A te che leggi dopo…mezzanotte “Anonimo veneziano”

Giuliana Rocci

Quando il cuore le schizzava a palla ed avrebbe voluto urlargli “I Love you” gettandogli le braccia al collo: la  paura di lui la bloccava in un ruolo errato. Perchè lui viveva, sacrificalmente un ruolo da anni ormai. Sedimentato da abitudini e convenienze sociali. E lei a soffocare ciò che aveva dentro! L’implosione, fantasmagorica, all’inverosimile, disegnando un arabesco sentimentale avulso da cromìe complementari. Il lucchetto veneziano, su Ponte Milvio? La sua, un’altalena estenuante, sfibrante, che finiva per lasciar anche lui stordito dal continuo ritrarsi, dopo aver osato…lasciarsi un tantino andare, assecondando il cuore. Quello che con tanto di ghiaccio artificiale, aveva deciso di incapsulare, per una maschera di perbenismo che gli dava sicurezza: temeva il giudizio comune,  le complicazioni,  le chiacchiere…se stesso, era il peggior nemico proprio del suo sentire. E preferiva andar controcorrente, sentendosi quasi vincente per esser riuscito a tenere in piedi, mistificando il suo perenne sacrificio morale, qualcosa che aveva scelto quando la giovinezza gli aveva negato la spensieratezza. Che recuperava con lei in mille battute, tra quella leggerezza dell’essere, che lo rimandava indietro nel tempo. Con lei, si sentiva giovane dentro! Lo spettacolo che gli viveva da troppo accanto, non aveva mai sfiorato il suo universo. Lo sapeva, ma per quella maledetta paura che non lo avrebbe mai sedato, non aveva scelto ciò che sarebbe stato giusto: viversi! E così s’incasinava di lavoro, si dedicava all’hobby di un’arte che gli era entrata nel sangue, come alternativa al grigiore e riscatto esistenziale per sentirsi un vincente. Aveva incontrato lei: in un’alchemica convergenza d’intenti, in una serata che non aveva mai dimenticato, offrendole un suo accessoriato biglietto da visita, per esser ricontattato. Ma lei, interdetta dalla perplessità che uno sconosciuto potesse solo intuire, il dramma che stava vivendo da sola, aveva stancamente riposto quel rettangolino nel portafogli, ignorando che un lampione beffardo già sapeva, scortandola al rientro, che la sua vita sarebbe stata con lui…un anonimo veneziano, quando si rese conto che lui, col tempo, aveva capito quanto lei gli mancasse. Quanto fosse importante, anche senza osare dirglielo! Lui l’amava troppo da poterle offrire un surrogato rapporto, basato sul compromesso! Questo pensava e mentre insieme erano un tuttuno, su questo non si capivano: lei, amandolo, avrebbe accettato tutto, paga d’aver il suo cuore, in un platonismo che l’ossigenava, mentre lui, irretito dalla paura di ferirla, optava per rinunciare ai suoi palesi sentimenti. E mentre lei sognava di stargli accanto sempre, lui tamponava la voglia di vederla: mentre lei tentava di divaricare il suo cuore, lui  sempre pronto a volerlo suturare! Una lotta impari…col cuore! Mentre la vita continuava a scorrere e loro si sentivano sempre gli stessi, malgrado tutto mutasse intorno: loro restavano gli stessi del passato, che sarebbero stati uniti anche in futuro. Pur sapendolo, ogni volta, diatribe e picchettate….finchè la luna avesse dato l’ assenso a quello strano modo di vivere un dono che la vita offriva raramente: entrambi lo meritavano, l’importante era saperlo cogliere! Le onde veneziane spesso cullavano i suoi sogni, trastullando le immagini che alla moviola sembravano scorrerle tra presente e passato: una foto non ancora ingiallita del tempo, lui che l’ osservava…era passato tanto, anche se il loro sorriso, ancora senza sbavature, come la gioia di ogni incontro, zeppa d’adrenalina! Che male facevano a vivere un sogno? Anonimo veneziano scorciava per loro il ritrovarsi d’un amore, che quando avverte di non poter più esser vissuto, infagotta anche le paure e scoppia vitalità! La vita li attendeva per farli proceder ancora insieme, così complementari, come tra le stelle era scritto per loro!