Hodi, permesso (di entrare)

Padre Oliviero Ferro

Quando ti avvicini a una casa, a un luogo che non conosci, c’è l’abitudine in Africa di gridare “Hodi,permesso”. Dato che non c’è il campanello, la voce lo rimpiazza. E dall’altra parte ti si riponde “Karibu,benvenuto”. E’ un segno di rispetto per un luogo che visiti per la prima volta. Ed è anche il primo gesto di amicizia verso fratelli e sorelle che incontri. Ci si avvicina a una cultura, a un ambiente nuovo, non con la violenza, ma con delicatezza, pensando che da ora in poi quella sarà casa tua. E allora, dire “Hodi” fa bene a te e fa capire a chi sta dall’altra parte che tu sei venuto in amicizia per incontrarli, per vivere con loro, togliendo i pregiudizi dalla tua testa e dal tuo cuore. Arrivando a casa di qualcuno, dire “hodi” vuole anche dire che tu hai qualcosa da portare, da condividere, ma che prima vuoi capire, conoscere le persone con cui da ora in poi camminerai. E allora quell’Hodi ti aiuta a fare le cose per bene, con stima e simpatia.