A te che leggi dopo mezzanotte…”Titanic”

Giuliana Rocci

Le sembrava d’esser sempre in preda ai flutti del Titanic. Aveva provato di nuovo a cancellarlo e credeva proprio d’esserci riuscita, perchè erano mesi che ormai non ne riceveva più notizie. Malgrado l’avesse cercato disperatamente…finchè s’era resa conto che sul suo cammino c’era un’altra persona. All’inizio aveva faticato non poco, se non altro a rompere l’abitudine che la teneva incollata da oltre 15 anni ad un’altalena sentimentale, dovuta alla mancanza di coraggio del pavido sentimentale. Perchè di questo si trattava, lo sapeva: lui non avrebbe mai osato andare fino in fondo con lei. Ciò nonostante portava su e giù quella girandola sentimentale, che a volte naufragava tra l’assenza, quando diventavano troppo corte le miglia del rapporto. Altre, invece, sembrava procedere col vento in poppa come da sempre. Finchè c’era la tempesta per lui, lei ci sarebbe stata sempre…ed anche quando il Titanic tentava d’affondare, lei gli chiedeva la mano…e lui puntualmente c’era! Era strabiliante anche questo: nel momento in cui s’era ritrovata completamente sola, dopo l’ennesima delusione, lui scomparso, l’altro rivelatosi un altezzoso complessato, non riusciva più a far quadrare il suo adattamento esistenziale. Stancamente aveva riformulato il suo numero di cellulare: che conosceva a memoria più del suo, avendolo nel tempo tastierizzato a iosa. E lui, magicamente aveva risposto dall’altra parte: non avrebbe osato dirgli cosa l’era successo fino in fondo! Lui non avrebbe mai dovuto saperlo: attutiva la lacerazione, sfogandosi come sempre, ma senza riuscire a dire in fondo al cuore, il dramma che viveva, anche con lui!!! Sembrava riallacciarsi il filo: non l’aveva perso, possibile? Ma perchè ognuno si dileguava dal suo cammino e restava solo lui, come una sagoma all’orizzonte, a volte inconsistente, altre più presente, ma in ogni caso senza darle ciò di cui lei aveva bisogno? Se l’era chiesto a raffica negli anni, che strano destino fosse il suo, ricordando le parole che lui una sera le aveva detto “Non posso offrirti ciò che meriti.” Quella sera era restata ingessata più della cravatta cifrata in velluto, che aveva indossato casualmente mascolina. Gli aveva risposto che le bastava stare con lui, che sarebbe stata lei a decidere se e quanto gli andava quel rapporto, ma ora si rendeva conto che l’altro, col suo ritrarsi continuamente, non le offriva nemmeno quel minimo che poteva sperare: davvero la vita era avida d’amore per lei, che ne regalava tanto in giro!