L’animatore

Angelo Cennamo

Quando varchiamo la soglia di un villaggio turistico per trascorrere le agognate ferie agostane, davanti a noi si schiude un mondo nuovo. Un salvifico microcosmo fatto di colori, di suoni e di sapori inesplorati, di colpo, ci allontana dalla cruda quotidianita’ e ci inoltra nella fatua dimensione del divertimento. Il cancello di ingresso diventa cosi il misterioso confine tra il vero di sempre e il falso provvisorio, il magico sipario che si eleva sulla breve dimenticanza, isolandoci da ogni altra cosa precedente. Ad un tratto arriva lui : l’animatore. Maglietta e bermuda colorati, sorriso smagliante ed una vaga condizione di demenza giovanile, mista ad un’esagerata voglia di vivere, che fa risaltare oltremodo quell’apatia stanco viaggio che ci portiamo da casa, dopo aver preparato le valige e caricato l’auto come dei mercanti arabi. Il falso cortese, l’educato da contratto, il gioviale per incarico, ci viene incontro augurandoci il primo buon giorno della settimana, simulando una gioia incontenibile per il nostro arrivo. Sembra che il buontempone non stesse aspettando altri che noi. Poi arriva il secondo buon giorno, poi il terzo e cosi via, a ripetizione, fino a quando ci viene il sospetto che quei saluti siano a cottimo. Il giovane, che sprizza allegria da tutti i pori, prova a contagiarci col suo entusiasmo ciclostilato : ci recluta per il torneo di beach volley, ci inserisce nella lista dei figuranti per lo spettacolo serale, ci ricorda che dalle 18,00 alle 20,00 possiamo dedicarci ai balli di gruppo, il tutto sottolineando le sue avance con urletti e slogan comici. L’animatore, si sa, deve rianimare, e noi, poveri stressati, con 350 giorni di lavoro sul groppone, la vitalita’ l’abbiamo persa da un pezzo! E allora obtorto collo ci lasciamo prendere dallo sballo e ci trasformiamo in ballerini provetti o in ginnasti inesauribili. L’animatore non ci molla per un attimo, ci fiata sul collo, sprona il pelandrone che e’ in noi, il divertimento non lo propone : ce lo impone! Proviamo allora a dileguarci, ma non c’e’ scampo : gli animatori presidiano il campo in lungo e in largo, ce n’e’ uno per ogni angolo del villaggio. Ribellarsi e’ inutile, questi gaudenti hanno una missione da portare a compimento : farci divertire. Non c’e’ verso, dobbiamo adeguarci. Il latino americano? E vabbe’, proviamo. La barzelletta? Ricordiamocene una, una qualsiasi, tanto rideranno a prescindere. La giornata scorre veloce, e i buon giorno diventano intanto dei buona sera. “Si e’ iscritto al gioco piscina di domani?” Be’ veramente…”Non lo ha ancora fatto? Corra da Mario, ci pensera’ lui”. La stanchezza del viaggio si somma a quella per il tango e per l’acqua gym. I buona sera diventano buona notte. Alle 24,00 ci illudiamo che la giornata si sia finalmente conclusa, ma la sensazione dura poco : in spiaggia ci attende la dance music. E cosi, come degli zombie, ci spostiamo sulla pista, e goffamente, tra uno sbadiglio ed un inciampo, improvvisiamo improbabili coreografie alla Tony Manero, sotto lo sguardo impietoso dei nostri figli, che a quell’ora non ci avevano mai visti fuori dalla camera da letto. Nel frattempo i buona notte ridiventano buon giorno, e tra poche ore si ricomincia. Aiuto!

3 pensieri su “L’animatore

  1. Divertentissimo, ed è tutto vero. Chi fà i programmi
    per le vacanze dovrebbe valutare bene gli effetti che
    il soggiorno in un villaggio turistico può determinare
    sulle proprie condizioni di salute!

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