Minori: il nuovo obelisco “California”

Cos’è il nuovo lungomare ? Un’area viva, agitata, piena di popolo e traffico che unisce il rivalutato arenile all’urbe abitato. Celebra tale rinnovato splendore, figlio di una ritrovata benevolenza e dell’abbandonata austerità, il nuovo obelisco “California”, virile rappresentazione di solenne fierezza, che oramai da qualche dì, si erge autorevole nello slargo ad est, davanti al mare. Simbolo di potenza religiosa e civile, il monolite, in questo mondo variato e pieno di energici contrasti, accorda ogni classe sociale e corrente dell’architettura contemporanea con il suo linguaggio moderno di largo respiro e di grande ritmo.  La monumentalità dell’obelisco “California”, essenziale senza orpelli e grezza, dalla ruvida consistenza pietrosa, arida e minimale, ci riporta alla storia delle grandi sculture, che già in epoca romana sfidavano il cielo come nella leggenda di Rodi, dove la fantasia popolare ha creato cose che gli umani non hanno avuto la forza di realizzare. Il suo misterioso esoterismo ci collega direttamente con il Divino, manifesto di una religiosità in queste terre mai attenuatasi che si rigenera in forme nuove con rinnovato entusiasmo; ma il monolite è anche esibizione di virilità laica che ripropone, in tempi grevi, il potere fallico del maschio a cui si associa un’idea di potere reale, terreno ed assoluto. Sfavilla l’acciaio della sommità, luccica al sole della patria, a segnalarne la luminosità e il carattere indomabile. L’obelisco “California”, nel campo dell’arte, è l’unico monumento che riannoda i fili del nostro orgoglio classicheggiante, avvicinandoci alla retorica imperiale di una smarrita italica romanità. La grande espressione figurativa, unìta alla sua energica erezione, lungi dall’essere impresa banale cui, con insolenza, potrebbero alludere gli sprovveduti eretici di provincia, assurge alla concezione di un’opera d’arte attorno alla quale si riuniranno orgogliosi i minoresi, e gli stupiti ed ammirati stranieri di tutto il mondo. Nullum magnum ingenium sine mixtura fiut” recita l’epigrafe, scelta non a caso tra le parole del sommo Seneca, a testimonianza di una profonda riconoscenza all’uomo e al suo ingegno, impensabile senza la componente di follia che è abituale compagna di viaggio del genio. Prima di ogni altra improvvida considerazione generica sull’opportunità e l’utilità dell’opera va ribadito che essa veicola il calore per e del popolo a sostegno della propria terra, ciò che scalda i cuori e le membra, ancora di più quando sarà l’ora del tenebroso inverno. E’ in essa, anche il combustibile della nostra sana ambizione sportiva, che forgia il fisico del patriota opponendosi alle mollezze della comoda quotidianità oziosa. Ma l’obelisco è anche gnomone di una meridiana che, attraverso la sua ombra, segna le ricorrenze più importanti legate alla vita della città, nonché il mezzogiorno solare dei vari giorni dell’anno su di un quadrante lapideo misto a cotto; la sua funzionale semplicità scandisce il tempo, ordinatore della nostra misera condizione umana, come una sentinella sulle nostre esistenze. L’obelisco “California” è ciò che offriamo all’altare della civiltà, il nostro contributo al progresso scientifico ed artistico, il segno della nostra inestinguibile grandezza creativa, non soltanto passata ma presente.

Christian De Iuliis

            Architetto

già Assessore al Nulla (per autonomina)

già Fondatore del movimento culturale-artistico de “Lo Spiaggismo”