Quello che i vescovi dicono di Natuzza Evolo

don Marcello Stanzione

Fra poco in Francia le edizioni Benedictines stamperanno due miei libri su Natuzza Evolo frutto di una lunga intervista che ho avuto con la scrittrice del Principato di Monaco Christiane Palmero sulla mistica calabrese. E’ significativo che una editrice d’oltre Alpi voglia far conoscere pure in Francia  la vita ed il carisma della Evolo. Ma cosa dicono di Natuzza i vescovi calabresi che l’hanno conosciuta? Mons. Luigi Renzo,vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea alla omelia per le esequie della Evolo disse testualmente: “Natuzza, la mistica di Paravati, come è chiamata, non è più fisicamente con coi. Vorremmo che non fosse vero, eppure è così. Natuzza , una delle persone che si vorrebbe non morissero mai. Una figura carismatica re straordinaria che vorremmo avere sempre accanto, a portata di mano. E’ difficile  manifestare i sentimenti e le sensazioni che si provano in questi momenti. Ma è altrettanto vero che il solo pensare a lei – anche se non c’è più – è motivo di grande serenità interiore e di pacificazione. “I benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli! Si, o Padre, perché così è piaciuto a te” (Lc 10,21) così abbiamo ascoltato nel passaggio di apertura del brano del Vangelo. Per entrare on intimità con Dio, per vivere la comunione con Gesù, non occorre grande sapienza e intelligenza, ma occorre essere piccoli, farsi piccoli, poveri di spirito. E’ necessaria quella infanzia spirituale caratteristica di S. Teresina del Bambino Gesù, che si conquista “espropriandosi” di tutto, per usare una espressione di S. Francesco d’Assisi. Natuzza, fin dall’infanzia, è stata tutto questo, per cui non ci sono parole più espressive ed identificative – e per di più dette da Gesù – per meglio delineare la sua personalità, la sua spiritualità di donna semplice, da “verme di terra”, come preferiva qualificarsi. Una vita spesa per il Signore, per la Madonna, per la gente che bussava alla sua porta di casa in cerca di conforto e di pacificazione interiore. Voglio ringraziare il Signore da parte mia per averla incontrata e per avermi consentito, in questi due anni del mio servizio episcopale in questa diocesi, di fare spesso da tramite tra lei e tante persone bisognose del suo aiuto. Ringrazio anche lei perché non mi ha detto mai di no! Anzi spesso mi sollecitava a farlo, soprattutto se si trattava di sacerdoti. Anima candida, buona, tutto cuore, vera mamma! Le domande che mi sono state rivolte in questi giorni a suo riguardo sono fondamentalmente due:

Qual è la posizione della Chiesa davanti al fenomeno di Natuzza?

Natuzza santa subito? Verrà, cioè, aperta la causa di beatificazione?

Rispondo a questa seconda domanda, per prima. Quando partirà l’istruttoria per il processo di beatificazione? Il riconoscimento ufficiale della sua santità da parte della Chiesa è un problema relativo. E’ un problema nostro, non di Natuzza. Lei è già santa, perché è in Paradiso. Ottenere il riconoscimento ufficiale sarà un motivo di soddisfazione per tutti noi, sarà un motivo di esaltazione anche della Calabria, ma resta – se volgiamo – un fatto marginale, che certamente sarà affrontato, ma senza fretta e soprattutto seguendo le procedure canoniche, che certamente faremo scattare. A questo proposito, sto avendo diverse sollecitazioni da sacerdoti e laici, non solo della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea. Se questa è volontà di Dio – e possiamo pensare che lo sia – sarà Lui a segnare i tempi. Noi faremo la nostra parte con oculatezza e rigore: solo così faremo gli interessi di Natuzza – santa. L’altra domanda: Cosa dice la Chiesa, la gerarchia Di Natuzza? Mi pare che una risposta possa essere tratta dalla presenza qui di tanti confratelli Vescovi. Ciò sta a significare il grande rispetto, la grande attenzione e l’ammirazione di questa donna di Dio, di questa donna dalla grande fede da trascinare le montagne, di questa donna che si è lasciata guidare da una sincera obbedienza alla gerarchia della Chiesa. Sarà importante nell’istruttoria verificare e testimoniare la sua sofferenza nel passato di dover obbedire al vescovo, che per diverso tempo le impedì di ricevere la gente: e lei non ha fatto storie. E quando parlava della vicenda, non una parola contro quel vescovo, ma sempre venerazione e rispetto per il suo vescovo. E’ di insegnamento per tanti atteggiamenti non sempre ecclesiali di alcuni di oggi nei confronti dei nostri vescovi. Come se la Chiesa può fare a meno dei suoi pastori. Da che cosa è colpita la gente davanti a lei? Abbiamo sentito ripetere: – Natuzza, la mistica che parlava con la Madonna e con i defunti! – Aveva le stimmate di Gesù, che diventavano particolarmente dolorose in quaresima e durante la settimana santa! Sono fenomeni – lasciatemelo dire – di grande suggestione e se vogliamo di sensazionalismo, ma restano sempre marginali. Natuzza non è grande per questi fenomeni, anche se appariscenti. Colpiscono l’animo popolare, lo spirito religioso della gente, ma non fanno cogliere il valore ed il senso profondo di Natuzza, della sua testimonianza, del suo carisma, del suo messaggio, della sua spiritualità. Natuzza è grande per la sua fede, per il suo amore, per il suo “si” totale dato a Gesù sofferente.

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