Kitabu, libro

Padre Oliviero Ferro

Noi siamo abituati ad andare a scuola con i libri (ora anche con i computer o il notebook). E’ una cosa normale, per cui ci pare strano che in molti paesi del mondo avere un libro sia ancora qualcosa di difficile, quasi fosse una caccia al tesoro. E subito mi vengono davanti agli occhi i volti dei bambini della scuola elementare che ogni mattina alle sette dovevano essere a scuola. Quando entravano in classe e si schiacciavano l’uno contro l’altro per trovare posto nel banco(tavola) di legno, la maestra diceva loro di tirare fuori i loro quaderni e la bic. E i libri? Beh, quelli erano difficili da trovare, perché costavano e i loro genitori non avevano i soldi sufficienti per comperarli. Qualcuno riusciva anche a trovarli già usati e li condivideva con i compagni di banco. Ma come era bello vederli scrivere su quel quadernetto e poi ripetere ad alta voce quello che la maestra scriveva sulla lavagna. Pi anche loro erano degli scolari come in tante parti del mondo. Non sempre avevano cura della borsetta in cui custodivano tutto il materiale scolastico(qualche quaderno, matita e bic e qualche colore). Spesso serviva per fare da pali alle porte per delle improvvisate partite di pallone. Una piccola palla di stracci o di plastica faceva sollevare tanta polvere che si depositava sulle loro uniformi. Per fortuna erano di un colore verde scuro e quindi si vedeva poco la differenza. Mangiavano qualcosa che condividevano insieme e poi di nuovo in classe. Prima qualche sorso dalla bottiglietta di plastica in cui avevano attinto l’acqua non si sa dove. E via di nuovo fino alle tre del pomeriggio. Poi, piano piano,si ritornava a casa. I più grandi, che erano riusciti ad avere qualche libro in più(ma quanto era costato ai genitori), andavano a studiare insieme, magari nelle aule di catechismo della parrocchia, dove c’era la possibilità della corrente elettrica. Un libro era veramente un tesoro. Dive poi c’era una biblioteca, quello diventava un luogo dove incontrare il mondo. Quanta differenza da noi che abbiamo tutto e non sappiamo più apprezzare tante cose. Anche un libro (chi si ricorda le vicende del libro “Cuore”) può diventare un amico. E chi trova un amico, trova un tesoro.