Società senza futuro

Giuseppe Lembo

Quella società come la nostra che vive di solo presente, è inevitabilmente, una società senza futuro. Senza progetti, senza pensare insieme a costruire il futuro, la società del nostro Paese vive in un perenne hic et nunc. L’immobilità controcorrente del qui, essendo tutto nel mondo circostante dinamicamente in movimento, ha gravi conseguenze per la società italiana nel suo insieme, ormai sempre più avvitata su se stessa e senza vie di uscita per quel cambiamento e quello sviluppo senza il quale si muore di un presente, centro focale dell’attenzione alla realtà, che agisce in modo assolutamente distruttivo, spingendo l’uomo verso il nulla. Purtroppo nel nostro presente c’è l’invadenza di un sogno-realtà dove per tutti è centrale il noi stessi; un sogno-realtà che in modo suicida esclude l’altro non considerato utile dall’insieme umano di appartenenza e quindi neanche da se stesso. Nel sogno-realtà, il protagonista unico ed indiscusso è l’IO che in modo invadente domina su tutto, escludendo il NOI, ossia l’insieme sociale che, in quanto tale, è l’unico vero protagonista di futuro. Oggi, a torto e con gravi danni per tutti, per paura dell’altro, si accetta sempre meno di convivere insieme agli altri, rifiutando l’insieme sociale, assolutamente necessario al bene comune. Tutto questo si fa per paura che l’altro sia più forte di noi e che possa esercitare la sua forza per annientarti e così sgomberare il campo da presenze scomode, invadenti ed inopportune. È urgente e necessario conoscere i saperi del passato e quanto questi ci possano essere utili per risolvere i problemi di una quotidianità sempre più difficile, perché sempre più ammalata di solitudine e di invadente ed oppressivo presente. Tanti sono gli insegnamenti che a ciascuno di noi possono venire dalle teorie nate dall’osservazione dei comportamenti umani nella società. Per recuperare chi ha bisogno di aiuto il metodo più importante è la condivisione. Come si fa a capire l’utile saggezza del proprio comportamento, se non si conosce quell’importante opera universale che è “Il contatto sociale” di Jean Jacques Rousseau? In quelle pagine di profonda saggezza umana c’è tanto da imparare. Basta saperle sfogliare; basta saperle leggere. Sarebbe un bene per tutti e quindi per l’insieme sociale di riferimento, riprenderle tra le mani, rispolverandone le pagine, che riguardano con intelligenza, anche la saggezza del proprio comportamento. A tanti, dal cammino umano deviato, farebbe tanto bene rileggere il prezioso libro di Rousseau. Sarebbe un utile strumento di conoscenza per così ridurre i tanti malevoli danni che oggi vengono da una cultura dominante che ha per obiettivo primario solo quello di fregare il prossimo. La causa scatenante è, si dice, di quel neurone specchio arrugginito che, malfunzionando, fa privilegiare a ciascuno di noi l’individualismo e ad essere quindi malevolmente egoisti  ed attenti al solo proprio bene, un bene, tra l’altro, effimero, che è sempre più basato solo sull’oggettualità delle cose e non sull’essere, motore unico della vita umana, senza il cui funzionamento, si va inevitabilmente verso il nulla, verso quel nulla che ci attende ed attende il futuro di tutti noi.  Che fare? Come primo urgente obiettivo, pensare di salvarsi non in quanto singoli, ma in quanto insieme sociale. Il primo passo è quello di riconsiderarsi; è quello di riconsiderare se stesso, un se stesso che deve prepararsi alla grande svolta, di una profonda mutazione genetica da “oggetto” a “soggetto”; se ciascuno degli uomini fortemente ammalati di nanismo mentale saprà fare questo, ci salveremo tutti; tutti insieme ci salveremo e salveremo il mondo, trasformando il nulla in un possibile progetto di futuro dove sarà sempre più necessario il protagonismo umano, una risorsa insostituibile, per la concreta e vera universalità dell’uomo della Terra, universalità di cui il mondo ha bisogno come l’aria che si respira; ambasciatore di questo messaggio da mondo nuovo, è l’uomo in cammino, l’uomo del mondo globale che vuole costruirsi e costruire per il futuro dell’umanità, una società-mondo in una Terra-Stato. Bel progetto di futuro. Per il bene dell’umanità, speriamo di farcela; avremo così un mondo nuovo, con un uomo vero  protagonista universale di vita sulla Terra, dove le differenze e le diversità saranno finalmente così come meritano, fonte di ricchezza umana per tutti.