Amalfi: Mostra Eolo nelle Rose dei Venti

L’immagine dell’Italia, dal Cinquecento al Risorgimento, è al centro della Mostra di carte geografiche e nautiche Eolo nelle Rose dei Venti che si inaugura il 26 maggio presso il Museo della Bussola e del Ducato Marinaro di Amalfi – Arsenale della Repubblica nell’ambito delle manifestazioni collaterali della LVII edizione della Regata Storica delle Antiche Repubbliche Marinare d’Italia in programma ad Amalfi il prossimo 3 giugno. La Mostra, promossa dal Comune di Amalfi – Assessorato alla Cultura e Turismo, dall’Ente Regata Storica A.R.M.I. – Comitato Cittadino di Amalfi, dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana con l’Associazione Culturale Giovane Europa, è patrocinata dalla Regione Campania, dalla Provincia di Salerno, dal Museo della Bussola e del Ducato Marinaro di Amalfi e si terrà dal 26 maggio al 20 giugno 2012 presso l’Arsenale della Repubblica di Amalfi. Le opere in mostra, provenienti dalla ricca collezione Gianni Brandozzi, delineano il territorio del Regno di Napoli, dello Stato della Chiesa e dell’intero suolo italiano e resteranno in mostra fino al 20 giugno.  La più antica è una “Rosa dei Venti” Italiana a 32 Venti, esemplare manoscritto con inchiostro di noce di ferrogallico datato 1477 epoca che coincide con le grandi scoperte, quando le carte nautiche non erano ancora dotate di meridiani e paralleli. La Rosa dei Venti, di sicuro fascino simbolico decorativo, era principalmente una rappresentazione del sistema geografico: attraverso delle linee romboidali “raggi di sole” si indicava la direzione dei venti, indispensabile elemento per tracciare la rotta di navigazione all’epoca. La carta verificata con i più moderni sistemi satellitari è risultata straordinariamente esatta. Tutte raccolte e custodite da Gianni Brandozzi, antiquario di Ascoli Piceno, e raccontano la storia della Penisola attraverso i confini tracciati nel tempo tra i vari regni, vedute di città e con costumi delle varie regioni disegnate ai margini.  Saranno esposte copie delle carte tolemaiche molto apprezzate da Leonardo da Vinci, le prime ad essere stampate, insieme alla Bibbia, dopo la scoperta della stampa. La necessità di aprire nuove strade verso il commercio con l’Oriente è l’impulso più forte alla nascita delle carte nautiche: dalla metà del XV secolo diventano strumenti di lavoro indispensabili e talmente preziosi che i comandanti, dopo aver razziato le navi, condividevano il bottino tenendo per sé le carte.  Famose, nella seconda metà del Seicento, quelle disegnate dal frate veneziano, Vincenzo Maria Coronelli che nel 1690 le assemblò pubblicandole nel primo atlante italiano: di norma venivano stampate carte singole, in un numero che variava dalle 300 alle 600 ed erano vendute sciolte. La loro importanza era così rilevante che si tramandano notizie di concorrenze, segreti, scambi, furti di lastre e addirittura matrimoni combinati per evitare la dispersione di materiali. Le carte artisticamente più rilevanti venivano acquistate come oggetti d’arti ed avevano anche funzioni decorative. I cartigli, sempre più ricchi e descrittivi, erano realizzati da artisti famosi che popolavano le terre sconosciute con razze fantastiche; i mari erano poi solcati da navi, infestati da mostri, abbelliti da rose dei venti. C’era anche chi stampava su stoffa e seta per farne arazzi destinate alle case dei nobili ed esistevano richiestissimi specialisti che si occupavano della colorazione: i più abili erano i fiamminghi che già nel Seicento usavano colori vegetali, oltre ad oro ed argento in foglia e liquidi. I coloratori italiani, che riportavano i confini nazionali con il giallo, il rosso ed il verde, usavano invece pigmenti animali come la bile di bue che, originariamente dava vita al verde che con il tempo però diveniva marrone e corrodeva la carta. Con il Risorgimento la carta geografica, oltre che mezzo per conoscere il territorio, diventa strumento pedagogico. Nelle rappresentazioni risalenti al periodo che precede l’unità d’Italia, si nota il proposito di mostrare un’immagine unitaria del territorio che prefiguri l’unità politica della Nazione. Operazione che da sempre è agevolata dalla toponomastica: Italia è infatti da sempre il nome con cui viene identificata l’intera penisola.