente? Che fare per aiutare questo nostro Paese così geneticamente modificato, ma nella sostanza fortemente sbagliato? Bisogna sapersi riprendere con saggezza il ruolo di protagonisti attivi; il primo atto di questo protagonismo attivo deve essere quello di cambiare senza indugiare ulteriormente, la classe dirigente, purtroppo non all’altezza e causa prima dei tanti mali italiani.

Siamo all’Italia del profondo disagio umano e sociale; dalla persona passa direttamente alle famiglie ed in senso più allargato alla società nel suo insieme.

Quest’Italia così com’è, è proprio malmessa; non ha un vero e credibile partito politico che possa degnamente rappresentare gli italiani.

In questa Italia che cos’è la “politica” ed oltre la politica la “democrazia” quella vera, quella non geneticamente modificata, espressione alta di un popolo che, come deve essere, vuole essere rispettoso della persona e del suo insieme sociale. Siamo, purtroppo, alla deriva. L’Italia nella sua tragicomica situazione attuale, non è solo il Paese di un affarismo plebeo da rubagalline; è piuttosto il mostro a più teste di una casta di privilegiati che, dall’alto del loro potere e dei loro privilegi, se la godono tutta, con assoluta indifferenza per i tanti che sono in profondo disagio, soffrono e non riescono neppure a mettere il piatto a tavola.

Intanto sulla scena italiana c’è il grande capitale; ci sono le cordate dei poteri forti, con primi attori i potenti,  ormai senza più spettatori, come sempre, pronti ad applaudire. Siamo il Paese che non sa pensare di meglio per affrontare e risolvere i suoi vitali problemi, che a Mario Monti, il braccio armato dell’alta finanza e di quel potere massonico che egoisticamente infesta il mondo, di cui è padrone unico. Così facendo, quest’Italia geneticamente modificata, continua a pensare negativo ed a farsi male; tanto, perché il nostro malcapitato Paese, sarà sempre più un Paese affamato, con una recessione in forte crescita che toglie l’ossigeno della vita ai lavoratori per il lavoro che non c’è e rende sempre più gravi le già gravi condizioni delle fasce deboli, dei pensionati e di quella stessa classe media, un tempo spina dorsale del Paese, oggi ridotta senza prospettiva alcuna di futuro ed assolutamente incapace di garantirsi una dignitosa sopravvivenza. L’Italia della macroeconomia, indifferente alle microrealtà economiche in forte crisi di sopravvivenza, non è per niente una Bella Italia, in quanto manca di solidarietà e di umanità; al centro di tutto, ci sono le sue Banche, un sistema capillarmente diffuso al limite dello  strozzinaggio, causa prima di tanti morti eccellenti per suicidio, una crescente scelta tragicamente obbligata per chi, disperatamente abbandonato a se stesso, decide, non vedendo altre vie d’uscita, di porre la parola fine alla propria dannata vita terrena.