A te che leggi dopo mezzanotte…”Messaggio d’amore”

Giuliana Rocci

Quando l’aveva sentita la prima volta quella canzone dei Matia Bazar, aveva subito pensato che avrebbe vinto Sanremo. Poi, s’era resa conto che quella musica vinceva anche nella vita di tutti i giorni. E che era scritta proprio per lei, ci pensava ora, che si rendeva conto che quella patinata amica, che lo conosceva da sempre, parlava di lui in un modo a dir poco strano dei suoi fallimenti personali: al di là dell’immagine che aveva portato a spasso da una vita, tutti sapevano che non era affatto felice. Che poi avesse nel suo cuore dei sentimenti, non appariva proprio alle parole di quest’ennesima vittima della società: di quella serie femminile non troppo Barbie, ma al punto giusto da voler accalappiare il pollo di turno, a qualunque età, possibilmente bello e benestante, dopo esser restate sole dallo zitellaggio forzato o dalle realtà della vita. Lei invece, che restava una perenne Bridget Jones per quel piglio autentico, a tal punto da poter apparire fuori dalle righe per creatività, quando non la dominava la naturalezza della donna di classe, un mix in lei sempre ben amalgamato, aveva il problema di aria intorno. Cioè di non potersi liberare dei mosconi di turno, fastidiosi ed insulsi. D’altronde aveva un legame, seppure nel modo più assurdo possibile: quella specie di cordone ombelicale, che più volte aveva reciso e che sapeva quasi indistruttibile. Sapeva che era per lui una madre, rivisitata giovinezza, compagna di vita e di venture, di errori, nei quali spesso si trovava e di momenti ricreativi. Ma era restata  sempre e solo un evanescente sogno: ora che il tempo stava segnando la marcia del distacco immotivato, probabilmente si rendeva conto che forse non aveva mai compreso fino a che punto da parte di lui potesse davvero esserci sofferenza nel tirare avanti un nonsense affettivo. Tra patrie galere domestiche, il suo dover lasciarsi scivolare i giorni tra mille impegni, senza essere felice. Lei lo aveva sempre saputo, gliel’aveva anche fatto comprendere che ogni tanto, una botta di coraggio nella vita, non guasta. Lei che, capace di correre dietro al vento del sentire, sapeva poco di fornelli, ma molto di amicizia, poco di selfcontrol e tanto di cuore, gli aveva per anni insegnato la marcia dell’autenticità: che lui possedeva, ma che non riusciva a vivere. Ora, però, capiva che i Bazar le suggerivano una diversa interpretazione dei fatti: da lui, avrebbe atteso anche un sms, gettato tra il vento della sfida e le occasioni. Capace di chinare la cresta del suo sterile orgoglio, che non l’aveva mai portato da alcuna parte. Tantomeno…a viver…il cuore! Quello che non sembravan negargli altre possibilità d’incontro, forse. “Voglio darti un messaggio d’amore, di poche parole, il segreto nascosto di un cuore, un cuore che sa, ho capito che forse l’errore non sei stato tu, e con tutta la forza che ho dentro ti voglio di piu’, ho ascoltato il rumore e il silenzio parlare nel tempo, ho sognato il tuo viso i tuoi occhi sorridermi un po’, quanta nostalgia tu; mai non ti ho avuto mai, in fondo mai dolce amore mio, sensibile credimi, mai non ti ho avuto mai…che male fa non sentirti piu’, sia quel che sia questo e’ un messaggio d’amore per te, se ho posato le mani su sguardi bruciati dal mare, e ho scalato le dune del cuore piu’ alte di me, se ho vissuto le notti sprecando la mia fantasia, e’ perche’ ero sola confusa smarrita io, mai non ti ho avuto mai in fondo mai dolce amore mio, sensibile credimi mai proprio mai non ti ho avuto mai…anima mia sai che ci saro’ ,porta con te questo messaggio d’amore…” Avevano ragione i Bazar : lei non l’aveva avuto mai! E che male le faceva non sentirlo più! Però forse lui sapeva che lei ci sarebbe sempre stata, dimenticando che tutto ha un limite nel tempo! Appesa al filo non solo delle illusioni, s’era trattenuta in tante occasioni: troppe per poter poi dire che non era stata colpa del destino se, ancora una volta, se l’era ritrovato sui passi, ad un passo dalla felicità: eppure, non l’aveva avuto mai!!Ma anche lui, anche s’era rimasto sempre là ad attendere i suoi ritorni…aveva soltanto potuto mantenere intatto un sogno, senza viverlo mai!