Il rapporto uomo-terra

Giuseppe Lembo

La colonizzazione accelerata della Terra. C’è in atto, un forte ed accelerato processo di colonizzazione della Terra, ovunque sul Pianeta. Si tratta di un processo fortemente speculativo finalizzato all’accaparramento delle risorse della Terra, ovunque si trovino. Per eccesso di consumi dovuti alla crescita della presenza umana la Terra, per il fabbisogno dell’uomo, avrà una sempre minore disponibilità di risorse. Trattasi di risorse importanti dell’uomo sconsideratamente usate abusandone, come se si trattasse di risorse inesauribili. Purtroppo non è così; le risorse sono sempre più esauribili e quindi sempre meno disponibili per la domanda dell’uomo soprattutto se in eccesso e basata sugli sprechi. Purtroppo si ha poco da sprecare quello che non si ha; si arriverà un giorno ed inevitabilmente alla resa dei conti. L’uomo deve saggiamente usare senza abusarne, le risorse di cui dispone; deve pianificarle al massimo, progettandone l’uso in modo compatibile e senza sprechi; tanto è necessario, se si vogliono evitare situazioni di crisi che diventano irrisolvibili, creando gravi problemi per il vivere umano sulla Terra. Tra le risorse da non sprecare, al primo posto c’è l’acqua che con il passare del tempo diventerà una risorsa preziosa e sempre meno disponibile ad un punto tale da creare gravi occasioni di conflitto per accaparrarsela ovunque sulla Terra. Oltre l’acqua, come risorsa materia necessaria per la vita umana, c’è il cibo, sempre meno disponibile per sfamare le attuali e crescenti bocche da sfamare che già oggi (circa un miliardo) ed ancora più nel prossimo futuro, se non si diventa virtuosi e non si riduce nel mondo del benessere il grave fenomeno degli sprechi alimentari, soprattutto nelle aree della povertà dei Sud del Sud del mondo, si morirà sempre più per mancanza di cibo, tra l’altro disumanamente gestito con logiche affaristiche e speculative, indifferenti al grave grido di dolore di chi rivendica il cibo che non ha e grida la sua rabbia contro gli affamatori, pretendendo opportunamente di non volere assolutamente più morire di fame. La fame è, purtroppo, ancora terribilmente presente in tante parti della Terra; soprattutto con la crescente crisi nel mondo del benessere e degli sprechi senza limiti, la fame, a macchia di leopardo, sta diventando di casa un po’ ovunque sulla Terra, Occidente, Europa ed Italia compresa. Nel vecchio continente la fame miete le sue vittime, perché siamo in tanti a sprecare, a consumare cibo senza limite in eccesso con danno per la stessa salute di chi ne abusa determinando situazioni patologiche e di malattie sociali (obesità, diabete, accentuati rischi cardio-vascolari), un grave danno per la vita dei singoli di tutte le età ed oltre ogni misura, dal punto di vista economico-sociale per la società di riferimento. L’uomo del nostro tempo non deve assolutamente sprecare quelle risorse che sono risorse di tutti per cui tutti nell’uso le devono usare saggiamente, evitando di abusarne. Ma, oltre al cibo, all’acqua, l’uomo della Terra deve essere saggio, per l’uso non abusato della Terra, un patrimonio dell’umanità che appartiene all’uomo, per cui ciascuna generazione deve limitarsi ad averne un uso corretto e rispettoso, trasferendola in eredità a quelli che verranno. Se l’uomo inopportunamente ne fa un uso abusato, allora si compromette il normale futuro di quelli che verranno che erediterebbero una Terra ammalata di uomo, assolutamente incapace di produrre cibo e di garantire l’equilibrio bioatmosferico necessario al normale corso della vita umana sulla Terra. Altro grave problema è quello dell’inquinamento atmosferico che causa aria sporca ed irrespirabile e dell’inquinamento acustico e magnetico che produce sofferenze diffuse e malessere umano sempre più patologico. Ma l’uomo ormai sempre più folle, follemente avvelena la Terra, le falde acquifere, i fiumi ed il mare, una grande conca piena di veleni ormai al limite della tolleranza ecosistemica. L’uomo un tempo saggio, un tempo omogeneamente presente sui territori, oggi è attratto sempre più dalle megalopoli e dalle grandi aree metropolitane, lasciando i territori minori, di cui un tempo era il guardiano naturale. Questi territori sono sempre più abbandonati a se stessi e privi di tutte le necessarie cure (regimazione delle acque, forestazione e gestione controllata dei tagli boschivi, limite minimo dei danni per incendi), tali da non fare scivolare a valle intere aree, interi paesi, soprattutto dove il piccolo è bello vivere, ormai spopolati, ormai privi della preziosa ed indispensabile presenza umana. È saggio, veramente saggio, da parte di chi gestendo i territori, preventivamente sappia intervenire a garantire una conservazione non abusata, un uso programmato ed una gestione tale da evitarne gravi sofferenze, gravi patologie e situazioni estreme da vero e proprio allarme rosso; tutto purtroppo per effetto della rottura degli equilibri naturali, sempre più alla base di sofferenze e catastrofi nominalmente naturali, ma di fatto, sempre più spesso, riferibili ai comportamenti umani che non ne sanno farne un uso corretto, ma solo abusarne e violentare la natura oltre ogni limite consentito. Domenica 22 aprile nel mondo c’è stata una giornata dedicata alla Terra. La giornata mondiale fortemente celebrativa, non ha mancato di ricordarci prima di tutto il Summit di Rio de Janeiro del 1992, in cui tutti i Paesi del mondo assunsero il forte impegno per comuni azioni di salvaguardia del Pianeta. Ma chi ha concretamente onorato gli impegni assunti? Purtroppo in pochi e si è fatto veramente poco. Il degrado è continuato; è continuato, soprattutto, il male antropico della Terra che, come prima di Rio ed anche dopo Rio, è sempre ammalata di UOMO. Non si dovrebbe superare i 2° centigradi di temperatura globale, un limite invalicabile per conservare in buona salute la Terra. Per questo vincolante obiettivo che fanno di concreto i 60 milioni di italiani e più in generale, i 7 miliardi di uomini che affollano la Terra? Purtroppo, sarà sempre più un rapporto di crescenti difficoltà per la sopravvivenza umana dalla sostenibilità globale sempre più difficile e squilibrata. Nel 2050 è prevista una popolazione mondiale di 9 miliardi di uomini. Considerate le condizioni attuali, si potrà mai salvare la Terra? Pensando positivo è possibile, ma dipende dall’uomo e dai suoi comportamenti; occorrono nuovi stili di vita, basati sulla saggezza antica di un grande amore dell’ UOMO per la MADRE TERRA. Prima di tutto occorrono comportamenti virtuosi, evitando inutili sprechi e devastazioni, sempre più spesso causate dall’uomo che non sa essere saggio nei suoi comportamenti, né creare le condizioni per uno sviluppo veramente sostenibile, il solo a poter salvare l’ UOMO e la TERRA. Mi piace concludere queste riflessioni-appello, invitando tutti noi a riflettere e a diventare attivi protagonisti di un Progetto Terra, assolutamente necessario per salvare il Pianeta che ha ancora e per sempre, l’insostenibile ruolo di darci i suoi prodotti per vivere. Tanto considerato, c’è da dire che la vera salvezza dell’ UOMO, non è nell’euro o nelle sole tecnologie; la salvezza dell’ UOMO è, soprattutto, nella Terra che noi in modo assolutamente folle continuiamo a maltrattare, facendole e facendoci un male da …. morte sicura.