Mercato San Severino: Festa dell’Ambiente cala il sipario con successo

MariaPia Vicinanza

Un grande successo anche quest’anno ha riscosso la Festa dell’Ambiente, coniugata alla sagra della lasagna con polpette costesi. L’iniziativa, dar vita ad una kermesse che coniugasse piatti tipici, con problematiche ed animazione per i più piccini: voluta fortemente dal presidente di Astrambiente, Luigi Pergamo, anche questa sesta candelina s’è spenta con successo. Dopo varie serate, in cui Giove Pluvio ha sferrato i suoi calci, un finale che ha registrato miss in passerella, dopo moto d’epoca e giochi per i più piccini. Alla manifestazione, particolarmente seguita da tanti, che hanno degustato lasagna fuori ricorrenza, tra panini farciti con salsicce o milza, insieme a croccanti patatine, pasta e fagioli, fritti nel “cuoppo” e dolcezze di graffe o di babà farciti con nutella: non è mancato il robusto vinello, rallegrante ogni cuore,  compagno degno di ogni pietanza, facendo la corte anche a bibite fresche. Nota peculiare, lo spaccato dedicato alla tavola rotonda a tema, alla quale hanno preso parte, accanto al presidente Pergamo, sotto il coordinamento e la conduzione del direttore del nostro quotidiano, Rita Occidente Lupo, il dott. Rocco Basile, dirigente medico Asl Mercato San Severino; l’assessore alla cultura Assunta Alfano; il delegato regionale dell’on. Giovanni Romano, Francesco Prisco; il sindaco di Calvanico Francesco Gismondi; quello di Bracigliano Antonio Rescigno e l’on. Guido Milanese. Diverse le tematiche poste a tappeto per la tutela della salute pubblica ed il rispetto dell’ habitat naturale: dalla sanità, che spesso vive il disagio d’una cattiva gestione, non dalla parte dei cittadini, a quello degl’incendi, ancora mandanti in fumo ettari ed ettari di verde. Dal problema rifiuti, che ancora offre il fianco nel nostro Sud al disagio attenuato, non del tutto risolto, Napoli docet, a quello della pessima gestione della natura, tuttora non rispettata sufficientemente, da chi  dovrebbe essere in grado di saperla amministrare, prima che si ritorca contro l’uomo stesso. Le politiche finora condotte, non sembrano privilegiare un adeguato interesse verso la flora e le catene montuose: le stesse Comunità Montane, vivono l’affanno economico, con finanziamenti al lumicino, che non consentono agli stessi dipendenti di poter essere opportunamente retribuiti. “E così l’inadeguatezza della classe politica- asserito da Gismondi– fa sì che il Paese sia in ostaggio di altri, monco d’una propria autonomia pragmatica”. “Un Paese in cui i finanziamenti, d’uopo per interventi calati sul territorio- ha rimarcato Rescigno– che potenzierebbero anche le produzioni autoctone. Il castagno così penalizzato, prototipo d’un serio problema, che non vive al momento soluzioni al suo flagello col cinipede. L’ambiente oggi, senza essere ecologisti a tutto campo, chiede ai singoli rispetto, partendo dai più piccoli. tra i tanti problemi che lo serrano, quello dell’incuria e del degrado, lo mutilano ulteriormente in uno scanrio europeista.