Sura, faccia

Padre Oliviero Ferro

“Uko na sura gani, leo?”(ma che faccia hai,oggi). E’ la domanda che spesso ti facevano, quando ti incontravano. Sul tuo volto si legge subito come stai, se sei allegro,triste,preoccupato o…scocciato. Il volto è la fotografia del tuo cuore e non è facile nascondere quello che ci sta dentro. Vedendo le faccine dei bambini, ti veniva voglia di ridere insieme a loro. Erano allegri, pieni di voglia di vivere. Ma, ogni tanto li vedevi preoccupati e tristi. Ti veniva voglia di fare loro delle domande, ma poi stavi in silenzio, aspettando che si rimettessero a sorridere. Anche se erano piccoli, avevano pensieri da grandi. Invece i giovani (e le giovani) spesso cambiavano il loro volto, magari truccandolo. Forse era un modo per nascondersi, per non fare capire agli altri i loro problemi. Forse non sapevano come affrontarli e allora poteva sembrare facile cambiare la faccia, a secondo di chi li guardava. Ma, da vicino, non potevano fingere e allora si arrivava a leggere nel loro cuore l’ansia di un futuro incerto, si sogni che volevano diventare realtà, di vittorie e di sconfitte…e di rassegnazione. I volti dei papà e delle mamme erano particolari. I primi pieni di preoccupazione per il futuro della famiglia, segnati dalla fatica, dalle umiliazioni, dalle sconfitte, dalle ricerche non sempre andate a buon fine. Mentre quelli delle mamme, erano luminosi, anche se con velature di tristezza e di fatica, ma che nascondevano dietro il loro impegno quotidiano. Infine quelli degli anziani, rugosi, con gli occhi semichiusi, quasi pronti ad essere chiusi per sempre. In ogni volto c’era una storia, un attimo di vita, tanto amore e tanta voglia di vivere.