Cava de’ Tirreni: Comitato Casa Sicura, lotta all’abusivismo

L’altra faccia dell’abusivismo- Risposta della società all’incapacità delle istituzioni di gestire nell’interesse del popolo i processi di crescita della città    Questo scritto ha lo scopo di denunciare quei casi, purtroppo sempre più numerosi, in cui il legislatore si muove e decide in un ambito politico predefinito e circoscritto da “altri”. Egli non si muove nella prospettiva essenziale della politica: decidere le regole del “gioco”, nell’interesse del popolo. Il fenomeno dell’abusivismo edilizio in Italia ha impegnato per anni, in vari modi, molte delle migliori menti nazionali, quello di necessità, è tuttora molto diffuso, nonostante l’inasprimento di pene e sanzioni perché?. Quando lo Stato non riesce più a gestire un fenomeno sociale dalle conseguenze macroscopiche, le cause vanno ricercate in profondità. Non credo sia verosimile che una moltitudine di uomini all’improvviso inizino a delinquere. Uomini appartenenti a tutti i ceti sociali, decidono di edificare le proprie abitazioni contro le regole che lo Stato ha dettato. Soprattutto per tutti quei comuni che non hanno saputo erigere piani regolatori ed urbanistici Osserviamo questo fenomeno da visuali inedite. A mio modesto parere esamino approfonditamente alcuni aspetti economici e urbanistici di questo particolare sistema di crescita e sviluppo della città. Un sistema illegale e disordinato, che ci indurrà a delle interessanti riflessioni ed inaspettate conclusioni.  L’abusivismo edilizio ha alcune fondamentali motivazioni. La prima è data dalla scarsità di suoli edificabili, la seconda in stretta correlazione con la prima, è il costo eccessivo di questi. Un’altra importante causa è l’attesa che la popolazione ripone nei ricorrenti condoni edilizi. Questi non sono altro che toppe e maldestri rimedi all’incapacità delle istituzioni di gestire le trasformazioni urbanistiche del territorio, eliminando ingiustizie e privilegi, e allo stesso tempo abolire il diritto umano quello della propria casa.Voglio rammentarvi un passaggio molto importante della nostra Regione Campania: Alla fine dell’anno duemila la Giunta della Regione Campania, guidata dal Governatore Bassolino,   promulgò una legge che sanava i sottotetti abusivi (mansarde) ecc. edificati entro una certa data, a costi irrisori. Tre anni dopo, la stessa Regione Campania, in stridente contraddizione, ha scatenato contro lo Stato, che emanava l’ennesimo e salatissimo condono, una forte iniziativa giuridica tesa all’abrogazione di tale norma e allo stesso tempo cancellato un diritto del popolo. E’stato solo un Atto di  menzogneri e conformisti!Torniamo al fenomeno di trasformazione del territorio che va sotto il nome di “abusivismo edilizio”: l’immissione di enormi quantità di suoli sul mercato, “depurati” dal valore del suolo corrispondente al diritto di edificare, causa una discesa rapida del prezzo. Questi hanno ancora valori differenti, ma in dipendenza stavolta di altri parametri: distanza dal centro, affaccio su strade, ecc… tutti ancora in grado di influenzare il valore di un suolo, ma in misura minore, rispetto a quanto poteva esserlo la sua edificabilità, legalmente riconosciuta attraverso il rilascio di una regolare concessione. In una tale situazione, in sostanza tutti i suoli diventavano virtualmente edificabili, conseguentemente il prezzo si abbassava notevolmente. Un altro importante fattore che ha favorevolmente influito, incentivando notevolmente la costruzione abusiva di edifici di medie o piccole dimensioni, è stato il credito che le imprese di costruzione hanno accordato ai committenti. Il titolo di credito utilizzato è stato la cambiale. Questa si differenziava dalla cambiale classica in quanto nei contratti era utilizzata come moneta a se stante. Essa poteva tra l’altro essere scambiata con la moneta corrente, anche presso le banche, oppure come la maggiore parte delle volte faceva l’impresa costruttrice che ne deteneva il possesso,: pagando i rivenditori di materie prime o aspettando la scadenza ed incassandole direttamente dal debitore. Si eliminava la rendita che le banche chiedono attraverso il meccanismo dell’interesse quando prestano denaro con i cosiddetti mutui ecc. Le imprese costruttrici, in genere piccole o medio-piccole, praticavano sul costo dell’appalto una maggiorazione sul prezzo e/o una tantum. L’enorme quantità di commesse che le imprese avevano, contribuiva a considerare il tempo diversamente dalle banche, che quando prestano denaro e chiedono l’interesse lo fanno in funzione della variabile tempo. Le piccole imprese che costruivano questi manufatti abusivi erano tutte oberate di lavoro. La variabile tempo era da loro considerata diversamente. La figura del costruttore (appaltatore) era del tutto assente. L’abusivismo edilizio, ha consentito di abbattere il costo dei suoli, l’interesse dei mutui bancari e la rendita speculativa dei costruttori (appaltatori). Ecco perché  in questi anni  moltissime famiglie, anche con redditi medi, sono riuscite a costruire la propria casa in economia, abusivamente. Chi ha guadagnato da ciò sono stati i committenti, cioè le famiglie, e tutti gli operatori del settore edilizio, cioè altre famiglie. Questo è stato possibile perché si sono eliminate dalla produzione i fattori speculativi, o quantomeno distorcenti il processo produttivo edilizio. Il credito è stato concesso direttamente dalla miriade di piccole imprese coinvolte nella produzione delle abitazioni. I suoli già di proprietà