A te che leggi dopo mezzanotte…”Pensiero stupendo”

Giuliana Rocci

Aveva ripreso la sua marcia, inzuppata più dalla delusione, di quel colloquio che aveva atteso da mesi, che dalle gocce che continuavano a spruzzarle i tergicristalli a tutta velocità. Diluviava, ma sotto quelle gocce, era come anestetizzata dalla delusione: l’aveva visto come sempre, ma più sgonfio di sempre. Il suo sguardo sembrava naturale, aveva perso quell’interesse verso di lei e non lasciava trapelare che asettica amicizia. Non si scomponeva, restava impassibilmente fermo nel suo ruolo d’apparente nonsense. Perchè di questo si trattava, pensava lei nell’apppallottolare l’ultimo foglio che le scappava dal notes, sul quale aveva spiegazzato un disperato BASTA! Dopo mesi di silenzio, d’assenza da parte di lui, ritrovarlo in buono stato, così almeno lui diceva e senza alcuna voglia di riprendere il rapporto da dove s’era interrotto. Da quei suoi sguardi che le facevano comprendere sentimenti e tentazioni da sempre serbate in cuore, romanticismo e voglia di lasciarsi andare. Tutto sembrava finito: lui la considerava un po’ più d’un’amica e basta e quando il rapporto andava oltre, lo stoppava per poi riprenderlo a suo piacimento, giacchè non amava sentirsi invaso o inquisito. Lei era a suo uso e consumo: se e quando a lui andava, degnarla di risponderle al cell. o incontrarla!Per oltre quindici anni era andata su e giù una situazione assurdamente sentimentale, gli faceva notare lei, che soltanto perchè poggiata su sentimenti autentici si reggeva ed invece lui le faceva intender ch’era stato quasi un film…EPer buona educazione, sembrava quasi la postulante di sentimenti, che lui diceva di saper ben incasellare…anzi, che non provava, nè di gioia nè di dolore! Un’ameba, pensava lei, mentre faceva appello all’ultima crociata di buona volontà, per non spedirlo definitivamente ad un paese ignoto, ma dal quale nessuno era mai ritonato! Dopo che s’era spesa per lui in lungo ed in largo, che aveva tribato a dare costantemente, non riceveva un grazie nè un omaggio nè affetto! Lui faceva l’ennesimo dietro front, giudicandola perfino invadente e facendole credere quasi ch’era lei che sgambettava dietro lui! Era davvero il massimo: si specchiò nel fondo d’una situazione che da troppo era durata e che solo ora riusciva a guardare. Lo vide forse per la prima volta, come lo vedevano in tanti: senza attributi capaci di fargli vivere da uomo l’esistenza! Una specie di pupazzo alimentato non a Nipiol e Nutella, ma a sottomissioni e rimproveri. Ricordò le tante ore trascorse insieme: che vigliacco, pensò con tutta se stessa, si rimangiava quanto lo faceva star bene, per quella specie di cimelio museale che aveva accanto! No, lei non poteva esser trattata come l’ultima servetta che stava a rincorrere il padrone di turno! Sapeva d’esser sempre stata la Marilyn dei poveri, capace di prendersi ogni situazione infelice, ma i bugiardi pusillanimi proprio non li ereditava sul groppone!  Ricordò quante volte avevano insieme riso, desiderato, gioito, riflettuto…lui che le diceva dei suoi impegni, dei suoi progetti: lo guardò come la prima volta e si rese conto che era sempre stato un egoista fino in fondo. Che non aveva mai pesato il suo ruolo nella sua esistenza: abituato a sentirsi sempre un principe, anche senza cavallo, perchè chi gli era intorno riusciva ancora a lusingarlo falsamente. Lei, era su un’altra sponda…”Pensiero stupendo, nasce un poco strisciando, si potrebbe trattare di bisogno d’amore, meglio morire…e tu, e noi, e lei tra noi…vorrei, vorrei per amore, per ridere, dipende da te…!” Congedava perfino Mina, che quella sera continuava a mandarle messaggi con quelle sue note! No, avrebbe chiuso l’inganno, le menzogne, il tira e molla: un ultimo sms, stavolta non l’avrebbe più ritrattato. Ci aveva messo degli anni per decidere finalemnte che non era giusto continuare a farsi straziare da kamikaze, ma non sarebbe tornata indietro stavolta…lui avrebbe avuto occasione di riflettere se davvero, tra i suoi scompartimenti stagni, poteva fare a meno di lei, solo un po’ più d’un’amica? Davvero non l’amava? Ma non era vero…lui l’aveva implorata con lo sguardo da sempre, l’aveva contemplata innamorata negli anni, le aveva sorriso nascondendosi dietro bugie da Pinocchio, senza Lucignolo…Iniziò ad aver freddo: sarebbe restata ancora lì da piccola fiammiferaia, a perdersi tra mille ricordi, mentre accendeva l’ultimo fiammifero che le restava, per non sentirsi pungere da aghi d’inganno il cuore…finiva tutto così miseramente, era riuscita perfino a dargli un frettoloso bacio sulla guancia imbarazzata…Lui l’aveva guardata meravigliato…davvero non l’amava??? Il tempo le avrebbe detto la verità soltanto se finalmente lui avesse deciso di dichiararglieli… diversamente, lui non l’avrebbe più avuta!