Piano di Zona Sa-1, TAR respinge domanda difetto giurisdizione

Dopo il rigetto, per difetto di giurisdizione da parte del T.A.R. sezione staccata di Salerno, del ricorso presentato dal Comune di Nocera Superiore contro la Provincia di Salerno, il Comune di Scafati e il Piano di Zona dei Servizi Socio-Sanitari Ambito S1, nei confronti del dottor Pasquale Prudenzano, coordinatore responsabile dell’Ambito S1 per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del decreto con il quale il sindaco del Comune di Scafati ha provveduto al conferimento dell’incarico di responsabile dell’ufficio di Piano dell’ Ambito Sa-1, si è pronunciato sulla questione anche il giudice ordinario in funzione del giudice del lavoro. L’autorità giudiziaria, su ricorso presentato da un funzionario del comune di Corbara con cui si chiedeva di ordinare il rinnovo della procedura di nomina di responsabile dell’ufficio di piano ambito S1 contestandone la legittimità, ha respinto la domanda per difetto di giurisdizione, motivando la decisione nella insussistenza del presupposto del “periculum in mora”, non configurandosi la semplice perdita di chance, astratta ed eventuale in pregiudizio irreparabile meritevole di tutela in sede cautelare. “Si tratta – dichiara Sebastiano Odierna, prima di lasciare l’incarico da assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Salerno – di un’ulteriore pronuncia favorevole alla Provincia di Salerno con la quale si spengono una serie di sterili polemiche che hanno caratterizzato i mesi successivi alla nomina della cui legittimità si discute”. “Il mio auspicio – aggiunge –  è che il dottor Pasquale Prudenzano, nominato da parte del coordinamento istituzionale, ai sensi e per gli effetti di quanto stabilito dal regolamento dell’ufficio di piano, continui a  gestire l’ambito come sta facendo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e efficienza nella consapevolezza che un piano di zona è un strumento di straordinaria importanza perché in grado di dare un contributo imprescindibile per la realizzazione di una maggiore giustizia sociale nella gestione dei servizi sociali e di garantire, alle categorie deboli, servizi alla persona che ne migliorino la qualità di vita”.