La tv pedagogica di Fazio e Saviano

Angelo Cennamo

“Quello che non ho” è il titolo di un programma televisivo, in onda in questi giorni su La 7, in prima serata. Lo scopo del format è quello di riempire di contenuti ( simbolicamente “riparare”) delle parole scelte a caso, il cui significato viene spesso dato per scontato o del tutto ignorato. In trasmissione si alternano personaggi della cultura e dello spettacolo, ciascuno dei quali adotta un vocabolo e ne narra a suo modo il senso, la storia, ricostruendo la parola nella sua pienezza originaria. I conduttori, Fabio Fazio e Roberto Saviano, cadenzano gli interventi con presentazioni e monologhi, secondo lo schema già collaudato di “Vieni via con me”, il programma che vide l’esordio televisivo dell’autore di Gomorra proprio al fianco dell’intervistatore colto del fine settimana. “Quello che non ho” è un fiume di parole, smontate e rimontate come in una grande officina scolastica. Il tentativo di imporre la giusta riflessione non tanto sull’uso dei termini, quanto sul loro valore intrinseco. Fazio e Saviano ci appaiono così come due maestrini dalla penna rossa, due pedagoghi solerti nell’insegnarci cos’è il bene e cos’è il male. Pronti a riversare sulle nostre coscienze macchiate dal vizio e dal sotterfugio cascate di etica pubblica, e di buona cultura. Questo per renderci civicamente migliori di fronte alla tentazione di abdicare al dilagante imbarbarimento del costume. Il risultato che ne viene fuori è però una mesta lezione ginnasiale, dai toni grigi e dai contenuti banalmente retorici. Le prediche di “don Roberto”, in particolare, ci ricordano le spiegazioni di quei supplenti che snobbavamo per ripassare di nascosto le frasi di latino o la matematica dell’ora successiva. Il catechismo laico dello scrittore napoletano è vasto, non conosce confini : spazia dalla malavita organizzata ( il suo cavallo di battaglia) alla tortuosa fiscalità delle imprese, strozzate dai debiti e dai ritardi nei pagamenti. Gli imprenditori che si ammazzano, dice Saviano, non hanno sbagliato : molte volte sono spinti alla disperazione dallo Stato che non salda i loro crediti nei tempi previsti ( ma non dalle tasse troppo alte). Il tutto mentre l’intellettuale Fazio, in odore di nobel alla conduzione, si compiace per cotanto verbo e per l’aulica sobrietà degli ospiti intervenuti. La mestizia di “Quello che non ho” rasenta a tratti l’atmosfera di una veglia funeraria, di una lugubre catarsi catodica nella quale però, nonostante tutto, vale la pena calarsi, se non altro per affrancare gli occhi e la mente dalle isole dei vip e dai fratelli guardoni che “abbondano sui palinsesti degli stolti”. 

3 pensieri su “La tv pedagogica di Fazio e Saviano

  1. solo un breve sguardo, distratto, ho dato a questa trasmissione. e solo per fortuna ho poptuto ascoltare il breve monologo di ettore scola, una canzone di elisa e il finale fazio-litizzietto.
    non mi è dispiaciuta e ho apprezzato come, anche con mezzi inferiori, si può fare una buona tv. diversa dai soliti salotti per i soliti politici, o le tegamate isalane oppure caserecce.
    da tempo guardo pochissimo sia la rai che mediaset. a mio parere l’unico modo per vedere un qualche cambiamento è quello di boiccottarle.
    io mi permetto di farti presente che a grand voce, anche tu hai gridato su questa testata, hanno chiesto la cacciata di fazio, saviano e santoro. sono stati difesi ed imposti i paragone, ferrara e compagnia bella.
    oggi posso notare che questa “voci” hanno trovato spazio e successo in altri lidi. la rai ha peso programmi tutto sommato remunerativi e ai telespettatori è stato proibito di poter scegliere un qualcosa di diverso.
    anche questa vicenda è emblema del fallimento della politica della prepotenza, dell’oblio, e del conflitto di interessi. solo che a rimetterci sono i liberi cittadini che sono costretti per forza a sorbirsi “solo” vespa-paragone-ferrara e tutta la corte dei miracoli.
    p.s. è stato bellissimo legere l’articolo di ferrara sul foglio che schiumava dalla rabbia per il successo diquelli che non ho. le ha cantate di tutti icolori contro saviano, fazio e litizzietto. e pensare che non ho nemmeno visto la trasmissione ma quando ferrara si icavola, lo ha fatto spesso anche con benigni, di ma una gioia e una soddisfazione tale che non trovo parole!

  2. Apprezzo molto Ferrara e compro tutti i giorni il suo giornale.
    Mi piacrebbe vederlo in tv più dei cinque minuti quotidiani che gli riserva il palinsesto della rai. Paragone va in onda quando il 90% degli italiani è già a letto da un’ora.

  3. è che te ferrara e paragone te li godi, giustamente, e se fosse per me ti farei fare una overdose dei loro sermoni. ma,quell’altri, beh caro angelo sono stati fatti fuori senza motivo, nemmeno economico. e a mio parere con un grande danno politico proprio ai loro esecutori materiali e ai loro mandanti. con grande godimento della sinistra.
    però la libertà non è stata difesa.

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