da lasciti di bene familiare da padri in figlio ecc, o per alcuni sono stati acquistati al giusto prezzo, senza essere gravati dal privilegio dell’edificabilità. Non occorreva la presenza degli appaltatori. I lavori si svolgevano in economia, ed in tempi più lunghi. Nonostante la città crescesse senza un piano preordinato, le singole lottizzazioni hanno consentito di acquisire al patrimonio pubblico senza alcun onere, gran parte delle strade, già previste in fase di lottizzazione abusiva. In seguito con il condono edilizio lo Stato ha comunque incassato migliaia di miliardi. Più di quanto avrebbe incassato se avesse concesso il diritto di edificare dietro corresponsione degli oneri di urbanizzazione. La casa è un bene di primaria importanza. Avere sottovalutato gli aspetti economici e quelli speculativi, che la produzione di essa ha implicato per anni in Italia, è stato folle. Ma se è giusto, come è giusto, rispettare la legge, sempre, perché il legislatore non si preoccupa di fare leggi che tutelino gli interessi e le aspettative del popolo? Gli interessi di pochi non possono prevalere, ancora meno se ingiusti, su quelli della collettività. Le conseguenze di un fenomeno di tale portata sono  enormi. Come si può immaginare, con l’abusivismo, il lavoro e il denaro era  ampiamente distribuito, con evidenti benefici dell’intera comunità, nel caso inverso, cioè quando si costruisce con regolare concessione, acquistando dal costruttore e utilizzando un mutuo bancario, il manufatto (la casa) viene a costare al “poveraccio” molto di più. In tal caso guadagnerà molto meno anche la manodopera, per ovvi motivi, cioè chi poi costruisce effettivamente le case con il proprio duro e quotidiano lavoro, rischiando spesso anche la vita. Quando s’immola tutto all’altare della spietata logica del profitto o del mercato, tutti gli altri fattori passano in secondo piano.  Si riduce sempre più, modificando la struttura delle famiglie. Il numero dei componenti scende anche in ragione dello spazio. Le famiglie, già cariche di debiti, sono condizionate nella crescita anche dalla mancanza di spazio dove potere vivere. Tendono così ad accumularsi in poche mani (appaltatori, banchieri, ecc…) enormi capitali. Questi finiscono col riempire indirettamente ancora di più le casse delle banche (cioè di pochissimi uomini: i banchieri) svuotando quelle della  società lavoratrice,  uomini che  hanno lavorato una vita per vedere il proprio sacrificio di stenti e privazioni una casa propria e senza nulla chiedere. I diffamatori del presente, quelli in malafede, diranno che noi siamo a favore dell’abusivismo edilizio. E’ ovvio che ciò non è vero. Più precisamente noi siamo contro la rendita fondiaria, che sempre è stata e sarà speculativa. Gli altri, quelli più ingenui, li invitiamo ad immaginare come sarebbero state le nostre città senza la possibilità di considerare sui suoli di proprietà e il diritto dello stesso. Quando le leggi si fanno contro i legittimi interessi del popolo, in esso scatta un atavico istinto di autoconservazione. Il fenomeno dell’abusivismo edilizio è un esempio illuminante. Nessuno mai dovrebbe fare leggi ingiuste e contro il popolo, per l’interesse ed il privilegio di pochi. Siamo sull’orlo dello disfacimento nazionale, fabbriche che chiudono, lavoratori che dopo anni di sacrifici non sanno neanche se si vedranno pagata la loro sospirata pensione, un diritto accumulato di stenti ed enormi difficoltà,   per questo non  andare contro le ISTITUZIONI, AL CONTRARIO, confrontarci e proporre in sinergie con loro e riflettere se ancora oggi dobbiamo vivere con l’abnorme numero di Leggi obsolete e decrepite, se un giovane avrà un futuro, avrà un proprio lavoro, una propria casa come sancisce la nostra costituzione Italiana, per dare spazio allo sviluppo all’ ingegno di un futuro migliore, per questo dobbiamo commisurarci soprattutto per coloro che ci hanno governati e ci governeranno per il prossimo futuro,   di osservare rigorosamente almeno uno dei dieci comandamenti…di ben considerare il mondo che cresce e trovare soluzioni per porre fine allo scempio degli abbattimenti che si avvicenda  in tutta la Regione Campania tutti i giorni. Conclusioni- Ringrazio Pubblicamente il Sen. Carlo Sarro per aver avuto il coraggio di ripresentare nuovamente al governo centrale la richiesta di sanatoria, e  contestualmente una ferrea legge contro gli abusi, ringrazio l’on. Giovanni Baldi per il suo inarrestabile  impegno  di persona carismatica e umana che alla Regione Campania  si impegna quotidianamente con altri esponenti alla modifica di leggi errate che hanno ingessato interi comuni della Regione rendendoli inoperosi e senza prospettive per il futuro dove i giovani sono costretti all’espatrio dai propri comuni per potersi fare un famiglia proprio per la mancanza di abitazioni e per l’elevato costo di fitti e di comprare manco se ne può parlare.

 

Un pensiero su “Cava de’ Tirreni: Comitato Casa Sicura, lotta all’abusivismo

  1. Quanto detto è la verità, Gigino di Cava de’Tirreni, sta davvero tenendo viva una problematica che sembra non trovare soluzione a livello istituzionale, perchè mi chiedo, chi abbiamo votato deve decidere sul riconoscimento di un diritto di vita, del diritto ad avere una casa per la propria famigliA?

    Spero che chi ha il dovere morale verso il popolo da cui ha ricevuto voti, dia davvero tutto per salvare tante famiglie sul lastrico.

    Grazie Gigino per questo commento.

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